INFAMI Spettacolo teatrale tratto dal libro di Alfonso Russi. Compagnia: La Società dello Spettacolo
I Commenti
Infami, 20 storie di ordinaria antimafia – Falco editore – di Alfonso Russi
Drammaturgia portata in scena dalla società dello spettacolo.
di Emma Leone (R-Evolution legalità)
È stata un’avventura la prima nazionale, la società dello spettacolo e l’autore del libro ispiratore della drammaturgia hanno scelto e portato avanti con determinazione l’idea di presentare Infami in Calabria esattamente a Lamezia Terme all’interno di un bene confiscato alla mafia e assegnato alla Comunità Progetto Sud.
Lo spazio riusciva ad ospitare non più di 20 persone, ho cercato di dissuadere la loro idea, mi sembrava troppo oneroso e faticoso mettere in piedi uno spettacolo in anteprima nazionale con la compagnia che arrivava da Foligno, anche perché noi non potevamo offrire uno spazio maggiore.
I miei tentativi di dissuasione non hanno avuto alcun risultato e quindi li ho invitati a venire personalmente per prendere atto della situazione e rendersi conto con i loro occhi della fattibilità o meno della cosa.
Sono arrivati e dopo una lunga chiacchierata sulle diverse difficoltà a cui sarebbero andati incontro, hanno deciso di vedere la struttura e dopo averla vista, con determinazione e senza un minimo tentennamento mi dicono: “noi avremmo stabilito la data del debutto, se a voi va bene possiamo procedere”
Ed è cosi che ha avuto inizio questa bellissima avventura.
Abbiamo cominciato a seguire tutto l’iter burocratico organizzativo e di coinvolgimento dei vari soggetti che avrebbero potuto dare un sostegno divulgativo dell’evento.
Chi ha visto lo spettacolo in anteprima ha definito lo spettacolo interessante, forte nei contenuti, emozionante e inaspettato.
Ho fatto di tutto per raccogliere il vissuto dei partecipanti e degli attori/autori della produzione, gli attori emozionati e contenti perché finalmente avevano realizzato il loro sogno; “fare la prima nel bene confiscato, struttura simbolica e bagnata dal sangue provocato dalla cosca a cui è stata confiscata, questo per loro era l’obiettivo, e quindi in loro c’era la soddisfazione di averlo raggiunto.
Emozionatissimo anche l’autore del libro, per lui lo spettacolo e tutto ciò che c’è stato nella realizzazione è andato al di là di ogni aspettativa pur avendone avuto la preoccupazione sia per noi che per i teatranti visto che la struttura in questi ultimi tempi è stata oggetto di diverse minacce e intimidazioni, fatte di proiettili e bombette che esplodono nelle vetrate e nelle serrande dell’abitazione.
Io ho avuto il privilegio di vedere lo spettacolo in sede privata fatto solo per me, non pretendevo tutto questo anche perché i giovani erano veramente stanchi, avevano lavorato molto in quella settimana ma loro hanno insistito perché sarebbero stati più contenti se l’avessi visto anch’io dato che li avevo aiutati nell’organizzazione.
Ho visto lo spettacolo, avevo letto anche il libro e l’impatto è stato immediatamente positivo, c’era un misto di emozione, rabbia, dolore per tutto ciò che vedevo e ascoltavo, sapevo che non era pura fantasia, ma era qualcosa di reale, qualcosa che è accaduto, qualcosa che sta accadendo!
Lo spettacolo fatto in camera mi ha dato l’opportunità di vedere e leggere il volto di chi stava recitando, l’audio permeava tutto il mio corpo, la visione mi tirava dentro, ho avuto la percezione di vivere direttamente ciò che stavo vedendo e ascoltando, non so dire se questo è dovuto al mio interesse verso i temi della legalità e della giustizia.
Lo spettacolo non è adatto a chi vuole andare a teatro a farsi una passeggiata, è uno spettacolo che spinge alla riflessione, che aiuta a mettere in moto il pensiero, che aiuta a capire quali sono le azioni che ognuno di noi mette in gioco e a capire se con esse produciamo benessere e non distruzione, lo spettacolo offre questa opportunità, apre le porte alla speranza.
È una spettacolo che favorisce il dibattito, ritengo che potrebbe essere proposto nelle scuole superiori ovviamente supportato da una breve introduzione per catturare l’attenzione dello spettatore.
Comunque da questo incontro ciò che mi rimane è l’aver collaborato e instaurato un rapporto umano, autentico e di rispetto reciproco, insieme abbiamo vissuto ore simpatiche di spensieratezza e di allegria che rimarranno nella storia dei miei ricordi.
Dopo aver visto Infami
di Alfonso Russi
Ho visto “Infami”…
La sera dell’anteprima di “Infami”, presso la Comunità Pensieri e Parole di Lamezia Terme, mi sono emozionato. Non mi vergogno nell’affermarlo. Alla fine dello spettacolo ero bloccato, quasi inebetito, al punto tale che solo quando i “teatranti” de La Società dello Spettacolo hanno iniziato a smontare la scenografia ho compreso l’importanza e la forza dell’abbraccio scambiato con loro al termine degli applausi dei presenti. Per il significato che per me e per loro ha, potrei terminare così questa mia breve riflessione sullo spettacolo. Il resto è fatto di momenti e di ricordi, di una pacca a Claudio, di un brindisi con gli amici di Progetto Sud, di una chiave portata a Michelangelo, di una foto scattata da Mariella, di un pezzo di pizza diviso con Marco, di un ricordo profondo e triste condiviso con Luigi. Aggiungo solo alcune osservazioni, o meglio, suggestioni, come a volermi spogliare del ruolo di autore, nonché di amico, cimentandomi almeno per una volta nel ruolo di critico teatrale, per quanto poco capace e, soprattutto, poco attendibile.
Michelangelo ha sviscerato le essenze delle mie venti storie di ordinaria antimafia, come cita il sottotitolo di “Infami”, creando un adattamento drammaturgico che in molti reputavano, me compreso, difficilissimo. Lui c’è riuscito, con semplicità, con passione, rispettando il mio testo, ma conferendogli dignità propria.
Claudio ha costruito “Infami” come regista di strutture e di emozioni. L’aver conosciuto direttamente luoghi, personaggi e situazioni ha sicuramente ed enormemente contribuito alla realizzazione dello suo spettacolarizzare “Infami”.
Non ho mai visto le prove e scoprire questo tipo di “Infami”, il mio e non più mio “Infami”…, è stata una sorpresa. Fa un certo effetto vedersi rappresentare su un palcoscenico, soprattutto in maniera così bella, professionale, piena.
Michelangelo e Claudio erano presenti e padroni, dispensatori di crude realtà con la delicatezza di “gnirri volanti”, umanamente e teatralmente “scoperti” davanti a scenografie essenziali, evocative del grigiore mafioso. Erano contornati dal comporsi e scomporsi di immagini e parole sullo sfondo di quinte di vita, della mia vita, erano amalgamati da suoni musicali e musiche suonanti, perforati dalla palpabile emozione degli spettatori.
Durante il succedersi della conta dei giorni, era come se sentissi che il loro “fare teatro” stava parlando in quel momento a Giacomo, a Rocco, a Nunzia, a Gianni, a Lillino e a tutta la ventina di presenti all’anteprima, stipati in quella stanzetta ricca di storie, di simboli, di preoccupazioni, ma soprattutto di Speranza.
P.S. In calabrese “gnirri” significa “maiali”