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3 Settembre 1995 Niscemi (CL). Scompare Pierantonio Sandri, 19enne odontotecnico, vittima di lupara bianca
Pierantonio Sandri, 19enne odontotecnico, il 3 settembre 1995 scompare da Niscemi (CL). Vittima di lupara bianca. “La storia di Pierantonio Sandri è strettamente legata a quella di una madre coraggio, Ninetta Burgio. È stata lei, insieme al sostegno dell’avvocato Enza Rando e di molti altri, a portare in giro per l’Italia la storia di questo ragazzo ucciso perché colpevole di essere onesto, potenzialmente in grado di raccontare quello che aveva visto. Siamo a Niscemi negli anni di maggiore scalata criminale di tanti giovani nelle fila delle famiglie criminali della zona. Sandri sta dall’altra parte. È un ragazzo per bene, è onesto. Crede in valori che per la maggior parte dei…
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9 febbraio 1995 Mogadiscio. Assassinato Marcello Palmisano, 55 anni, giornalista e cineoperatore della Rai.
9 febbraio 1995 Mogadiscio Marcello Palmisano era un giornalista e cineoperatore, nato il 17 gennaio del 1940. Originario di San Michele Salentino (Brindisi), fu assassinato a Mogadiscio il 9 febbraio 1995. Nel 1972 era stato assunto in Rai e, l’anno successivo, era entrato a far parte della squadra del TG2 come telecineoperatore. Rimase vittima di alcuni banditi somali in un agguato nel quale fu ferita anche la giornalista Carmen Lasorella. Lasorella e Palmisano erano lì per indagare sulla lotta tra la italo-somala Somal Fruit e l’americana Dole, due multinazionali attive nel commercio delle celebri banane “somalite”. Stando ad alcune dichiarazioni a suo tempo rese da un delegato della Somal Fruit,…
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Ottobre 1994. San Giuseppe Jato(PA). Ucciso e sciolto nell’acido Girolamo Palazzolo.
Girolamo Palazzolo che pagò con la vita la sua fedeltà al grande accusatore del senatore Giulio Andreotti. “Avvicinato” con una scusa, attirato in un tranello, strangolato e sciolto nell’acido. “Arrivati in campagna – racconta il collaboratore Vincenzo Chiodo – notai un fusto in lamiera dal quale fuoriscivano le gambe di un cadavere. Brusca Enzo ci chiese se dalla stradella di accesso alla casa si vedessero le gambe del morto; alla nostra risposta positiva mi ordinò di troncare le gambe, cosa che io feci utilizzando una pala non avendo mezzi idonei”. Tratto dal Giornale di Sicilia del 28 Maggio 2002 Fonte siciliaantiusura.it Guerra di mafia, fioccano le condanne per i boss…
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5 Aprile 1994 San Cipirello (PA). Cosimo Fabio Mazzola, ucciso perché ex fidanzato della moglie di un mafioso.
La sera del 5 aprile del 1994 un commando guidato da Enzo Brusca uccide Cosimo Fabio Mazzola, 27 anni, mentre rincasa in via Pietro Nenni, a San Cipirello (PA), a bordo della sua Fiat Tipo rossa. Viene ucciso come un boss ma Fabio era un bravo ragazzo. La sua unica colpa è aver frequentato una ragazza, figlia di un boss, costretta dal padre a sposare un aspirante “uomo d’onore”. Sembra che la ragazza telefonasse ancora a Fabio che, nel frattempo, si era fidanzato con un’altra ragazza. Punto nell’orgoglio dalle voci di alcuni amici, “l’uomo d’onore”, che è poi divenuto collaboratore di giustizia, si rivolge ai Brusca e chiede il permesso…
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14 Settembre 1990 Casola di Napoli. Ucciso Paolo Longobardi, bambino di 8 anni.
Paolo Longobardi aveva solo otto anni e l’unica sua colpa era di essere figlio di un uomo forse affiliato o solo un conoscente di un affiliato ad un clan camorristico contrapposto ad un altro. Una lotta cruenta di cui il piccolo Paolo è la cinquantasettesima vittima in meno di due anni. È accaduto a Casola di Napoli il 14 settembre del 1990. Fonte: fondazionepolis.regione.campania.it Un agguato in cui il piccolo Paolo e suo padre Antonio Longobardi, un netturbino di 36 anni, vengono massacrati con quattro colpi di fucile automatico da caccia: ecco la causa della cinquantaseiesima e cinquantasettesima vittima in meno di due anni della guerra tra…
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23 Gennaio 1990 Monreale (PA). Ucciso l’imprenditore Vincenzo Miceli. Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo.
Vincenzo Miceli è stato un imprenditore che si era ribellato alle estorsioni mafiose. Per questo motivo nel gennaio 1990 venne ucciso a Monreale, in provincia di Palermo. Il processo per la sua morte, si è concluso con la sentenza in appello il 2 luglio 2003 con la conferma degli ergastoli per gli appartenenti dal clan mafioso di San Giuseppe Jato (PA), accusati dell’omicidio di Miceli e di altri reati. Al processo hanno preso parte anche i familiari di Miceli, costituiti parte civile. Fonte Liberanet.org Fonte Giornale di Sicilia del 23 Luglio 2004 “Le date della memoria“: Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo. Vincenzo Miceli lavorava…
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26 Settembre 1988 Valderice (TP). Assassinato Mauro Rostagno, operava presso la comunità per tossicodipendenti Saman. Giornalista in una televisione locale, denunciava le attività mafiose e le complicità di partiti e istituzioni.
Mauro Rostagno, sociologo e giornalista, muore il 26 Settembre del 1988, a 46 anni, a Lenzi di Valderice (TP), all’interno della sua auto, una Fiat Duna DS bianca, vittima di un agguato mafioso commesso da alcuni uomini nascosti ai margini della strada che gli spararono con un fucile a pompa calibro 12, che scoppiò in mano ad uno degli assassini, e una pistola calibro 38. Mauro Rostagno fu uno dei fondatori del movimento politico Lotta Continua e della comunità socioterapeutica Saman e dalla metà degli anni ottanta lavora come giornalista e conduttore anche per l’emittente televisiva locale Radio Tele Cine (RTC). Attraverso la TV denuncia le collusioni tra mafia e…
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25 Settembre 1988 Canicattì (PA). Uccisi in un agguato mafioso il magistrato Antonino Saetta e il figlio Stefano
Antonino Saetta, Presidente della I Sezione della Corte d’appello di Palermo, fu ucciso, insieme al figlio Stefano Saetta, il 25 settembre 1988, sulla strada Agrigento-Caltanissetta, di ritorno a Palermo, dopo avere assistito, a Canicattì, al battesimo di un nipotino. Nel 1985-86, Antonino Saetta fu Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ed è qui che si occupò, per la prima volta nella sua carriera, di un importante processo di mafia, quello relativo alla strage in cui morì il giudice Rocco Chinnici, e i cui imputati erano, tra gli altri, i “Greco” di Ciaculli, vertici indiscussi della mafia di allora, e pur tuttavia incensurati. Il processo si concluse con un aggravamento…
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7 Ottobre 1986 Palermo. Claudio Domino, bambino di 11 anni, fu ucciso con un colpo di pistola inferto in fronte a bruciapelo.
Claudio Domino, bambino di 11 anni, fu assassinato vicino alla cartolibreria gestita dalla madre. Un giovane in moto e con il volto coperto da un casco chiamò il bambino per nome mentre stava giocando e, dopo averlo avvicinato, gli puntò la pistola in fronte sparandogli a bruciapelo. Claudio sarebbe stato ucciso perché aveva visto confezionare alcune dosi di eroina in un magazzino. Cancemi ha riferito che, proprio sulla base di quell’indizio, Riina incaricò tutti i capimandamento di “svolgere indagini”. Un’inchiesta conclusa a tempo di record: il 20 dicembre 1986 scomparve Salvatore Graffagnino, 52 anni, titolare del bar davanti al quale era avvenuto l’agguato. Alcuni confidenti riferirono alla polizia che l’uomo…
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30 Aprile 1982 Palermo. Uccisi in un agguato Pio La Torre, dirigente nazionale e deputato del PCI, impegnato nella lotta alla mafia, e Rosario Di Salvo, suo collaboratore.
Il 30 Aprile 1982 a Palermo furono uccisi in un agguato Pio La Torre, deputato del PCI, e Rosario Di Salvo, suo collaboratore. “Alle 9,20, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un’auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre morì all’istante mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere. Poco dopo l’omicidio fu rivendicato dai Gruppi…