• 17 Giugno 1983 Roma. Viene arrestato Enzo Tortora con l’accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Accuse che si basavano su rivelazioni di un pentito. Enzo Tortora morirà di cancro il 18 maggio 1988.

    Venerdì 17 giugno 1983: il volto di “Portobello”, Enzo Tortora, viene svegliato alle 4 del mattino dai Carabinieri di Roma che lo arrestano per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Con queste parole del Tg2, quel giorno, l’Italia segue le immagini che mostrano il celebre presentatore in manette: “Enzo Tortora è stato arrestato in uno dei più lussuosi alberghi romani, il Plaza; ordine di cattura nel quale si parla di sospetta appartenenza all’associazione camorristica Nuova Camorra Organizzata (N.C.O), il clan cioè diretto e capeggiato da Raffaele Cutolo: un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e dei reati contro il patrimonio e la persona”. […] L’accusa si basa…

  • 13 Giugno 1983 Palermo. Agguato Via Scobar. Uccisi il capitano Mario D’aleo e i carabinieri Giuseppe Bommarito e Pietro Morici.

    13 giugno 1983, a Palermo, in via Scobar ci fu una strage. Bersagli furono tre giovani carabinieri: il capitano Mario D’aleo, 29 anni, comandante della compagnia carabinieri di Monreale, massacrato dai criminali di “Cosa Nostra” sotto la sua abitazione, l’appuntato Giuseppe Bommarito, 38 anni,  ed il carabiniere Pietro Morici, 26 anni, uccisi in macchina, a poca distanza dal portone. Il capitano D’aleo aveva preso il ruolo di comandante della compagnia dopo la morte del capitano Emanuele Basile, ucciso tre anni prima, il 4 maggio 1980, sotto gli occhi della moglie e della figlia, e ne aveva ereditato le indagini sui traffici illeciti gestiti dai clan di San Giuseppe Jato, Altofonte…

  • 28 Aprile 1983 Domenico Celiento, Brigadiere dei Carabinieri, viene ucciso in un agguato sulla circonvallazione esterna di Napoli.

    Domenico Celiento, brigadiere dei carabinieri fu ucciso in un agguato, avvenuto sulla Circumvallazione esterna di Napoli, il 28 aprile del 1983. Il giovane carabiniere lasciò la moglie e due figli, Maria di 4 anni e Lucia di appena 12 mesi. Il militare, che prestava servizio presso la compagnia Stella, era da tempo impegnato in una serie di indagini sulle estorsioni ai commercianti.   Tratto da: ancpioltello.blogspot.com Domenico Celiento, il leggendario Brigadiere “Mimmo”, operante nel vasto territorio di competenza, quello della Compagnia Carabinieri di Napoli- Stella, con giurisdizione sui quartieri più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica, dalla Sanità a Forcella, passando per San Carlo all’Arena e Borgoloreto (con la…

  • 27 Aprile 1983 Palermo. Ucciso Gioacchino Crisafulli, appuntato dei Carabinieri in pensione. “Aveva dedicato 40 anni della sua vita a combattere la mafia e la malavita organizzata”

    27 Aprile 1983 Palermo. Ucciso Gioacchino Crisafulli, appuntato dei Carabinieri in pensione. “Aveva dedicato 40 anni della sua vita a combattere la mafia e la malavita organizzata”. Sembra che il suo fu un omicidio “preventivo”, era “colpevole” di essersi insospettito per le manovre di un camion guidato da un “picciotto” e che trasportava casseforti piene di soldi provenienti dal traffico di droga.       Articolo del Corriere della Sera del 4.07.1998   Il codice di morte dei corleonesi Uccidevano anche per punire un furto a casa del boss o la pedofilia di Giorgio Petta PALERMO – Luce su un quarto di secolo di storia della mafia palermitana. Scandita da cinquanta…

  • 11 Marzo 1983 Palermo. Ucciso l’imprenditore edile Salvatore Pollara, Aveva testimoniato per fare processare i responsabili dell’omicidio del fratello e denunciando le richieste estorsive.

    Salvatore Pollara era un costruttore edile di Palermo. Aveva collaborato con la giustizia per fare processare i responsabili dell’omicidio del fratello Giovanni, scomparso nel 1979, e aveva denunciato i tentativi di richiesta del pizzo. L’11 Marzo 1983 fu assassinato, in Via Montuoro, mentre rientrava a casa a bordo di una Renault guidata da un amico. La vettura fu bloccata da due killer che fecero fuoco ripetutamente. Salvatore Pollara morì sul colpo. Il conducente della vettura rimase ferito.         Si ringrazia per la nota Giovanni Perna di dedicatoallevittimedellemafie 11 Marzo 1983 Palermo. Ucciso il costruttore edile Salvatore Pollara, la cui impresa stava realizzando il restauro della monumentale Cattedrale…

  • 5 Marzo 1983 Santa Maria Capua Vetere (CE) Ucciso Pasquale Mandato, maresciallo degli agenti di custodia presso il carcere locale.

    La mattina del 5 marzo 1983 il maresciallo degli agenti di custodia Pasquale Mandato, 53 anni, viene raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco mentre si sta recando a lavoro alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Viene soccorso prontamente dai suoi colleghi ma ciò nonostante muore poco il ricovero in ospedale. Il maresciallo aveva fatto in modo che alcuni camorristi non potessero beneficiare di “favori” che non spettavano loro e ciò ha scatenato la vendetta degli 8 Killer. A dargli il colpo di grazia è stato Michelangelo d’Agostino, poi diventato collaboratore di giustizia. Il 9 marzo 1983 i sindacati Cigl, Cisl e Uil organizzano uno sciopero contro…

  • 3 Febbraio 1983 Lusciano (Ce). Francesco Brunitto, assessore democristiano responsabile dell’urbanistica, cadde sotto il tiro dei killer della malavita.

    Francesco Brunitto Assessore democristiano al Comune di Lusciano (Ce), si occupava di urbanistica. Fu ucciso il 3 febbraio 1983. Per questo omicidio finirono in carcere i sei fratelli De Cicco, personaggi di spicco della criminalità organizzata. L’assassinio dell’assessore democristiano fu l’ultimo episodio di una catena di intimidazioni contro l’amministrazione comunale di Lusciano. Fonte: Memoria Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie Ed. Abele 2015 Il libro realizzato da Libera – Associazioni, nomi, e numeri contro le mafie, è curato da Marcello Cozzi, Riccardo Christian Falcone, Iolanda Napolitano, Simona Ottaviani, Peppe Ruggiero   Si ringrazia  amicidilibera.blogspot.it per l’aiuto nella ricerca di nomi e storie da non dimenticare     Articolo…

  • 31 Gennaio 1983 Napoli. Ucciso Nicandro Izzo, appuntato in servizio presso la Casa Circondariale di Poggio Reale.

    Nicandro Izzo, Appuntato del Corpo degli Agenti di Custodia – nato a Calvi Risorta (CE) il 01/12/1944 in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale. Il 31 gennaio 1983, dopo numerose minacce ricevute, veniva ucciso con un colpo di pistola alla testa da parte di ignoti, a poche decine di metri dall’Istituto. Nel corso delle successive indagini è emerso il chiaro stampo camorristico dell’omicidio. L’Appuntato Izzo è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno. A lui è intitolata l’area verde attrezzata per bambini nel Comune di Pignataro Maggiore (CE). Nota di polizia-penitenziaria.it     Articolo da La Stampa del 1 Febbraio 1983 Prendeva…

  • 27 gennaio 1983 Carlentini (SR). Ferito a Morte Benedetto Magro, 64 anni, guardia giurata, nel corso di una rapina alla banca presso cui prestava servizio.

    Benedetto Magro, 64 anni, guardia giurata, fu ferito a morte il 27 gennaio 1983 mentre era in servizio davanti la banca Agricola di Ragusa a Carlentini (SR);  alle 10.00 circa affrontò un commando di rapinatori che stava per fare irruzione armi in pugno nella banca. Morì dopo 24 ore di agonia per i colpi di arma da fuoco subiti. Benedetto Magro a maggio del 1983, 4 mesi dopo la fatale rapina, sarebbe stato collocato in pensione.     Fonte: informatoredisicilia.it Articolo di gennaio 2014 Benedetto Magro, vigilantes muore per sventare una rapina in banca: esempio eroico. Benedetto Magro, 64 anni, fu ferito a morte il 27 gennaio 1983 e dopo…

  • 25 Gennaio 1983 Valderice (TP). Ucciso il Magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto

    Il 25 Gennaio 1983 a Valderice (TP) venne ucciso il magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto. Nato a Milano da famiglia trapanese, era entrato in magistratura nel 1970; quando fu ucciso aveva quarant’anni ed era sposato e padre di tre figlie. Nel 1995 le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (Rosario Spatola, Giacomo Filippello, Vincenzo Calcara e Matteo Litrico) portarono all’identificazione dei responsabili dell’omicidio. Furono condannati all’ergastolo i boss mafiosi Salvatore Riina e Mariano Agate. Il magistrato trapanese venne ucciso su ordine di Totò Riina perché il giudice aveva dato “fastidio” al capo di Cosa nostra. “Fastidi” che erano destinati ad aumentare perché il magistrato stava per essere trasferito, su sua…