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13 marzo 1991 Catania. Muore in ospedale Antonino Ludovico Bruno, 50 anni, direttore della Banca popolare di Belpasso.
Antonino Ludovico Bruno era direttore della Banca popolare di Belpasso ucciso il 13 marzo 1991, al termine di una spedizione punitiva voluta dalla cosca Pulvirenti. I due esecutori, incaricati del pestaggio, erano due tossicodipendenti che dovevano convincere il direttore a piegarsi alle richieste di denaro facile senza garanzie. Le cose sfuggirono di mano ai due uomini e Antonino Bruno morì durante il pestaggio. I due furono uccisi poco tempo dopo. Fonte: vivi.libera.it Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 15 gennaio 1992 IN OTTO RAPINANO LA BANCA FORSE SONO DEL CLAN PULVIRENTI CATANIA – Otto persone, tutte armate di fucili con le canne mozzate e pistole, hanno fatto irruzione dopo…
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12 marzo 1991 Napoli. Muore Riccardo Marco Verde, carabiniere di 23 anni, ferito in uno scontro con un camorrista.
Riccardo Marco Verde nato a Catania l’11/03/1968, deceduto in Napoli il 12/03/1991. Cresciuto a Vittoria (RG) con la famiglia, si è sempre distinto per la sua bontà d’animo, il suo altruismo e l’affetto per i suoi cari. Finita la scuola, all’età di 18 anni, prestò servizio militare nell’arma dei Carabinieri come ausiliario, quella divisa lo ha talmente affascinato tanto da decidere di voler continuare e, arruolato, fu assegnato in servizio effettivo a Napoli presso la Stazione Napoli Scali. l’11/03/1991, giorno del suo 23esimo compleanno, libero dal servizio, unitamente ad altri due colleghi si recò presso una sala cinematografica per assistere alla visione di un film. All’interno riconobbe un latitante che…
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12 marzo 1991 Locri (RC). Muore Antonio Valenti, impiegato di 31 anni. Ferito in un agguato alla ditta per cui lavorava.
Antonio Valenti lavorava come contabile presso la ditta “Gallo Bitumi”. I proprietari dell’impresa da anni continuavano a subire e denunciare ingenti richieste estorsive nei loro confronti. La sera dell’11 marzo 1991 a Locri, Antonio fu ferito gravemente da colpi di arma da fuoco e morì il giorno dopo. Ucciso per ritorsione nei confronti dei suoi datori di lavoro, che non avevano voluto piegarsi alle richieste della ‘ndrangheta. Fonte: vivi.libera.it Tratto da: apponweb.it/domini/stopndrangheta.it Antonio Valenti, viene ferito gravemente l’11 marzo del ’91, nel centro di Locri. I due sicari agiscono in serata, mentre l’uomo usciva dalla sede della ditta di bitumazioni dove lavorava. Colpito all’addome e al fianco sinistro,…
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5 marzo 1991 Gela. Marco Nicola Lorefice, 18 anni, sequestrato, torturato e ucciso per il solo sospetto che appartenesse alla “Stidda”.
Marco Nicola Crocefisso Lorefice, nato a Gela l’11 gennaio 1973, scomparso il 5 marzo 1991, fu sequestrato, torturato e ucciso da appartenenti a “Cosa Nostra” per il solo sospetto che appartenesse alla “Stidda” e volevano che ne rivelasse i segreti. Il suo corpo, buttato in un pozzo, non è mai stato ritrovato poiché distrutto dalla calce da cui era stato ricoperto. Tutta la storia è emersa, dopo 20 anni, dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Fonte: articoli Articolo del 25 maggio 2011 Mafia, giovane ucciso 20 anni fa: due ergastoli a Caltanissetta Condannati i pregiudicati di Cosa Nostra, Giovanni Passaro, 55 anni di Gela, e…
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22 Febbraio 1991 Misterbianco (Catania). Ucciso Nicola Di Marco, geometra del comune.
Misterbiano (CT), 22 febbraio 1991, per ucciderlo, non hanno avuto esitazione ad inseguirlo fin dentro l’ ufficio, per sparargli il colpo di grazia davanti a decine di persone. Nicola Di Marco, 37 anni, un contratto a termine da geometra, si occupava di sanatorie edilizie, con il comune di Misterbianco, a pochi chilometri da Catania, è stato ammazzato come un boss, ma aveva avuto solo piccoli problemi con la giustizia. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe pestato i piedi a qualche personaggio influente delle cosche che operano nei paesi dell’entroterra catanese. La zona tra Lineri e Monte Palma, nel comune di Misterbianco, è stata costruita abusivamente per la quasi totalità, ed è…
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22 febbraio 1991 Messina. Assassinato Giuseppe Napolitano, 52 anni, gestore di un negozio di giocattoli. Vittima del racket delle estorsioni.
La sua storia è antesignana della ribellione al racket. Giuseppe Napolitano pagò con la vita il suo grande coraggio e l’onestà. Era un giocattolaio, aveva 52 anni, e venne trucidato il 22 febbraio del 1991 davanti al suo bel negozio di Largo La Rosa, si chiamava “Francois”, a Minissale, che in precedenza era stato incendiato dal racket ben cinque volte. Ma lui aveva sempre detto no al pagamento della “protezione” e aveva rimesso in piedi la sua bottega di giocattoli . Il killer lo attese con pazienza e gli sparò cinque colpi di pistola calibro 7,65 pochi istanti dopo che l’uomo era sceso dalla sua auto. Le pallottole lo centrarono…
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12 Febbraio 1991 Torre Annunziata. Ucciso Antonio Raia, 21 anni, pacifista, obiettore di coscienza, terzo anno di Istituto universitario navale.
È morto senza sapere perché Antonio Raia, 21 anni, pacifista, obiettore di coscienza, terzo anno di Istituto universitario navale. Odiava la violenza, aveva rinunciato alle armi e scelto di rendersi utile a chi ne aveva più bisogno. Undici e trenta, il corso Umberto I è una gola ostruita dal traffico. Folla per strada, incroci congestionati. La ruota anteriore di un motorino sfiora quella di una Uno imbucata in una interminabile coda. I colpi in successione di una pistola a tamburo contro i due occupanti della macchina: a far fuoco è il ragazzo sul sedile posteriore, tiene l’arma con le due mani, a pochi centimetri dal finestrino di destra. Niente bossoli,…
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7 febbraio 1991 Ostuni (BR). Scompare Silvana Foglietta, 35 anni, madre di cinque figli.
Silvana Foglietta è nata a Foggia il 6 gennaio del 1956. Dopo l’omicidio di suo marito, boss della SCU, inizia a raccontare ad alcuni magistrati ciò che sapeva: vuole a tutti i costi che gli assassini del suo compagno vengano individuati. Il 7 febbraio del 1991, Silvana esce dalla loro casa di Ostuni intorno alle 16.30 per andare ad aprire un negozio, attività che aveva avviato per mantenere i cinque figli. Come ogni giorno, prima di uscire avverte i suoi ragazzi che se non fosse tornata, avrebbero dovuto rivolgersi alle forze dell’ordine. Da quel momento di lei si perdono le tracce e il suo corpo non fu mai ritrovato. (Fonte:…
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27 Gennaio 1991 Messina. Ucciso Ignazio Aloisi, un testimone ucciso per vendetta, calunniato dal suo assassino con l’inatteso avallo di una corte di giustizia. La difficile battaglia della sua famiglia per ristabilire la verità.
Ignazio Aloisi, guardia giurata di Messina, fu ucciso il 27 gennaio 1991 mentre, con la figlia Donatella di appena 14 anni, stava tornando a casa dopo aver assistito alla partita della squadra della città. Fu ucciso per vendetta perché dodici anni prima aveva riconosciuto uno dei rapinatori che avevano assaltato il suo furgone portavalori e aveva testimoniato contro di lui, che fu condannato ad otto anni di carcere. Dopo le indagini ed un nuovo processo, questa volta per l’omicidio di Ignazio, il killer fu condannato a 26 anni di carcere. A questo punto pensiamo che tutto sia finito, che la famiglia abbia ricevuto la dovuta giustizia ma la storia continua.…
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21 Gennaio 1991 Trepuzzi (LE). Antonio Rampino, ragazzo di 17 anni, fu ucciso al posto del padre, imputato in un processo a presunti appartenenti alla Nscu.
Antonio Rampino venne ucciso a 17 anni. Stava giocando nel giardino di casa, a Trepuzzi, piccolo centro di diecimila abitanti, in provincia di Lecce. Lo uccisero perché lo scambiarono per il padre, la vittima designata dalla Sacra corona unita. Fonte: liberanet.org Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 22 gennaio 1991 IL FIGLIO DI UN BOSS ASSASSINATO A LECCE LECCE – Un ragazzo di 17 anni, Antonio Rampino, di Trepuzzi, figlio di Raffaele, imputato nel processo in corso a Lecce a presunti appartenenti all’organizzazione criminosa Nuova sacra corona unita è stato ucciso ieri sera con due colpi di pistola, uno dei quali alla nuca, mentre rientrava a casa alla periferia cittadina a…