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1 Aprile 1977 Razzà di Taurianova (RC). I Carabinieri Stefano Condello e Vincenzo Caruso restarono uccisi in uno scontro a fuoco: avevano interrotto un summit di ‘ndrangheta.
Le vittime della strage di Razzà (1 aprile 1977) sono: Vincenzo Caruso, 27 anni, carabiniere originario di Niscemi (CL); Stefano Condello, 47 anni, appuntato dei Carabinieri originario di Palmi (RC). Alle 14.30 del 1 aprile 1977 una gazzella dei carabinieri ferma il suo giro di perlustrazione lungo la statale 101 bis in contrada Razzà di Taurianova. L’appuntato Stefano Condello e i militari dell’Arma Vincenzo Caruso e Pasquale Giacoppo hanno notato nei pressi della casa colonica del pregiudicato Francesco Petullà una strana presenza di autovetture. Decidono di approfondire, ignorando che stanno per interrompere un summit di ‘ndrangheta. È l’inferno. Il carabiniere Cacioppo, lasciato a guardia dell’autoradio, inutilmente accorrerà in aiuto dei…
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2 ottobre 1976 San Carlo Canavese (TO). Ucciso Gian Corrado Basso, carabiniere di 21 anni, in uno scontro a fuoco con dei ladri di Tir.
Gian Corrado Basso, Carabiniere di 21 anni, viene ucciso il 2 ottobre 1976, nelle campagne di San Carlo Canavese (TO), mentre, insieme ad altri due colleghi, stava controllando i documenti di un individuo sorpreso a trasbordare elettrodomestici da un Tir ad un altro autocarro, risultati poi rubati. Fonte: archivio.unita.news Articolo del 3 ottobre 1976 UCCISO UN CARABINIERE DI 20 ANNI Presso Torino da un bandito al quale controllava i documenti Era accorso sul posto insieme a dei colleghi dopo la segnalazione di un cittadino che aveva sorpreso alcuni ladri intorno a un autotreno – Vana caccia agli assassini – Forse banditi francesi coinvolti nel traffico di TIR…
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27 Gennaio 1976 Alcamo Marina (TP) uccisi i carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Una strage che ha una terza vittima: Giuseppe Gullotta, che ha trascorso 21 anni in carcere, condannato all’ergastolo, da innocente.
La notte del 27 gennaio 1976 un commando fece irruzione nella piccola caserma dei carabinieri di Alcamo Marina (stazione balneare di Alcamo ) ove trucidò l’appuntato Salvatore Falcetta e il carabiniere Carmine Apuzzo. Dopo 21 anni, l’unico che stava scontando la pena per questa strage, due fuggirono in Sudamerica e l’altro si è suicidato in circostanze misteriose, è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Una storia piena di depistaggi, estorsioni carpite con la tortura ed innocenti condannati all’ergastolo. La verità, secondo un poliziotto che ha ritrovato la memoria di recente, è che i due militari trucidati nella casermetta pagarono per avere fermato il furgone sbagliato.…
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18 Maggio 1955 Cattolica Eraclea (Ag). Ucciso Domenico Barranco, Carabiniere di 32 anni, mentre cercava di fermare degli estorsori.
Il 18 maggio 1955 a Cattolica Eraclea, un conflitto a fuoco tra una pattuglia di carabinieri e due pregiudicati latitanti si concluse con la morte di Domenico Barranco, carabiniere di 32 anni, e di un bandito. Domenico Barranco, insieme ad un collega, stavano svolgendo un servizio di appostamento per sventare un tentativo di estorsione ai danni di un possidente cattolicese che aveva ricevuto una lettera minatoria con la quale gli veniva imposto di recarsi, quel giorno alle 21:30, con un plico contenente una consistente somma di denaro alla periferia del paese, in contrada San Silvestro, dove avrebbe incontrato un uomo al quale doveva consegnare i soldi. Lo avrebbe riconosciuto perché…
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9 dicembre 1949 Partinico. Resta ucciso Vincenzo Sapuppo, carabiniere di 26 anni, in un agguato della banda Giuliano.
Nella sera del 9 dicembre 1949 il carabiniere Vincenzo Sapuppo, di 26 anni, di Acireale (CT), restò ucciso in un agguato della Banda Giuliano. Vincenzo Sapuppo faceva parte di una pattuglia che, alle dipendenze del Comando Forze Repressione Banditismo, effettuava un servizio di perlustrazione nel territorio compreso fra Partinico e Alcamo. Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 11 dicembre 1949 Un carabiniere caduto in conflitto coi banditi LA LOTTA CONTRO GIULIANO di Giulio De Benedetti Una pattuglia attaccata fra Alcamo e Partinico – Vasto rastrellamento della zona diretto dal colonnello Luca Palermo, 10 dicembre. Il colonnello Luca dalle prime ore di stamane dirige sul posto una operazione di polizia…
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25 Agosto 1949 Sancipirello (Palermo) la banda Giuliano uccide i carabinieri Giovanni Calabrese e Giuseppe Fiorenza.
Il 25 agosto del 1949, a Sancipirello (Palermo), la banda Giuliano uccide i carabinieri Giovanni Calabrese, 23 anni, e Giuseppe Fiorenza, 22 anni, originari di Modica (RG) e di Centuripe (EN), sulla porta della caserma, mentre uscivano per la perlustrazione serale del paese. Fonte centroimpastato.it A Sancipirello (Palermo) la banda Giuliano uccide i carabinieri Giovanni Calabrese e Giuseppe Fiorenza. Articolo del 27 Agosto 1949 archiviostorico.unita.it All’alba di ieri è morto il carabiniere ferito a San Cipirello L’attacco dei banditi sulla soglia della caserma PALERMO, 26 – Il larvato senso di ottimismo che i giornali governativi palermitani hanno cercato di infondere nell’opinione pubblica commentando i nuovi sistemi…
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3 settembre 1947 Rocca di Monreale (PA). Morirono, in una azione contro un pericoloso latitante, il carabiniere Biagio Frugarello, il Commissario aggiunto di P.S. Aurelio Spampinato e il Vice Commissario di P.S. Aurelio Rinaldi
La Questura di Palermo, d’intesa con la Tenenza dei Carabinieri, aveva condotto complesse indagini per la cattura di un pericoloso latitante. Avendo appreso che questi aveva preso dimora in un casolare isolato in una zona rurale compresa fra il Sanatorio “G. Ingrassia” e la Caserma del Centro Addestramento Reclute dell’Esercito “Ciro Scianna”, organizzarono un servizio di appostamento. Il commissario Aurelio Spampinato insieme al commissario Armando Rinaldi ed al carabiniere Biagio Frugarello, intorno alle 4,10 del mattino, a bordo di una camionetta si fermarono in una trazzera, nel luogo dove già un buon numero di carabinieri ed agenti aveva provveduto a circondare la casa sospetta. Improvvisamente i cani iniziarono a latrare…
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13 febbraio 1947 Burgio (AG). Assassinato Matteo Palazzolo, carabiniere di 36 anni, in uno scontro con componenti della banda Giuliano.
Matteo Palazzolo, carabiniere di 36 anni, cadde nelle campagne di Burgio per mano, sembra, di alcuni componenti della banda Giuliano il 13 febbraio 1947. Le circostanze della morte vengono ben descritte dalla motivazione della concessione della Medaglia d’argento al valor militare: Il carabiniere scelto Matteo Palazzolo, partecipando volontariamente ed unitamente ad altri militari del luogo in un servizio notturno diretto all’arresto di un uomo resosi responsabile di tentato omicidio, e rifugiatosi in una casa colonica, perdeva la vita colpito al petto da un colpo di moschetto esplosogli da un altro pericoloso malfattore che in quel momento si rifugiava nella stessa casa. Fonte: salvofuca.blogspot.com Fonte: carabinieri.it NOTIZIARIO STORICO…
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8 Gennaio 1946 Partinico (PA). Il carabiniere Vincenzo Miserendino cade sotto il fuoco della banda Giuliano.
Vincenzo Miserendino, carabiniere 21enne, era di stanza nella stazione dei carabinieri di Partinico (PA) quando l’8 gennaio del 1946, durante un servizio di pattuglia, cadde falciato da colpi di mitraglia esplosi da gregari della banda Giuliano. Si era arruolato a 17 anni, era scampato alla prigionia in Germania e si era fatto trasferire da poco a Partinico per stare vicino al padre malato. A lui è stata dedicata a Partinico una via nel febbraio 2010. Fonte: ancispettoratosicilia.it Vincenzo Miserendino Nato a Petralia Sottana (PA) il 14 Luglio 1924, da Calogero e da Marianna Librizzi, visse la sua infanzia nell’abitazione di via Venezia. Frequentò le scuole elementari,…
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16 Ottobre 1945 Strage a contrada Apa Niscemi (CL). I Carabinieri Michele Di Miceli, Rosario Pagano e Mario Paoletti perirono in un agguato di vili assassini.
A Niscemi, il 16 ottobre 1945, nella cosiddetta Strage di Contrada Apa, perirono in un agguato i Carabinieri Michele Di Miceli, Rosario Pagano e Mario Paoletti e altri quattro rimasero gravemente feriti. A Niscemi operava dal 1943 una pericolosa banda criminale che, per diversi mesi, divenne compagna di strada del movimento separatista siciliano, prima di essere ripudiata dagli stessi separatisti per la ferocia dei suoi delitti. A capo di questa banda c’era, nel primo periodo, Rosario Avila detto “Canaluni” che, da giovane, aveva giurato «eterna lotta ai Carabinieri». Uno degli agguati più sanguinosi per opera sua si verificò il 16 ottobre 1945. Sette carabinieri del Nucleo di Niscemi erano usciti…