• 21 Luglio 1979 Palermo. Ucciso Giorgio Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile, con sette colpi di pistola alle spalle.

    Giorgio Boris Giuliano (Piazza Armerina, 22 ottobre 1930 – Palermo, 21 luglio 1979) è stato un poliziotto italiano, investigatore della Polizia di Stato e capo della Squadra Mobile di Palermo. Diresse le indagini con metodi innovativi e determinazione, facendo parte di una cerchia nei fatti isolata di funzionari dello Stato che, a partire dalla fine degli anni settanta, iniziarono un’autentica lotta contro la mafia dopo che, nella deludente stagione degli anni sessanta, troppi processi erano falliti per mancanza di prove. Venne ucciso dal mafioso Leoluca Bagarella, che gli sparò sette colpi di pistola alle spalle. Il Vice Questore Giuliano era il Capo della Squadra Mobile di Palermo. Era uno dei…

  • 11 Luglio 1979 Milano. Uccisione dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, Liquidatore della Banca Privata Italiana di Sindona.

    Giorgio Ambrosoli, avvocato milanese ed esperto in liquidazioni coatte amministrative, fu nominato negli anni Settanta commissario liquidatore delle banche di Michele Sindona. Iniziò così ad indagare sulle attività bancarie a New York e in Italia del banchiere siciliano, scoprendo gravi irregolarità e illegalità. A queste scoperte seguirono minacce, intimidazioni e forti pressioni anche dal mondo politico che non fermarono Ambrosoli nelle sue indagini, il quale a conclusione delle stesse avrebbe dovuto firmare una relazione formale. Il giorno stabilito per l’atto era il 12 luglio 1979. La sera prima, l’11 luglio, Giorgio Ambrosoli venne assassinato, come aveva temuto e previsto in una lettera inviata alla moglie, sotto il portone della sua…

  • 4 Giugno 1979 Montevago (AG). Ucciso da dei rapinatori il Brigadiere Baldassare Nastasi.

    Brigadiere dei Carabinieri Baldassare Nastasi, 40 anni, fu ucciso da dei rapinatori a Montevago (AG) il 4 giugno del 1979. Medaglia d’argento al valor Militare con la seguente motivazione: “Addetto a Nucleo operativo e radio­mobile di compagnia, in occasione di rapina perpetrata in Istituto di Credito della zona, si poneva con militare dipendente alla ricerca di autori e mentre si accingeva ad identificare due individui, successivamente risultati responsabili del crimine, veniva fatto segno a numerosi colpi di pistola esplosi da brevis­sima distanza, benché mortalmente ferito, trovava la forza di reagire con la pistola in do­tazione fino a quando si accasciava al suolo esanime. Luminoso esempio di attaccamento al dovere spinto…

  • 26 Aprile 1979 Palermo. Ucciso Alfonso Sgroi, 45 anni, guardia giurata, durante una rapina alla Cassa di Risparmio.

    Alfonso Sgroi, si trovò improvvisamente senza un lavoro, fu così costretto ad accettare di fare la guardia giurata. Non fu semplice per lui dover prendere confidenza con un’arma da fuoco ma doveva farlo. La mattina del 26 aprile 1979 ci fu una rapina nella banca in cui prestava servizio. Mentre tentava di proteggere una donna che disperata urlava dal terrore, i rapinatori lo colpirono mortalmente. Scapparono lasciandolo agonizzante. Per Alfonso non ci fu nulla da fare. Lasciò una moglie e due figlie. (Fonte: liberanet.org) Facevano parte della banda dei rapinatori i mafiosi Pino Greco, detto “scarpuzzedda”, e Pietro Marchese. (Fonte: Centro siciliano di documentazione “G. Impastato” Palermo)      …

  • 6 Aprile 1979 Palermo. Vincenzo Russo, 40 anni, brigadiere della Polizia Ferroviaria, resta ucciso durante un tentativo di rapina.

    Vincenzo Russo era in Polizia da circa 10 anni e, dopo i primi anni d’impiego in vari servizi d’istituto, era stato trasferito alla Polizia Ferroviaria, prestando servizio a Reggio Calabria e a Castelvetrano (TP). Superato il corso per sottufficiale, era stato assegnato nuovamente alla Polizia Ferroviaria, a Palermo. Fu ucciso poco dopo l’alba del 6 Aprile 1979, alle ore 5,55, all’interno della Stazione Centrale di Palermo. Era stato comandato, insieme alla Guardia Mustazza Antonino, di 29 anni, di scorta sul treno locale per Sant’Agata di Militello al sacco postale, contenente circa un miliardo di lire in denaro contante ed assegni. La Guardia Mustazza precedeva il carrello, che era spinto dall’impiegato,…

  • 20 marzo 1979 Roma. Assassinato Carmine Mino Pecorelli, giornalista, in circostanze ancora da chiarire

    Era il 20 marzo 1979 quando il giornalista Mino Pecorelli fu assassinato. Il giornalista era appena uscito dalla sede del giornale in cui lavorava, in via Tacito 50, e stava andando in via Orazio, dove aveva posteggiato l’auto. Dopo essere entrato nell’autovettura e aver fatto manovra, fu colpito da quattro colpi calibro 7,65 della marca Gevelot. Secondo quanto fu accertato dalle indagini, i proiettili che uccisero Pecorelli erano molto costosi e introvabili addirittura al mercato nero, e gli unici ad esserne in possesso erano i componenti della banda della Magliana. Ma perché fu ucciso? A lungo la figura di Pecorelli è stata definita come controversa. Era una delle penne del…

  • 9 Marzo 1979 Palermo. Viene assassinato Michele Reina, segretario provinciale democristiano. “Ucciso per proteggere gli interessi di Vito Ciancimino”.

    Michele Reina, segretario provinciale della DC di Palermo, viene assassinato in una agguato mafioso il 9 marzo del 1979. Inizialmente l’omicidio fu rivendicato, con una telefonata al “Giornale di Sicilia” da presunti appartenenti ai terroristi di “Prima Linea”. Un’altra telefonata minacciò altri attentati se non fosse stato scarcerato il capo delle Brigate Rosse, Renato Curcio. La verità l’ha raccontata Tommaso Buscetta, durante la sua collaborazione, nel lungo racconto fatto al giudice Giovanni Falcone: “Anche l’onorevole Reina è stato ucciso su mandato di Salvatore Riina”. “Il 22 aprile del 1992, a Palermo si aprirà il processo per i cosiddetti “omicidi politici”: tra questi, anche quello di Michele Reina. Nell’aprile del 1999,…

  • 19 Febbraio 1979 Palermo. Ucciso Giuseppe Spallino, commerciante di macchine stradali, ucciso per il suo nome, un caso di omonimia.

    Storia dell’assassinio di Giuseppe Spallino Aveva lo stesso nome,  possedeva una Mercedes chiara come l’altro, ambedue commercianti con attività a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, Lui in Via F. Crispi l’altro in Via dei Cantieri, Lui vendeva macchine stradali, l’altro automobili. Ambedue erano Pino per gli amici. Hanno condiviso anche la stessa sorte, il nostro Pino assassinato il 19 Febbraio 1979, l’altro il 4 Marzo del 1980. Il nostro Pino però era una persona perbene, che pensava alla famiglia ed al lavoro. L’altro era il portaborse di Badalamenti che, mentre uccidevano il nostro Pino, era in galera perché trovato in possesso di un’arma da fuoco all’interno del Tribunale di…

  • 9 Febbraio 1979, Sambatello di Reggio Calabria – Antonino (Nino) Tripodi e Rocco Barillà, morti per un passaggio

    Antonino Tripodi (25 anni) e Rocco Barillà (26) sono stati uccisi in un agguato  a Sambatello di Reggio Calabria, il 9 febbraio del 1979. Ammazzati per avere dato un passaggio in auto alla persona sbagliata. Con loro c’era il sorvegliato speciale Rocco D’Agostino. Un semplice passaggio in macchina, una piccola cortesia che a Sambatello non si rifiuta a nessuno. Ma nel ’79 c’era ancora la guerra di ‘ndrangheta. Antonino Tripodo ha lasciato una moglie in gravidanza. E suo figlio, Antonino come lui, al dolore ha dovuto aggiungere la rabbia di scoprire che tutti i faldoni e i documenti su suo padre sono scomparsi, non sono più negli archivi del Tribunale.…

  • 26 Gennaio 1979 Palermo. Assassinato Mario Francese, giornalista del “Giornale di Sicilia”

    Mario Francese, 53 anni, cronista del Giornale di Sicilia, fu ucciso il 26 gennaio del 1979 a Palermo davanti al portone di casa. Il movente del delitto è stato ricondotto dai giudici di primo grado allo “straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni ’70. I processi hanno ricostruito la stretta relazione tra il delitto e il lavoro di Francese, che aveva intuito gli interessi mafiosi sulla costruzione della diga Garcia e l’intreccio col mondo dell’economia e degli appalti pubblici. Sono stati condannati, nel 2002 in via definitiva, per questo assassinio, Totò Riina, Leoluca Bagarella, Raffaele Ganci,…