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1 Giugno 1982 Lucito (CB). Colpito a morte Giovanni Pepe, appuntato dei Carabinieri di 41 anni.
Appuntato Carabinieri Giovanni Pepe nato a Pastorano (CE) il 4 Luglio 1940 deceduto in Lucito (CB) il 1 Giugno 1982 Durante un posto di blocco nella notte del 1 Giugno 1982, i carabinieri della locale stazione di Lucito (CB), intercettarono un’autovettura rubata con quattro passeggeri a bordo. All’atto del fermo, tre dei quattro occupanti si diedero alla fuga, mentre i carabinieri riuscirono ad acciuffare il quarto uomo e lo accompagnarono alla vicina caserma, dove prestava servizio Giovanni Pepe che incitò i suoi due colleghi a continuare la ricerca degli altri tre malviventi che si erano dati alla fuga. “Andate che forse riusciamo a bloccarli tutti!A questo ci penso io…” L’arrestato,…
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23 Febbraio 1982 San Giorgio a Cremano (NA). Ucciso Antonio Salzano, Maresciallo dei Carabinieri
Antonio Salzano Maresciallo dei Carabinieri, ucciso in casa sua la notte del 23 febbraio 1982 a San Giorgio a Cremano. La moglie racconta che i killer hanno bussato alla porta e sparato a raffica con due pistole, colpendolo al petto, al collo, allo stomaco ed alla tempia sinistra con una rivoltella 38 special. Subito dopo si sono dileguati in automobile. Dodici ore prima Salzano si trova nel Palazzo di Giustizia, quando nelle camere di sicurezza è ucciso il boss Antonio Giaccio, detto “Scialò” ed è ferito Gennaro Liccardi, capo della “Nuova Famiglia” di Forcella, entrambi ritenuti anti-cutoliani. Una telefonata anonima al quotidiano Il Mattino cerca di gettare fango sul Maresciallo,…
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26 Gennaio 1982 Isola delle Femmine (PA), ucciso Nicolò Piombino, carabiniere in pensione.
Nicolò Piombino, ex carabiniere in pensione, viene assassinato a Isola delle Femmine (Palermo) in un agguato di stampo mafioso il 26 gennaio 1982. L’uomo forniva indicazioni agli ex colleghi, impegnati nelle indagini sulla locale famiglia mafiosa Fonte: memoria.san.beniculturali.it 26 gennaio 1982 Omicidio di Nicolò Piombino. A Isola delle Femmine (Palermo), è ucciso il carabiniere in pensione Nicolò Piombino. Stava collaborando per la ricostruzione di alcuni delitti avvenuti nella zona. Fonte: giornaleisola.it Articolo del 22 giugno 2017 Intitolazione di una piazza di Isola delle Femmine al vicebrigadiere Piombino ucciso dalla mafia di eliseo Davi 35 anni di distanza da quel tragico evento, Isola delle Femmine commemora il…
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8 Gennaio 1982 Torre Annunziata (NA). Restano uccisi Luigi D’Alessio, maresciallo dei Carabinieri, e Rosa Visone, 16 anni, una passante, sotto i colpi sparati da alcuni camorristi.
Il Maresciallo dei Carabinieri Luigi D’Alessio, 41 anni, è assassinato a Torre Annunziata l’8 gennaio del 1982. Il maresciallo si trovava in una “500” con il capitano Sensales e un altro sottufficiale. Stavano tornando da un servizio di perlustrazione quando intercettarono un’auto con quattro persone a bordo, riconoscendo tra questi due pericolosi camorristi, latitanti, legati al clan Cutolo. Dopo averli seguiti e fermati, D’Alessio scese dall’utilitaria per controllare i documenti, ma contro i tutori dell’ordine i pregiudicati spararono numerosi colpi di pistola uccidendo il maresciallo. A cento metri di distanza fu ritrovato il corpo senza vita di una sedicenne, Rosa Visone, la quale, mentre era in atto la sparatoria, stava…
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10 Settembre 1981 Palermo. Ucciso Vito Ievolella, Maresciallo dei Carabinieri.
Vito Ievolella, sottufficiale dei carabinieri, fu ucciso a Palermo in Piazza Principe di Camporeale il 10 settembre 1981 da sicari mafiosi. Si trovava nella sua auto, una Fiat 128, in cui aspettava insieme alla moglie la figlia Lucia, impegnata in una lezione di scuola-guida. Gli assassini lo affiancarono con un’altra vettura esplodendo numerosi colpi di fucile e pistola. Vito Ievolella era di stanza dal 1965 presso la Caserma Carini, in Piazza Giuseppe Verdi, dove lavorò a fianco del colonnello Giuseppe Russo, ucciso dalla mafia il 20 agosto del 1977. I risultati ottenuti grazie alle sue tecniche investigative furono ricompensati da 7 encomi solenni e da 27 apprezzamenti del Comandante generale…
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4 Maggio 1980 Monreale (PA) Ucciso il Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile, impegnato in indagini sulla mafia della zona, soprattutto attraverso accertamenti bancari.
Emanuele Basile, 30 anni, capitano dei Carabinieri, sposato e padre di una bimba di quattro anni fu ucciso dalla mafia il 4 maggio del 1980 mentre passeggiava con la moglie e la sua piccola tra le braccia. Si era impegnato in indagini sulla mafia della zona, soprattutto attraverso accertamenti bancari. Subito dopo l’omicidio furono arrestati i mafiosi Armando Bonanno, Giuseppe Madonia, figlio del capomafia Francesco, e Vincenzo Puccio, che dichiararono di trovarsi nelle campagne di Monreale per un appuntamento galante. Prima assolti, poi condannati all’ergastolo, dopo vari annullamenti da parte della Cassazione, la sentenza definitiva arrivò dopo nove anni dal delitto. Nel frattempo sia Puccio che Bonanno furono uccisi. …
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10 Novembre 1979 Strage San Gregorio (CT). Uccisi in un agguato i carabinieri Giovanni Bellissima, 24 anni, Salvatore Bologna, 41 anni, e Domenico Marrara, 50 anni. Erano di scorta ad un boss che doveva essere trasferito al carcere di Bologna.
I Carabinieri Giovanni Bellissima, 24 anni, Salvatore Bologna, 41 anni, e Domenico Marrara, 50 anni, in servizio al Comando provinciale di Catania, il 10 novembre del 1979 erano di scorta ad un boss che doveva essere trasferito al carcere di Bologna. Al casello autostradale di San Gregorio di Catania furono assaliti e uccisi da un commando mafioso che prelevarono il detenuto, che undici giorni dopo fu ritrovato cadavere in una discarica vicino alle falde dell’Etna. Articolo da L’Unità del 16 Maggio 1984 Assolti i mafiosi accusati d’aver ucciso 3 carabinieri di Nino Amante Sconcertante sentenza della Corte d’Assise di Catania. I 4 del clan…
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4 Giugno 1979 Montevago (AG). Ucciso da dei rapinatori il Brigadiere Baldassare Nastasi.
Brigadiere dei Carabinieri Baldassare Nastasi, 40 anni, fu ucciso da dei rapinatori a Montevago (AG) il 4 giugno del 1979. Medaglia d’argento al valor Militare con la seguente motivazione: “Addetto a Nucleo operativo e radiomobile di compagnia, in occasione di rapina perpetrata in Istituto di Credito della zona, si poneva con militare dipendente alla ricerca di autori e mentre si accingeva ad identificare due individui, successivamente risultati responsabili del crimine, veniva fatto segno a numerosi colpi di pistola esplosi da brevissima distanza, benché mortalmente ferito, trovava la forza di reagire con la pistola in dotazione fino a quando si accasciava al suolo esanime. Luminoso esempio di attaccamento al dovere spinto…
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20 Agosto 1977 Corleone (PA). Uccisi Giuseppe Russo, Tenente colonnello dei Carabinieri e Filippo Costa, insegnante, mentre passeggiavano nella frazione di Ficuzza.
La sera del 20 agosto 1977, il tenente colonnello dei Carabinieri, Giuseppe Russo, 47 anni stava passeggiando per Ficuzza, piccola frazione di Corleone, insieme all’insegnante e suo intimo amico Filippo Costa, che di anni ne aveva 57, quando da una Fiat 128 scesero tre o quattro uomini che, a viso scoperto, spararono ed uccisero i due amici. Il tenente colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo, che al momento del fatto era in congedo da alcuni mesi, venne ucciso perché “scomodo”, in quanto essendo stato comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo, conosceva approfonditamente la mafia ed i suoi capi e perché le sue inchieste avevano portato nelle patrie galere molti…
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1 Aprile 1977 Razzà di Taurianova (RC). I Carabinieri Stefano Condello e Vincenzo Caruso restarono uccisi in uno scontro a fuoco: avevano interrotto un summit di ‘ndrangheta.
Le vittime della strage di Razzà (1 aprile 1977) sono: Vincenzo Caruso, 27 anni, carabiniere originario di Niscemi (CL); Stefano Condello, 47 anni, appuntato dei Carabinieri originario di Palmi (RC). Alle 14.30 del 1 aprile 1977 una gazzella dei carabinieri ferma il suo giro di perlustrazione lungo la statale 101 bis in contrada Razzà di Taurianova. L’appuntato Stefano Condello e i militari dell’Arma Vincenzo Caruso e Pasquale Giacoppo hanno notato nei pressi della casa colonica del pregiudicato Francesco Petullà una strana presenza di autovetture. Decidono di approfondire, ignorando che stanno per interrompere un summit di ‘ndrangheta. È l’inferno. Il carabiniere Cacioppo, lasciato a guardia dell’autoradio, inutilmente accorrerà in aiuto dei…