• 29 ottobre 1986 Locri (RC). Ucciso il giovane Rocco Zoccali, 19 anni, per un motorino.

    Il 29 ottobre 1986, alle quattro del pomeriggio, Rocco Zoccali, 19 anni, viene ammazzato con due colpi a bruciapelo. Attorno al suo corpo si crea il vuoto. Nessuno ha visto niente. Tocca al padre, dipendente della Regione Calabria, che ha sentito i colpi, avvicinarsi per primo e trasportarlo all’ospedale. La madre, professoressa delle medie, non si dà pace e, nonostante minacce ricevute, si costituisce parte civile nel processo e depone contro i presunti assassini del figlio. Non abbiamo notizia di come, e se, si è concluso il processo vanificato in varie udienze per errori procedurali, rinunce e ricusazioni di giudici. La nostra ricerca si conclude con una interrogazione parlamentare del…

  • 26 Ottobre 1986 Napoli. Colpito alla testa Carlo Bustelli, 15 anni. I colpi erano diretti a dei pregiudicati seduti nel bar gestito dal padre che stava aiutando.

    26 Ottobre 1986 NAPOLI Carlo Bustelli, 15 anni, aiuta il padre Gennaro a mandare avanti il piccolo pub nel rione antico. È alla cassa. All’improvviso da fuori arriva una gragnuola di colpi di pistola. Tutti si buttano a terra ma Carlo  Bustelli non fa in tempo, una pallottola lo raggiunge alla testa. È un raid contro alcuni pregiudicati dentro il bar. Fonte L’Unità del 25 Agosto 1989                              

  • 8 Ottobre 1986 Messina. Resta uccisa Nunziata Spina, 35 anni, in un regolamento di conti, mentre era ricoverata in ospedale.

    Nunziata Spina, 35 anni, è ricoverata nel reparto di fisioterapia dell’ospedale di Ganzirri (Messina). Alle ore 22,00 dell’8 ottobre 1992 si trova in una saletta del nosocomio insieme ad un ragazzo di 13 anni e con un altro ricoverato, Pietro Bonsignore di 21 anni. All’improvviso due uomini fanno irruzione nel locale e cominciano a sparare all’impazzata contro il Bonsignore che tenta invano di ripararsi dietro le sedie. Un colpo vagante raggiunge la donna alla tempia sinistra. Nunziata Spina crolla ai piedi del ragazzo che rimane inebetito per lo shock. Gli assassini non si fermano qui: prima di allontanarsi danno al Bonsignore il colpo di grazia. Per la donna che dà…

  • 7 Ottobre 1986 Palermo. Claudio Domino, bambino di 11 anni, fu ucciso con un colpo di pistola inferto in fronte a bruciapelo.

    Claudio Domino, bambino di 11 anni, fu assassinato vicino alla cartolibreria gestita dalla madre. Un giovane in moto e con il volto coperto da un casco chiamò il bambino per nome mentre stava giocando e, dopo averlo avvicinato, gli puntò la pistola in fronte sparandogli a bruciapelo. Claudio sarebbe stato ucciso perché aveva visto confezionare alcune dosi di eroina in un magazzino. Cancemi ha riferito che, proprio sulla base di quell’indizio, Riina incaricò tutti i capimandamento di “svolgere indagini”. Un’inchiesta conclusa a tempo di record: il 20 dicembre 1986 scomparve Salvatore Graffagnino, 52 anni, titolare del bar davanti al quale era avvenuto l’agguato. Alcuni confidenti riferirono alla polizia che l’uomo…

  • 21 Settembre 1986 La Prima strage di Porto Empedocle. Restarono uccisi, vittime innocenti, il giovane Filippo Gebbia e Antonio Morreale

    È la sera del 21 settembre del 1986. La gente passeggia lungo il corso principale di Porto Empedocle. Due passi, due chiacchiere, un gelato a chiudere una delle ultime sere d’estate. Le raffiche rabbiose dei kalashnikov, nell’oscurità di un blackout provocato, chiudono vite. La luce torna in paese, ma gli occhi di quanti giacciono a terra rimarranno per sempre spenti. Sei morti ammazzati, tra i quali due vittime innocenti: Antonio Morreale e Filippo Gebbia. Si consuma così, in pochi attimi, quella che nella storia criminale e mafiosa passa come la Prima strage di Porto Empedocle. È l’inizio della guerra tra Cosa Nostra e Stidda che lascerà sul campo centinaia di…

  • 14 settembre 1986 Marineo (PA). Assassinato Giovanni Villafrati, imprenditore di 54 anni, vittima del racket delle estorsioni

    Giovanni Villafrati, imprenditore edile di 54 anni, si era rifiutato di pagare tangenti in cambio di «protezione». Il costruttore è stato assassinato con un colpo di pistola in piena fronte da due killer che l’avevano seguito mentre, con la propria auto, era di ritorno da un incontro d’affari. Giovanni Villafrati era molto stimato. Aveva vinto alcuni appalti per la costruzione di opere pubbliche ed eseguiva lavori per conto dell’Azienda municipale del gas di Palermo. Già quattro anni prima era sfuggito ad un attentato: due candelotti di dinamite furono collegati al congegno di accensione dell’auto del costruttore; fortunatamente la vettura non si mise in moto perché si era staccato un filo…

  • 10 settembre 1986 Palermo. Luigi Aiavolasit, 22 anni, condannato a morte perché sospettato di non rispettare le regole mafiose.

    Luigi Aiavolasit era stato ucciso in un bar, mentre era con la sua ragazza, da Di Maggio, Di Matteo e La Barbera il 10 settembre 1986. Punito dai Corleonesi perché era un tossicodipendente che commetteva qualche piccolo furto per pagarsi la droga e rovinava con la sua presenza la piazza di San Giuseppe Jato. Molti collaboratori hanno confermato questa tesi durante il processo. In quegli anni, infatti, i mafiosi capeggiati da Riina hanno ucciso tanti giovani solo perché erano drogati, uccisi senza “senso”. È attraverso la storia di Luigi che ricostruiamo quel periodo, che leggiamo quel territorio e quel disagio che ha portato le mafie ad arricchirsi attraverso il traffico…

  • 26 Agosto 1986 Palermo. Ucciso Salvatore Benigno, aveva visto due mafiosi dare alle fiamme un’auto.

    Salvatore Benigno, 37 anni, cassiere presso un cinema di Palermo viene ucciso il 26 agosto del 1986. Mentre tornava a casa aveva visto due persone che stavano bruciando un’auto che era servita per andare a compiere un altro omicidio.     Fonte:  centroimpastato.it Ucciso a Palermo Salvatore Benigno, cassiere presso un cinema, che vide dare alle fiamme un’auto da due mafiosi che avevano commesso un omicidio.   Fonte: centroimpastato.it 29 Ottobre 2008 Confermate dalla Cassazione le condanne all’ergastolo per i componenti la cupola mafiosa, accusati, nel processo “Golden Market”, di 36 omicidi negli anni Ottanta e Novanta. Tra i condannati i fratelli Ribisi di Palma di Montechiaro (Ag), mandanti dell’omicidio…

  • 8 agosto 1986 Messina. Ucciso Gregorio Fenghi, 28 anni impiegato delle ferrovie dello Stato in servizio a Cuneo, era in vacanza a Messina da qualche giorno. Fu ucciso perché in compagnia del cognato, vero obiettivo dell’omicida.

    Gregorio Fenghi, 28 anni impiegato delle ferrovie dello Stato in servizio a Cuneo, era in vacanza a Messina da qualche giorno. Fu ucciso perché in compagnia del cognato, vero obiettivo dell’omicida. Venne ucciso l’8 agosto del 1986 nei pressi della chiesa di San Clemente insieme al cognato ed ex poliziotto Corrado Parisi, che era uno dei 95 imputati nel maxiprocesso alle quattro cosche mafiose messinesi, il vero obiettivo del killer, affiliato al clan Costa, all’epoca rimesso in libertà da appena una settimana per decorrenza del termini di custodia cautelare. Fenghi aveva appena 28 anni e non c’entrava nulla con la criminalità organizzata, era un onesto impiegato delle Ferrovie dello Stato…

  • 30 Luglio 1986 Salerno. Ucciso Antonio Sabia, 26 anni, agricoltore, in un agguato ad un boss della camorra.

    Antonio Sabia, agricoltore di Salerno, fu ucciso il 30 Luglio 1986 in un agguato contro Vincenzo Marandino nella guerra di camorra tra gli uomini della Nco di Raffaele Cutolo e i membri della Nuova Famiglia. Fonte: centroimpastato.it       Articolo di La Repubblica del 14 Luglio 1987 SALERNO, 6 ORDINI DI CATTURA PER UNA FAIDA CAMORRISTICA SALERNO Sei ordini di cattura sono stati spiccati dalla Procura della Repubblica di Salerno per l’ agguato in cui persero la vita Vincenzo Marandino, boss legato alla Nco di Raffaele Cutolo, e l’agricoltore Antonio Sabia. Sono stati arrestati Giovanni Maiale, 34 anni; Luigi De Martino, 33 anni; Umberto Adinolfi, 33 anni; Raffaele Cosenza,…