• 15 Giugno 1987 Vibo Valentia. Antonio Civinini, carabiniere di 28 anni, viene ucciso nella piazza principale della città.

    Antonio Civinini, carabiniere di 28 anni, originario della provincia di Palermo e in servizio presso la compagnia speciale che ha sede all’ex aeroporto di Vibo Valentia, venne ucciso la sera del 15 giugno del 1987, davanti a decine e decine di persone che nonostante l’ora tarda (erano circa le 22) affollavano Piazza Municipio. L’omicida, a cui aveva chiesto i documenti, gli scaricò quasi un intero caricatore uccidendolo sul colpo, riservando l’ultima pallottola al commilitone, Vincenzo Cataldo, ventunenne di bari, che fu ferito all’inguine ma si salvò.         Tratto dal libro Dimenticati Vittime della ‘ndrangheta di Danilo Chirico e Alessio Magro Lunedi 15 giugno 1987 l’Italia ha appena…

  • 10 Aprile 1987 Cittanova (RC) Ucciso Rosario Iozia, Comandante Squadriglia Carabinieri, in uno scontro a fuoco con dei malviventi.

    Rosario Iozia, Comandante Squadriglia Carabinieri, viene ucciso in uno scontro a fuoco con dei malviventi, il 10 aprile 1987 a Cittanova (RC). ” … in data 10 aprile 1987, alle ore 19.00 circa, in agro del comune di Cittanova, sulla strada provinciale che unisce quest’ultimo centro abitato a quello di Polistena, in località Petrara veniva rinvenuto il cadavere del vice brigadiere Rosario Iozia attinto da colpi di fucile caricato a pallettoni. Dalla ricostruzione dei fatti, si poteva poi stabilire che il vice brigadiere, poco prima, trovandosi libero dal servizio alla guida della propria autovettura, con direzione di marcia Cittanova Polistena, all’uscita di una curva, proseguendo con un lungo rettilineo, notava…

  • 17 Novembre 1986 Palermo. Rosario Pietro Giaccone, Carabiniere Ausiliario in congedo, fu ucciso in un agguato mafioso.

    Rosario Pietro Giaccone, aveva 26 anni, quando, il 17 novembre 1986 fu ucciso con un’azione da guerriglia in via Verga a Palermo. Il movente starebbe in un episodio di sei anni prima, quando Giaccone, carabiniere ausiliario, si era ritrovato in un conflitto a fuoco con una banda che aveva assaltato la cassa del mercato ortofrutticolo di Palermo. A terra era rimasto il cadavere di un bandito, ucciso da un colpo della pistola d’ordinanza di Giaccone. Quel rapinatore era nipote di Armando Bonanno (successivamente vittima della lupara bianca). Solo nel 1993 la Corte d’Assise di Palermo ha confermato la sentenza che riconosceva la matrice mafiosa dell’omicidio. Nel 2006 gli è stata…

  • 29 Novembre 1985 Isola Delle Femmine (PA). Ucciso Antonio Enrico Monteleone, Brigadiere dei Carabinieri

    “Il Brigadiere Antonio Enrico Monteleone accorre, insieme ad un altro militare dell’Arma, presso un ufficio postale dove è in corso una rapina. Tre malviventi stanno tentando la fuga facendosi scudo con i civili. Di fronte ai rapinatori il brigadiere si rifiuta di consegnare l’arma in dotazione, nonostante sia impossibilitato ad utilizzarla per non nuocere agli ostaggi. Seppure “disarmato”, Monteleone si scaglia contro i tre, ingaggiando una violenta colluttazione durante la quale, raggiunto da un colpo di pistola, rimane ferito mortalmente.” Nota da: Mediterraneo on line       Fonte  ancispettoratosicilia.it BRIGADIERE ANTONIO ENRICO MONTELEONE nato a Palermo il 06/01/1951 e deceduto a Palermo il 29/11/1985 Medaglia  d’oro al valor Militare…

  • 6 Febbraio 1985 San Luca (RC) Il Carabiniere Carmine Tripodi, 24 anni, viene trucidato sulla provinciale che porta alla marina

    Carmine Tripodi (Torre Orsaia (SA), 14 maggio 1960 – San Luca, 6 febbraio 1985) è stato un carabiniere italiano, Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri vittima della ‘Ndrangheta. Giovane Brigadiere dei Carabinieri, di origine Campana arriva in Calabria alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, prima come Brigadiere a Bovalino poi nel 1982 come comandante della stazione carabinieri di San Luca; Nella Locride è la stagione dei sequestri di persona (che hanno fruttato numerosi miliardi di lire alle ‘ndrine) e Tripodi è un giovane investigatore che lotta nei territori ostili dell’Aspromonte per trovare i sequestrati e consegnare alla giustizia i loro carcerieri, grazie alla sua attività vengono arrestati diversi esponenti delle…

  • 28 Aprile 1983 Domenico Celiento, Brigadiere dei Carabinieri, viene ucciso in un agguato sulla circonvallazione esterna di Napoli.

    Domenico Celiento, brigadiere dei carabinieri fu ucciso in un agguato, avvenuto sulla Circumvallazione esterna di Napoli, il 28 aprile del 1983. Il giovane carabiniere lasciò la moglie e due figli, Maria di 4 anni e Lucia di appena 12 mesi. Il militare, che prestava servizio presso la compagnia Stella, era da tempo impegnato in una serie di indagini sulle estorsioni ai commercianti.   Tratto da: ancpioltello.blogspot.com Domenico Celiento, il leggendario Brigadiere “Mimmo”, operante nel vasto territorio di competenza, quello della Compagnia Carabinieri di Napoli- Stella, con giurisdizione sui quartieri più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica, dalla Sanità a Forcella, passando per San Carlo all’Arena e Borgoloreto (con la…

  • 27 Aprile 1983 Palermo. Ucciso Gioacchino Crisafulli, appuntato dei Carabinieri in pensione. “Aveva dedicato 40 anni della sua vita a combattere la mafia e la malavita organizzata”

    27 Aprile 1983 Palermo. Ucciso Gioacchino Crisafulli, appuntato dei Carabinieri in pensione. “Aveva dedicato 40 anni della sua vita a combattere la mafia e la malavita organizzata”. Sembra che il suo fu un omicidio “preventivo”, era “colpevole” di essersi insospettito per le manovre di un camion guidato da un “picciotto” e che trasportava casseforti piene di soldi provenienti dal traffico di droga.       Articolo del Corriere della Sera del 4.07.1998   Il codice di morte dei corleonesi Uccidevano anche per punire un furto a casa del boss o la pedofilia di Giorgio Petta PALERMO – Luce su un quarto di secolo di storia della mafia palermitana. Scandita da cinquanta…

  • 7 Ottobre 1982 Avellino. Elio Di Mella, Carabiniere, 30 anni, ucciso mentre tentava di opporsi alla liberazione di un detenuto.

    Elio Di Mella era un giovane carabiniere in servizio, da circa due anni, presso la caserma dei carabinieri di Campobasso, dopo aver lavorato per alcuni anni nel vicino paese di Vinchiaturo. Il 7 ottobre 1982 sull’autostrada Napoli-Bari, in prossimità dell’uscita Avellino-Est, un commando di otto uomini su tre auto (una Ritmo color nocciola, una Alfetta e una Ford Fiesta) bloccò il furgone Peugeot blindato nel quale era custodito Mario Cuomo, pregiudicato della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Il detenuto, da quattro mesi nel carcere di Campobasso, stava per essere trasportato ad Avellino dove sarebbe dovuto comparire davanti ai giudici per l’imputazione di concorso in omicidio. Cinque uomini costrinsero due…

  • 2 Luglio 1982 Marano di Napoli. Assassinato Salvatore Nuvoletta, 20 anni. Carabiniere.

    Salvatore Nuvoletta aveva compiuto da qualche giorno 20 anni. Era nato a Marano (Napoli) il 22 giugno del 1962. Viene ucciso dalla barbarie della camorra il 2 luglio del 1982, mentre stava seduto, tenendo un bambino in braccio, davanti all’esercizio commerciale di un parente nella sua città natale. Carabiniere a soli 17 anni, Salvatore era stato destinato alla caserma di Casal di Principe. I killer lo avevano chiamato per nome e cognome per accertarsi che fosse proprio lui, Salvatore intuì che qualcosa stava per accadere e lanciò il bambino che aveva in braccio distante da lui, fu colpito da una pioggia di colpi mortali. Questa morte inspiegabile viene chiarita anni…

  • 16 Giugno 1982 Palermo. “Strage della Circonvallazione” in cui perirono i carabinieri Salvatore Raiti, Silvano Franzolin e Luigi Di Barca, e Giuseppe di Lavore, autista del furgone.

    È definito strage della circonvallazione l’attentato mafioso che venne messo in atto il 16 giugno 1982 sulla circonvallazione di Palermo. L’attentato era diretto contro il il boss catanese Alfio Ferlito, che veniva trasferito da Enna al carcere di Trapani e che morì nell’agguato insieme ai tre carabinieri della scorta, Salvatore Raiti, Silvano Franzolin e Luigi Di Barca, e al ventisettenne Giuseppe Di Lavore, autista della ditta privata che aveva in appalto il trasporto dei detenuti, il quale aveva sostituito il padre. Di Lavore ebbe la medaglia d’oro al valor civile. Il mandante di questa strage era Nitto Santapaola, che da anni combatteva contro Ferlito una guerra per il predominio sul…