• 3 maggio 1976 Pomarance (PI). Rapito Pietro Maleno Malenotti, 63 anni, produttore cinematografico. Il suo corpo non è stato mai ritrovato

    Pietro Maleno Malenotti, produttore cinematografico («La donna più bella del mondo» con Gina Lollobrigida. «La grande strada azzurra» con Yves Montand e Simon Signoret), il 3 maggio del 1976 è a cena nella sua villa di Pomarance, in provincia di Pisa, quando viene rapito da banditi armati. La sua auto «Ford Capri GT 1700» intestata alla moglie verrà ritrovata nell’autostrada del sole nei pressi del casello di Firenze sud. I familiari pagheranno un riscatto, ma il produttore non ha fatto ritorno a casa. Fonte:  archivio.unita.news       Fonte: it.wikipedia.org Maleno Malenotti (Castagneto Carducci, 1913 – 1976) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Pietro Maleno Malenotti (questo…

  • 5 aprile 1976 Palermo. Ucciso Salvatore Buscemi, 28 anni, non sottostava alle leggi della mafia.

    Salvatore Buscemi, ventotto anni, venne ucciso dalla mafia a Palermo il 5 aprile del 1976. Il ragazzo venne “punito” per essersi introdotto nell’attività di contrabbando di sigarette senza affiliarsi a nessuna delle cosche mafiose che controllavano all’epoca questa attività. Si trovava in un locale con uno dei suoi fratelli quando due uomini incappucciati entrarono e gli spararono. Lascia moglie e quattro figli. Sua sorella Michela, fu tra le poche donne a costituirsi parte civile nel Maxi Processo. Fonte:  vivi.libera.it       Fonte: iltarlopress.it Articolo del 1 Settembre 2015 Incontro con Michela Buscemi, la donna audace che sfidò la mafia di Serena Saputo Ventinove anni sono passati da quel giorno…

  • 21 Marzo 1976 Melito Porto Salvo (RC). Muore in ospedale Caterina Liberti. Le avevano sparato 2 giorni prima nel suo paese, Bruzzano. Uccisa perché aveva infranto la «legge dell’omertà»?

    Caterina Liberti è morta a Melito Porto Salvo la mattina del 21 marzo 1976 all’ospedale Tiberio Evoli dove era stata ricoverata in seguito a ferite di arma da fuoco. Tre giorni prima, venerdì 19 marzo, Caterina era stata colpita da alcune fucilate nella piazzetta del suo paese, Motticella di Bruzzano, mentre rincasava insieme alla madre. Aveva 36 anni e una figlia di 14 anni. Il movente dell’omicidio sembrerebbe legato ad una denuncia che aveva sporto ai carabinieri qualche tempo prima. Caterina Liberti faceva la contadina e tempo prima le erano state rubate 4 capre. Dopo aver tentato invano di recuperarle, ne aveva denunciato il furto ai carabinieri. Uccisa perché aveva…

  • 4 Marzo 1976 Mezzojuso (PA). Ucciso Giuseppe Muscarella, 50 anni, padre di quattro figli, dirigente dell’Alleanza coltivatori.

    Giuseppe Muscarella, 50 anni, sindacalista, contadino, sposato e padre di quattro bambini, è stato ucciso a Mezzojuso (PA), con due fucilate alle spalle, il 4 marzo del 1976. Gli assassini, dopo averlo freddato, gli hanno impiccato la cavalla sulla quale stava rientrando a casa. Due anni prima aveva rotto con la Coldiretti e con una ottantina di contadini poveri e piccoli allevatori aveva fondato l’Alleanza coltivatori e, con 26 di loro, fondato una cooperativa. Aveva promosso una campagna per l’acquisto collettivo di fertilizzanti rompendo il monopolio delle cosche, fertilizzanti acquistati direttamente al prezzo di 10.800 lire al quintale contro le 18 mila lire imposto con le “intermediazioni parassitarie”. Per i…

  • 21 febbraio 1976 Cittanova (RC). Ucciso Luigi Timpano, 43 anni, vittima innocente di una faida del paese.

    Luigi Timpano, 43 anni, ucciso a Cittanova (RC) il 21 febbraio 1976. Vittima innocente di una faida scoppiata negli anni sessanta tra i Facchineri (alleati ai Marvaso, Varone e Monteleone) e i Raso-Gullace-Albanese-De Raco. Avrebbe dovuto testimoniare in un procedimento a carico di una delle due famiglie.         Tratto da: FAIDA “Ti uccido fino all’ultima generazione” Articolo di Alberto Salani pubblicato il 22 novembre 1980 Fonte: Rivista settimanale Epoca Ringraziamo per la ricerca: Il Sig. Leonardo della Xedizioni A Cittanova, in Calabria, da più di dieci anni due famiglie conducono fra loro una guerra che ha causato già trentanove morti. La gente del paese vive nella paura.…

  • 27 Gennaio 1976 Alcamo Marina (TP) uccisi i carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Una strage che ha una terza vittima: Giuseppe Gullotta, che ha trascorso 21 anni in carcere, condannato all’ergastolo, da innocente.

    La notte del 27 gennaio 1976 un commando fece irruzione nella piccola caserma dei carabinieri di Alcamo Marina (stazione balneare di Alcamo ) ove trucidò l’appuntato Salvatore Falcetta e il carabiniere Carmine Apuzzo. Dopo 21 anni, l’unico che stava scontando la pena per questa strage, due fuggirono in Sudamerica e l’altro si è suicidato in circostanze misteriose, è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Una storia piena di depistaggi, estorsioni carpite con la tortura ed innocenti condannati all’ergastolo. La verità, secondo un poliziotto che ha ritrovato la memoria di recente, è che i due militari trucidati nella casermetta pagarono per avere fermato il furgone sbagliato.…

  • 5 Gennaio 1976 Afragola (NA) Ucciso il maresciallo Gerardo D’Arminio che stava indagando sui legami della malavita campana-sicula-calabrese.

    Il 5 gennaio 1976 ad Afragola (Napoli), è assassinato il maresciallo dei carabinieri Gerardo D’Arminio, del Nucleo Investigativo, specializzato nella lotta alla mafia. D’Arminio stava indagando sui legami della malavita campana-sicula-calabrese legati ai traffici di droga internazionale. Erano gli anni ’70, D’Arminio, incaricato di dirigere il nucleo antidroga, scopre il canale attraverso il quale si importa l’eroina. La sera del 5 gennaio stava accompagnando il figlioletto di 4 anni in un negozio di giocattoli, quando viene giustiziato da un colpo di fucile proveniente da una cinquecento gialla. In quell’auto c’erano degli appartenenti al clan Moccia sul quale stava dirigendo le sue indagini. Dell’omicidio si autodenunciò l’ultimo dei fratelli Moccia, Vincenzo,…

  • 12 Dicembre 1975 Reggio Calabria. Giuseppina Utano, 3 anni, restò uccisa in un agguato al padre

    Giuseppina Utano, 3 anni appena, fu uccisa a Reggio Calabria nel corso di un agguato a suo padre Sebastiano. Colpita alla testa dai pallettoni indirizzati al padre, guardaspalle del boss di San Giovanni di Sambatello. Nell’agguato rimase gravemente ferita anche la madre della piccola, in avanzato stato di gravidanza. L’intera famiglia era in auto quando fu investita dai colpi esplosi probabilmente da più di un killer. Fonte:  Liberanet.org       Fonte:  archiviolastampa.it/  Articolo del 14 dicembre 1975 Bimba di 3 anni uccisa in auto in un agguato contro suo padre Guerra di cosche a Reggio Calabria. Reggio Cal. 13 dicembre. Una bimba di tre anni uccisa, la madre in…

  • 14 novembre 1975 Oristano. Rapito Pietro Riccio, avvocato. Morì durante la prigionia, i resti furono ritrovati nel 1997.

    Pietro Riccio (Sedilo, 12 aprile 1921 – 14 novembre 1975) è stato un politico italiano. Laureato in Giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato diventando uno dei più noti penalisti sardi. Iniziò la carriera politica come sindaco di Oristano e nel 1972 fu eletto alla camera dei deputati nelle file della Democrazia Cristiana. Nel novembre 1975, mentre era ancora in carica come deputato, fu fatto sequestrare e uccidere dal bandito Giovanni Santo Puddu, di cui era stato difensore, che voleva vendicarsi per l’eccessiva parcella pagata per una difesa giudicata insufficiente. it.wikipedia.org                   Fonte:  archivio.unita.news Articolo del 20 dicembre 1975 Si teme per la…