Il suono di una sola mano. Storia di mio padre Mauro Rostagno di Maddalena Rostagno e Andrea Gentile
Editore: Il Saggiatore
Passeggiate tra cuscini, amache e altalene, nelle stanze del più grande centro sociale italiano, Macondo, alla fine degli anni settanta, a Milano. Attraversate Pune, in India, per ascoltare Osho, e osservate, mentre si alza il sole, tre elefanti passare con i baldacchini sulla schiena. Arrivate a Trapani, punta estrema d’occidente d’Italia, a due passi dall’Africa, in una piccola frazione di campagna, e trasformate un vecchio baglio nel più laico e libertario centro di recupero per tossicodipendenti, la comunità Saman. Immaginate di essere Mauro Rostagno – leader del Sessantotto, amante della vita e della libertà – e di lavorare in una piccola televisione locale, Rtc. Immaginate di sfidare ogni giorno, dagli schermi di Rtc, la più grande organizzazione criminale d’Italia: Cosa Nostra. Ora immaginate di essere Maddalena Rostagno, figlia di Mauro. Maddalena e Milano e l’India e Trapani, Maddalena che guarda in tv suo padre, Maddalena che la sera del 26 settembre 1988 sente dei colpi di pistola, a pochi passi da casa. Maddalena, che otto anni dopo vede sua madre in carcere, arrestata con l’accusa di favoreggiamento per l’omicidio di Mauro, colpita dalla macchina del fango. Maddalena che cresce, che riapre i cassetti, che legge le carte giudiziarie, che scongela il dolore. Maddalena che aspetta per anni che vengano trovati i veri assassini di suo padre. Fino all’apertura del processo, nel 2011, ben ventitré anni dopo quella sera di autunno… Prefazione di Michele Serra.
Fonte: ilsaggiatore.com
«Dalla lotta di classe alla lotta alla mafia, dal rosso del comunismo all’arancione di Osho, da Torino a Trento a Palermo, da Pune a Milano, da Trapani fino alle stelle dove certamente il suo spirito scintilla.»
Dalla prefazione di Michele Serra
Immaginate di essere Mauro Rostagno e di lavorare in una piccola televisione locale. Immaginate di sfidare ogni giorno Cosa Nostra. Ora immaginate di essere Maddalena, sua figlia. Maddalena che la sera del 26 settembre 1988 sente gli spari, a pochi passi da casa; che otto anni dopo vede sua madre in carcere, arrestata con l’accusa di favoreggiamento per l’omicidio di Mauro. Maddalena che cresce, che riapre i cassetti, che scongela il dolore. Fino all’apertura del processo, nel 2011, ventitré anni dopo.
Allestendo un montaggio serrato, Maddalena Rostagno e Andrea Gentile scrivono un racconto intimissimo, un’inchiesta, un romanzo picaresco. La storia dell’uomo che sfidò la mafia guardandola negli occhi. La storia dell’uomo capace di sentire il suono di una sola mano.
Andrea Gentile (Isernia, 1985) è autore de L’impero familiare delle tenebre future (Il Saggiatore 2012) e Volevo tutto. La vita nuova (Rizzoli 2014).
Maddalena Rostagno, (Palermo, 1973) ha vissuto a Roma, in India, in Sicilia, tanti anni a Milano e ora vive a Torino con il suo bambino e una gatta. Ha avuto un’infanzia movimentata per la militanza politica dei genitori e ha imparato che essere nomadi nella vita è bello. Ora lavora nel sociale.
Recensione da: mumblemumble.blog.unita.it
Un flusso di coscienza per far rivivere Mauro Rostagno
di Marco Rizzo
Abbiamo già parlato di Mauro Rostagno su queste colonne virtuali. Chi segue con attenzione questo blog, saprà quanto sono affezionato alla sua figura e chi ha letto il fumetto che ho realizzato con Nico Blunda e Giuseppe Lo Bocchiaro sa quanto abbiamo studiato il suo passato e la sua persona. È quindi un dovere di coerenza, oltre che un atto d’affetto e un piacere, segnalare l’uscita di Il suono di una sola mano – Storia di mio padre Mauro Rostagno, scritto dalla secondogenita Maddalena e da Andrea Gentile. È un flusso di coscienza, un vortice di ricordi e sensazioni, un cuore che si apre e scaraventa addosso al lettore la parte privata di un protagonista della Storia recente d’Italia, con capatine verso quella parte pubblica (l’impegno civile, il giornalismo, la sociologia) che probabilmente e purtroppo ne ha decretato la fine. C’è tanta musica, ascoltata e citata, tanti sfondi affascinanti (la Palermo dei movimenti, le università occupate, l’India degli arancioni, la Sicilia delle comunità…), tanti protagonisti della sinistra italiana, ci sono due figure, scomparse solo un mese fa, che sono stati fondamentali negli ultimi anni per il caso Rostagno. Come Francesco Cardella, guru e manager, cofondatore di Saman con Mauro e la sua compagna Chicca Roveri. Dopo avere dato la sua versione dei fatti dalle colonne dei giornali locali, ci si aspettava (in verità con poca fiducia) una sua capatina nell’aula Falcone del Tribunale di Trapani come testimone nel processo in corso sull’omicidio Rostagno. Cardella è morto per un infarto nel suo esilio dorato in Nicaragua, dove aveva ripiegato quando si cominciò a indagare sulla famosa “pista interna”. E il giornalista Giuseppe D’Avanzo, prima tra i principali sostenitori di quella stessa pista, poi capace di chiedere pubblicamente scusa, con una bella intervista a Chicca condotta fuori dal tribunale, mentre venivano alla luce dati e prove importanti che confermano la mano della mafia (appoggiata, chissà, da quali gruppi di potere locali e non). Ed è illuminante anche su quel fronte, questo libro/diario/confessione, e non c’è momento più adatto dell’uscita di un processo che vede imputati due mafiosi di spicco per l’omicidio del siciliano d’adozione. Chissà se quest’opera, sudata, sofferta, appassionata come ci si aspetterebbe, non contribuisca ad accendere i riflettori sul caso. Perché scoprire chi voleva morto Rostagno, non rappresenterebbe solo un atto di giustizia nei confronti di Maddalena, come degli altri familiari e degli amici. Ma potrebbe dare le risposte più scomode e forse più necessarie a tutti gli italiani onesti, quelli già beffati dalle sentenze di troppi processi sui misteri del nostro Bel paese.
Festivaletteratura 2011 – Evento 191: In vita e in morte di Mauro Rostagno
Maddalena Rostagno e Andrea Gentile con Carlo Lucarelli
Fonte: festivaletteratura.it
Il suono di una sola mano. Storia di mio padre Mauro è il libro che Maddalena Rostagno racconta in prima persona nel cortile di Palazzo San Sebastiano, letteralmente preso d’assalto dal pubblico. Con lei, figlia del giornalista ucciso nel 1988, ci sono il coautore Andrea Gentili e lo scrittore Carlo Lucarelli. E’ proprio Lucarelli ad aprire la discussione, parlando della mafia e del suo potere di espansione, anche in ambiti insospettabili della vita quotidiana. Quando la parola passa a Maddalena, la platea rimane ammutolita e la commozione è dietro l’angolo: la donna rievoca il mistero sulla morte del padre, un mistero che ha tenuto banco per molti anni e che sembrava non avere mai fine. Catapultata in un incubo giudiziario, la famiglia Rostagno sta solo ora assaporando l’idea che presto sarà fatta giustizia: per il delitto del giornalista, assassinato all’età di 46 anni, è infatti finito sotto processo un boss mafioso del trapanese.