Progetto di ricerca sulle vittime delle mafie “Un nome, una storia” – classe 3^D della Scuola Michelangelo di Napoli a.s. 2007/2008

Progetto di ricerca sulle vittime delle mafie
“Un nome , una storia”

Il 21 Marzo di ogni anno si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno per le vittime delle mafie. In quell’occasione, tra l’altro, si legge la lista delle vittime di mafia, di camorra e di altre organizzazioni criminali, divise per anno.
Nell’ascoltare la lettura dei nomi ci siamo resi conto che le emozioni che provavamo non erano uguali per tutti, che erano più intense quando venivano nominate persone di cui conoscevamo la storia. Questo non ci sembrava giusto e quindi abbiamo pensato di raccogliere notizie anche sugli altri.
Nell’a.s. 2003–04 varie classi hanno lavorato raccogliendo informazioni da internet, da libri, quotidiani e all’Emeroteca Tucci.
Abbiamo approfondito in quell’occasione la storia delle vittime campane, lavoro pubblicato nei Quaderni di Libera.
Ma il discorso non poteva chiudersi così, sentivo il bisogno di riprenderlo con le nuove classi, in una diversa chiave di lettura.
Sentivo che occorreva un messaggio positivo più forte, qualcosa che spingesse all’IMPEGNO più che alla sola MEMORIA.
Così ho proposto alla terza di quest’anno, dopo due anni di percorso sulla legalità, di individuare, nel lunghissimo elenco, quelle persone che avevano fatto una scelta precisa di contrapposizione alle mafie, rischiando consapevolmente la propria vita.
È stato un lavoro lungo, iniziato a ottobre e ancora da completare a giugno, una massa di informazioni da cercare, leggere e rielaborare per loro, da verificare, correggere, organizzare e stampare per me.
Ne sono venute fuori storie di gente comune che ha proseguito sulla strada dell’onestà e dell’impegno per la giustizia, affrontando in molti casi una morte sicura, prevista lucidamente, persino preannunciata alla famiglia, a cui, pur potendo, non si sono sottratti per non abbandonare gli altri o la causa per cui lottavano nel loro quotidiano. Scelte di cui oggi nessuno sembra capace e che invece ancora tanti, magari in solitudine e con un sostegno ancora troppo debole da parte dello stato, continuano a perseguire. Purtroppo spesso ne veniamo a conoscenza solo quando le storie si concludono male.
Quanto ai ragazzi, non sono mancati ogni tanto cenni di insofferenza “parliamo sempre di mafia”, ma il risultato finale è molto incoraggiante, perché nei temi, durante l’anno e anche durante gli esami di terza, hanno dimostrato di aver capito il senso della ricerca, di aver raccolto il messaggio di quelle persone, che non sono più per loro solo dei nomi.
Soprattutto si capisce dalle loro parole che queste storie, nonostante la loro tragica conclusione, li spingono non ad avere timore, ma a sperare che, uniti, si potrà porre fine a questa piaga.
Desidero aggiungere, infine, che questo lavoro mi ha coinvolto molto sul piano  personale e  mi ha dato la possibilità di stabilire nuovi e preziosi contatti  grazie ad internet. Ho anche riscontrato un forte interesse nella rete per questi temi, una messe di informazioni che tre anni fa non si trovavano, la presenza di siti curati da associazioni e singoli cittadini che ripropongono con forza la scelta della legalità e raccontano le storie di chi l’ha portata fino in fondo.

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Non siamo riusciti ad approfondire tutte le storie, per mancanza di tempo o di notizie, me ne rammarico e anche per questo motivo  mi riprometto di riprendere il lavoro in futuro. Mi scuso anche se per omissioni, imprecisioni o per involontari errori potremo recare dispiacere a qualcuno, se accadrà cercheremo di rimediare.

Si ringraziano per la collaborazione alla correzione dei testi e alla stampa i volontari del Servizio Civile: Giovanna Parlato, Emanuela Casentino, Pasquale  Sorbino e Stefano Panunzio

 

 

 

Si ringraziano per la collaborazione alla correzione dei testi e alla stampa i volontari del Servizio Civile: Giovanna Parlato, Emanuela Casentino, Pasquale  Sorbino e Stefano Panunzio

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