I Testimoni di Giustizia. Storia di chi ha testimoniato contro le mafie

VINCENZO CONTICELLO

Articolo del 5 Febbraio 2011 da  italiadallestero.info

Vincenzo Conticello: un ristoratore si oppone alla mafia

di Karl Gaulhofer (Die Presse.com)

Il gastronomo Vincenzo Conticello si è rifiutato di pagare il pizzo e ha fatto finire dietro le sbarre i ricattatori. La conseguenza: i clienti sono spariti. Ora l’eroe antimafia si salva andando all’estero, fino in Cina.

Sembra strano, ma ha un sapore delizioso: milza di vitello fritta nello strutto, formaggio grattugiato, servita in un delicato panino al sesamo. Questa tipica specialità da strada siciliana è stata apprezzata anche da Garibaldi. Nel 1860 sbarcò a Palermo per liberare l’Italia dalla dominazione straniera – ma prima si fermò all’”Antica focacceria San Francesco”, per rimettersi in forze prima della sua missione rivoluzionaria.

Oggi, il ristoratore che rappresenta la quinta generazione, si trasferisce all’estero per liberare l’Italia da una piaga tipica di casa nostra: la criminalità organizzata. Infatti nel 2005 si è rifiutato di pagare il pizzo. Così il 51enne è diventato il portabandiera del movimento antimafia, e vive sotto stretta protezione e senza dimora fissa. Un eroe controvoglia: per la verità l’ambizioso imprenditore aveva tutt’altre intenzioni – fare soldi con pregiati spuntini a base di focaccia dorata e cento altre specialita’, aprendo filiali in tutto il mondo.

Negli ultimi anni l’infaticabile Vincenzo ha studiato scienze politiche e si è spinto fino in Sudamerica dove è rimasto a lungo per mettere in piedi alcuni progetti di ecoturismo. Dieci anni fa è ritornato a Palermo per dare una mano all’anziano padre. Assieme al fratello Fabio ha tirato a lucido le decorazione in stile Liberty e dato una ventata nuova alla storica focacceria con annesso ristorante nel cuore del centro storico.

Onestà al posto di scandali

Il pizzo? Fino ad allora non era un problema. Il fatturato consisteva in circa due milioni di euro, troppo poco per fare gola. I padrini e i clan mafiosi stessi erano tra i suoi migliori clienti. Si accontentavano di chiedere ed ottenere uno sconto, quando la famiglia Conticello provvedeva alla consegna delle loro squisite e genuine specialità in occasione di cene e banchetti nuziali organizzati dai mafiosi.

Ma Vincenzo aveva mire più alte. Progettava filiali in tutta Italia, e sondava il terreno anche in Cina. 15 milioni di euro di fatturato annuo e 600 dipendenti il suo giro d’affari del 2005. Quando c’è da guadagnarci ai mafiosi viene l’acquolina in bocca e vogliono metterci il becco. Inoltre l’onesto gastronomo inziava a diventare qualche seccatura, poiché rispettando le regole pagava le tasse, metteva in regola i suoi dipendenti e pagava tutti puntualmente.

L’incubo è iniziato con piccoli misteriosi guasti. Saltava la corrente, mancava l’acqua, vetrate che andavano in frantumi. Poi un giorno è comparso improvvisamente alla porta un signore vestito elegantemente che consigliava subito una protezione completa contro ogni tipo di seccatori, dalla criminalità rivale fino ai controlli della Finanza, per solo 500 euro al mese. Un’offerta che non si poteva rifiutare, ma che l’ostinato ristoratore tuttavia respinse. Seguirono minacce di morte e una nuova richiesta in danaro, di oltre 50.000 euro – un forfait per il passato, poiché il locale dal lontano 1834 anno di fondazione non aveva mai pagato il pizzo. Il coraggioso gastronomo prima denunciò i suoi ricattatori e poi testimoniò contro di essi in tribunale. Quattro mafiosi furono condannati complessivamente a quasi cinquant’anni di reclusione.

In seguito nel 2007 Conticello diventò il fiore all’occhiello del gruppo „Addio Pizzo“, un’iniziativa che vuole liberare la Sicilia dalla vergogna delle numerose estorsioni mafiose. Ma l’esempio all’inizio ebbe scarso effetto. Al contrario: la focacceria andò in crisi, le richieste di catering sparirono e i fornitori si eclissarono, i tavoli nel ristorante restavano vuoti. Il motivo è ben chiaro: un carabiniere armato di mitraglietta piazzato sulla porta non crea un’ atmosfera adatta al pranzo.

Panini al posto delle chiacchiere

Anche il proprietario stesso è scortato 24 ore su 24 da una guardia del corpo armata, si sposta con un’auto blindata e ha vari domicili segreti. Conticello ha dovuto mettere da parte i suoi ambiziosi progetti. Tuttavia non ha mollato e ha preso il volo: se non poteva fare affidamento sulla sua Palermo, allora andava a cercare fortuna altrove – ma in piccolo passi. Ha creato due filiali a Milano e una caffetteria nella libreria Feltrinelli di Roma. Il nuovissimo angolo ristoro inaugurato nell’aeroporto romano di Fiumicino, da gennaio è già molto frequentato da numerose personalità politiche. Persino il presidente della camera Fini gli ha inviato le sue congratulazioni.

Ma poi c’è stata la svolta: soprattutto tra gli Italiani del nord e turisti e’ diventato di moda unire lo snack con l’impegno politico. Il ristoratore antimafia ha cominciato a girare per il mondo, dal ricevimento del sindaco di Parigi agli Action Days a New York fino alle conferenze nelle università tedesche. Con questo nuovo slancio si avventura verso grandi progetti. L’anno prossimo saranno inaugurate nuove filiali a Berlino, Francoforte e Monaco. Anche la Cina torna di nuovo tra le sue mete: sono in allestimento un locale ad Hong Kong e due a Pechino, seguirà una catena in franchising. I cuochi cinesi si stanno già preparando alle raffinatezze della cucina italiana.

Ma anche nella sua terra di Sicilia, che Conticello vede solo di rado, qualcosa si sta muovendo. “Addio Pizzo” guadagna terreno. Sempre più commercianti, cuochi e costruttori si aprono al movimento e dichiarano orgogliosamente la propria impresa zona franca dalle tangenti. In Italia non solo l’amore si prende per la gola, anche la rivoluzione.

Videoyoutube

Vincenzo Conticello

Caricato in data 25/mar/2010

Video contributo di Vincenzo Conticello per il workshop di ASP sulla Legalità, tra i primi imprenditori che a Palermo hanno denunciato il pizzo. Il dott. Conticello racconta alle telecamere della Luiss Tv la sua esperienza, la sua vita dopo la denuncia.

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