Navi mute. Il mistero sulla morte del capitano Natale De Grazia – di Giampiero Cazzato, Marco Di Milla
Navi mute.
Il mistero sulla morte del capitano Natale De Grazia
di Giampiero Cazzato, Marco Di Milla
Editore: All Around, 2020
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995 il comandante della Guardia Costiera Natale De Grazia muore in circostanze che a distanza di quasi 25 anni non sono state ancora chiarite. Stava andando a La Spezia per acquisire maggiori elementi in merito all’affondamento delle “navi a perdere”, quelle imbarcazioni colate a picco deliberatamente dalla criminalità organizzata con il loro carico di rifiuti tossici. Sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Nocera, dopo aver sostato in un ristorante, il capitano muore.” Morte improvvisa dell’adulto”, diranno i medici legali che firmano il referto.
Dal libro
Introduzione di Sergio Costa, ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare
Il 13 dicembre 1995, qualche giorno prima del suo trentanovesimo compleanno, moriva il comandante Natale De Grazia. La sua scomparsa è tra i misteri irrisolti della storia d’Italia degli ultimi decenni, come ebbe modo di osservare anche la Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella relazione del 2013 sulla sua morte.
Lo Stato ha il dovere di fare luce sulla fine sospetta di un eroe moderno, giustamente insignito nel 2004 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi della medaglia d’oro alla memoria per aver saputo coniugare “la professionalità, l’esperienza e la competenza marinaresca con l’acume investigativo e le conoscenze giuridiche dell’Ufficiale di polizia giudiziaria”.
Il Paese non può lasciare che questo crimine non abbia verità e giustizia. Proprio per questo ho impartito disposizioni alla nuova Direzione generale per il mare e le coste del ministero dell’Ambiente affinché sia subito disponibile un milione di euro per l’avvio immediato di ricerche sui fondali calabresi, coinvolgendo in queste attività il capo del Reparto ambientale marino, ammiraglio Aurelio Caligiore, e il direttore generale dell’Ispra, Alessandro Bratti, per pianificare una mirata campagna di ricerca delle navi dei veleni.
Inoltre, per onorare la memoria del comandante De Grazia e per il suo impareggiabile impegno come servitore dello Stato, ho voluto conferirgli la medaglia d’oro di benemerenza ambientale di prima classe. Dedicarsi alla tutela dell’ambiente come ha fatto lui deve essere un esempio soprattutto per chi ogni giorno contrasta gli ecoreati, grandi o piccoli che siano. C’è ancora molto da fare sul fronte della legalità in campo ambientale, ma le sinergie tra le Procure italiane e le forze dell’ordine, l’attivismo delle associazioni ambientaliste e dei cittadini, la rinnovata sensibilità dello Stato e delle istituzioni nei confronti della tutela dell’ambiente fanno ben sperare per un futuro più rispettoso della natura, del territorio, della salute umana, dove il bieco profitto non ha il sopravvento e lo sviluppo è basato su un’ecologia integrale, attenta alla dignità delle persone.
Il lascito di De Grazia deve essere vivo nelle nostre azioni quotidiane. Solo così potremmo onorarne la memoria concretamente.
Le voci degli autori. Marco Di Milla racconta Navi Mute, Giampiero Cazzato legge un brano
edizioni all around 28 marzo 2020
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995 il comandante della Guardia Costiera Natale De Grazia muore in circostanze che a distanza di quasi 25 anni non sono state ancora chiarite. Stava andando a La Spezia per acquisire maggiori elementi in merito all’affondamento delle “navi a perdere”,quelle imbarcazioni colate a picco deliberatamente dalla criminalità organizzata con il loro carico di rifiuti tossici.Sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Nocera, dopo aver sostato in un ristorante, il capitano muore.
“Navi mute” – il libro sulla vita, la carriera e le indagini del Comandante De Grazia
Guardia Costiera – 13 maggio 2020
A 25 anni dalla morte del Comandante della #GuardiaCostiera Natale De Grazia, un’iniziativa editoriale ne ripercorre la vita e la carriera professionale. Partendo dall’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sulle “navi a perdere”, nel libro “Navi mute”, gli autori Giampiero Cazzato e Marco Di Milla raccontano non solo le fasi più importanti delle indagini di De Grazia e il mistero intorno alla sua morte, ma anche l’uomo, attraverso la famiglia, gli amici, i colleghi.
In questo video lo ricordano il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il Comandante Generale della Guardia Costiera Giovanni Pettorino. Con il commento del vicedirettore del TG1, il giornalista Filippo Gaudenzi.
Fonte: reportdifesa.it
Articolo del 13 maggio 2020
Editoria: “Navi Mute”, in un volume la storia del comandante Natale De Grazia morto nel 1995 mentre indagava sui rifiuti radioattivi
Roma. La storia del comandante Natale De Grazia raccontata nel libro dal titolo “Navi Mute”.
Il volume è stato realizzato da Giampiero Cazzato e da Marco Di Milla, con l’introduzione del ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa e la prefazione del comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Giovanni Pettorino.
Gli autori, partendo dal prezioso lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, raccontano non solo le indagini di De Grazia e i misteri intorno alla sua morte, ma anche l’uomo, attraverso i ricordi della moglie Anna Vespia e la voce delle persone, amici e colleghi, che lo hanno conosciuto da vicino.
Sono le prime ore del 13 dicembre 1995, qualche giorno prima del suo 39° compleanno, quando, all’altezza di Nocera Inferiore, il comandante De Grazia muore in circostanze che già allora appaiono sospette.
Era un ufficiale della Guardia Costiera, in servizio presso la Capitaneria di porto di Reggio Calabria. Al momento della sua morte faceva parte del pool investigativo coordinato dal sostituto procuratore Francesco Neri, costituito per effettuare le indagini sulle “navi a perdere”, sospettate di essere state affondate, deliberatamente, con il loro carico di rifiuti radioattivi.
Dal libro esce il ritratto di un uomo perbene, un ufficiale con un profondo senso della giustizia e dello Stato. Un eroe, nel senso più vero e profondo della parola.
“La sua è una straordinaria testimonianza di coraggio, di umiltà e volontà – scrive l’Ammiraglio Pettorino nella sua prefazione -. Una testimonianza che silenziosamente continua a ispirare il nostro pensare e, soprattutto, il nostro agire, sempre più rivolto a proteggere gli interessi del mare e dell’ambiente. Interessi di cui l’Italia, non va dimenticato, ne fa la sua ragione di vita, economica e sociale”.
De Grazia era uno dei pochi capace di muoversi lungo il Mediterraneo per seguire le piste di quelle imbarcazioni. L’unico capace di leggere i registri navali e le carte dei Lloyd di Londra.
Già nel 2004 l’allora capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, insignì De Grazia della medaglia d’oro al Merito di Marina, perché la sua opera “è stata contraddistinta da un altissimo senso del dovere che lo ha portato, a prezzo di un costante sacrificio personale e nonostante pressioni ed atteggiamenti ostili», a svolgere complesse investigazioni nel settore dei traffici clandestini e illeciti operati da navi mercantili”.
“Navi mute” è la prima pubblicazione all’interno di una collana intitolata “Storie di mare”, curata dal Comando Generale della Guardia costiera in collaborazione con le Edizioni All Around e rivolta a sostenere l’impegno di istituzioni e cittadini in difesa del mare e dell’ambiente, patrimonio comune da preservare per le generazioni future.