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30 Agosto 1990 Trentola Ducenta (CE) Ucciso Tobia Andreozzi, per il solo fatto di trovarsi in compagnia del vero obiettivo dei sicari.
Tobia Andreozzi perde la vita in un agguato camorristico il 30 agosto 1990 a Trentola Ducenta. Andreozzi, di professione ragioniere, si trova in compagnia di Francesco di Chiara, suo datore di lavoro, vero obiettivo dei killer, quando giungono i sicari. Gli assassini sparano una raffica di colpi che raggiungono i due uomini, uccidendoli: di Chiara viene raggiunto da 15 colpi di pistola e non viene risparmiato Andreozzi, pur se estraneo ai fatti. Secondo quanto appreso, il duplice omicidio è maturato nell’ambiente del clan dei casalesi. Dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia è emerso che l’ordine di uccidere è stato decretato da Antonio Bardellino e da Francesco Bidognetti. Nel novembre…
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6 Agosto 1990 Ercolano (NA). Ucciso Francesco Oliviero “mentre faceva due passi sotto casa” da un proiettile esploso nel corso di una sparatoria tra due clan avversi.
Il 6 agosto 1990 è stato ucciso per errore Francesco Oliviero, raggiunto alla nuca, mentre faceva due passi sotto casa, da un proiettile esploso nel corso di una sparatoria tra due clan avversi di Ercolano. Oliviero, un manovale senza precedenti penali, invalido civile, è stato spettatore di uno scontro tra il pregiudicato Michele Beato, che era a bordo di una moto, ed alcuni sconosciuti che si trovavano su un’ auto. Oliviero è stato ucciso da un proiettile calibro 7.65. (Fond. Pol.i.s.) Documento Tratto dal bellissimo lavoro “Un nome, una storia” eseguito, per Libera nel 2009, da alcune classi della S.M.S. Michelangelo di Napoli: Un nome, una storia…
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31 luglio 1990 Mazzarino (CL). Calogero La Piana, 23 anni, venne ucciso perché era stato testimone di un omicidio.
Il corpo di Calogero La Piana, insieme a quello dei fratelli Luigi e Giuseppe Tambè di 24 e 21 anni, fu ritrovato carbonizzato all’interno di un bosco demaniale a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta. Erano incensurati; sul loro conto neppure una contravvenzione. La loro uccisione va inquadrata nella sanguinosa faida che è scoppiata nel triangolo Gela-Mazzarino-Riesi tra le famiglie mafiose che si contendono il controllo dei subappalti per la costruzione di dighe e altre opere pubbliche per centinaia di miliardi. Fonte: memoriaeimpegno.it Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 2 agosto 1990 QUEL ROGO DI MORTE DELLA MAFIA DEGLI APPALTI di Francesco Viviano CALTANISSETTA Due fratelli e un loro amico, tutti…
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22 luglio 1990 Melfi (PZ). Antonio Cezza, 26 anni, brigadiere dei Carabinieri, ucciso nel tentativo di sedare una rissa.
Antonio Cezza brigadiere rimase ferito alla testa nel tentativo di sedare una rissa anche se non si trovava in servizio. Si trovava a Melfi (PZ), nei pressi della villa comunale quando intervenne per evitare che la situazione degenerasse alla presenza di un pregiudicato armato di fucile la sera del 17 luglio 1990. Antonio Cezza morì, a soli 26 anni, a seguito delle ferite riportate nell’ospedale di Potenza. Ha ottenuto la medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Fonte: vivi.libera.it Fonte: cursisalento.it Cursi, 15/02/1964 – Potenza, 22/07/1990 Il Brigadiere Antonio Cezza, il 17 luglio del 1990 venne gravemente ferito alla testa a…
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18 Luglio 1990 San Leone (AG). Ucciso Giuseppe Tragna, ex direttore Banca PopolareSant’Angelo (AG).
Giuseppe Tragna, 49 anni, sposato e padre di tre figli, direttore dell’Agenzia 2 della Banca Popolare Sant’Angelo di Agrigento, venne assassinato in un agguato mafioso il 18 luglio 1990 in via Gela a San Leone, davanti alla propria abitazione, con due colpi di pistola. Gli inquirenti hanno analizzato a fondo la pista legata all’attività professionale di Tragna. Pare che il bancario, ritenuto un incorruttibile funzionario della Sant’Angelo, avesse scoperto un traffico di denaro illecito da parte di alcuni esponenti di Cosa Nostra. Articolo del 29 Novembre 1999 da akragas.net Televideo Agrigento Omicidio Tragna: 3 arresti. Due ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Tribunale di Palermo,…
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13 Luglio 1990 Ardore (RC). Raffaella Scordo, insegnante di 39 anni, resiste ad un tentativo di rapimento e viene uccisa a martellate.
Raffaella Scordo, insegnante di 39 anni, fu vittima di un tentato sequestro nella notte tra il 12 ed il 13 luglio nel giardino della propria abitazione di Ardore (Reggio Calabria). Stava rincasando, dopo una passeggiata, insieme al marito, Franco Polito, 49 anni, e ai due figli, Maria Antonietta ed Antonio, 16 e 13 anni. La donna reagì all’aggressione, fu colpita alla testa con un corpo contundente, forse il calcio di una pistola. Arrivò all’ospedale già in coma. Morì il 31 luglio, senza aver ripreso conoscenza. Articolo di La Stampa del 14 Luglio 1990 Resiste ai rapitori, massacrata a martellale di Enzo Laganà La famiglia tornava a…
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11 Luglio 1990 Mondragone (CE). Scompare Antonio Nugnes, imprenditore agricolo e assessore al comune.
Il giorno 11 luglio 1990 è brutalmente assassinato il vicesindaco Dc di Mondragone Antonio Nugnes. Il clan dei “Chiuovi”, cosca che aderisce al cartello dei “casalesi”, ha intenzione di gestire i suoi appalti ed in particolare intende divenire socio in una sua clinica, allora in costruzione all'”Incaldana” nei pressi di Mondragone. Ma Nugnes non è disposto a cedere. Per questo motivo rappresenta, per la camorra, un ostacolo, un pericolo da eliminare. Solo nel 2003 le rivelazioni dei pentiti, a partire dal capoclan La Torre, fatte emergere dalle indagini del pm Raffaele Cantone, permettono di ricostruire i fatti. Giacomo Diana, prestanome e consigliere, scelto da La Torre per entrare nella clinica…
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4 Luglio 1990 Strongoli (KR). Resta ucciso in una sparatoria, il giovane Arturo Caputo, 16 anni, mentre era in pizzeria con gli amici.
Sembra che il destino si accanisca coi sedicenni in quel 1990. Il 4 luglio è il giorno della semifinale Inghilterra-Germania e a Strongoli, nell’alto Cotronese, la pizzeria è piena di gente. Sul grande televisore piazzato a un lato della sala vanno in onda le prodesse di “Gazza” Gascoigne, inutili contro gli imbattibili tedeschi. Arturo Caputo mangia una pizza con gli amici e beve tranquillamente una birra. Il killer comincia a sparare appena messo piede nel locale. Ha un grosso fucile a pompa, e lo fa vibrare a ripetizione. Sei colpi per uccidere il bersaglio, il pregiudicato Salvatore Scalise. Si gettano tutti a terra, per scampare il pericolo e per non…
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4 Luglio 1990 La Seconda strage di Porto Empedocle. Restarono uccisi, Giuseppe Marnalo e Stefano Volpe, vittime innocenti.
Seconda strage di Porto Empedocle. Era il luglio del 1990. I killer stiddari arrivati a Gela dovevano lavare col sangue la morte dei Grassonelli assassinati nel settembre del 1986 (prima strage). I colpi di mitra spezzarono però anche la vita di due ragazzi che erano dentro quella maledetta officina, non per fatti di mafia. Giuseppe Marnalo era un operio. Per la verità era legato a Sergio Vecchia (l’obiettivo dei killer) da un rapporto di parentela, essendone il cognato. Ma in quel posto era andato per fare compagnia all’altro cognato, Calogero Palumbo, rimasto ferito. Stefano Volpe, invece, era il figlio del titolare dell’officina dove si consumò la strage. Era lì per…
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2 Luglio 1990 Milazzo. Ucciso Giuseppe Sottile, 13 anni. Vittima innocente di un regolamento di conti.
Giuseppe Sottile, un ragazzino di 13 anni, aveva appena trascorso, in paese, una serata serena con la propria famiglia, il papà, la mamma e le due sorelline, quando un commando, appostato davanti alla loro abitazione, al loro rientro, ha aperto il fuoco senza pietà. Il padre ha tentato di proteggerlo con il proprio corpo ma una pallottola lo ha colpito al petto e quando è arrivato in ospedale ormai non c’era più nulla da fare. Il padre, anche se gravemente ferito, si è salvato. Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 3 luglio 1990 Ucciso a tredici anni dalla mafia Ma l’obiettivo dell’agguato era il padre, solo ferito di Nino…