-
23 settembre 1983 Palermo. Rosalia Pipitone, madre di un bimbo di quattro anni, venne fatta uccidere dal padre. Colpevole di voler dividersi dal marito, fu uccisa nel corso di quella che apparve come una rapina compiuta da balordi.
Il 23 settembre 1983 Rosalia Pipitone, Lia, una ragazza di Palermo di 25 anni, madre di un bambino di 4 anni, entra in una sanitaria e si dirige verso il telefono a gettoni. Finita la telefonata si ritrova davanti due malviventi col volto coperto che si sono fatti consegnare dal titolare 250mila lire, l’incasso della giornata. Ma anziché andarsene col bottino, aspettano che la giovane si avvicini al bancone. Uno dei due le spara alle gambe. Fa per andarsene, poi torna sui suoi passi. «Mi ha riconosciuto», urla due volte, prima di sparare altri quattro proiettili che uccidono Lia. La rapina è solo una messinscena, racconteranno nel 2003 i pentiti…