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21 Aprile 1993 Porto Empedocle (AG). Uccisi Angelo Carlisi e Calogero Zaffuto, pescivendoli di Grotte. Angelo Carlisi doveva essere “punito” per uno sgarbo.
Angelo Carlisi, 31 anni, e Calogero Zaffuto, 38 anni, erano due pescivendoli di Grotte. Furono ritrovati dagli agenti della Squadra mobile, all’interno di un autofurgone Fiorino in cui trasportavano alcune casse di pesce, sulla strada che collega Porto Empedocle (AG) con Maddalusa e San Leone, gravemente colpiti da numerosi colpi di arma da fuoco. I familiari delle due vittime riferirono agli inquirenti che i loro congiunti svolgevano l’attività di venditori ambulanti e ogni mattina Zaffuto (che non aveva la licenza) accompagnava Carlisi al mercato ittico di Porto Empedocle per acquistare il pesce insieme a lui. I familiari riferirono che Carlisi aveva avuto dei contrasti per il furto della sua autovettura.…
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13 ottobre 1992 Porto Empedocle (AG) . Ucciso Pasquale Di Lorenzo, sovrintendente di Polizia Penitenziaria presso il carcere di Agrigento
Pasquale Di Lorenzo era un sovrintendente di Polizia Penitenziaria, prestava servizio nel carcere di Agrigento e, in assenza del comandante, svolgeva le funzioni di reggente. Di Lorenzo era conosciuto come “persona dotata di forte carattere, non incline a compromessi e considerato dai detenuti un duro”, consapevole della delicatezza che il suo ruolo richiedeva in un istituto penitenziario con una forte presenza di detenuti per reati di mafia. Il 13 ottobre 1992 fu ucciso con quattro colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in campagna, in contrada Durruelli di Porto Empedocle, dove possedeva un appezzamento di terra. Il collaboratore di giustizia Alfonso Falzone, autoaccusatosi del delitto, al processo celebrato nel…
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7 Maggio 1991 Porto Empedocle (AG). Resta ucciso Antonino Iacolino, titolare di una bar, insieme ad un uomo di Cosa nostra.
7 Maggio 1991 Porto Empedocle (AG). Resta ucciso Antonino Iacolino, 40 anni, titolare di una bar. Lo freddarono i colpi di pistola che avrebbero dovuto raggiungere Salvatore Albanese, un uomo di mafia. Antonio Iacolino era in compagnia di Albanese per averlo rivisto dopo un lungo periodo di assenza dovuto a un provvedimento giudiziario. Lo aveva incontrato e stava scambiando poche chiacchiere, i soliti convenevoli. Solo la fortuna ha voluto che non si contassero altre vittime. I due killer non risparmiarono piombo e nella fretta di portare a termine l’azione di morte colpirono anche una donna rimasta ferita a un piede. Tratto dal libro Senza Storia di Alfonso Bugea…
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4 Luglio 1990 La Seconda strage di Porto Empedocle. Restarono uccisi, Giuseppe Marnalo e Stefano Volpe, vittime innocenti.
Seconda strage di Porto Empedocle. Era il luglio del 1990. I killer stiddari arrivati a Gela dovevano lavare col sangue la morte dei Grassonelli assassinati nel settembre del 1986 (prima strage). I colpi di mitra spezzarono però anche la vita di due ragazzi che erano dentro quella maledetta officina, non per fatti di mafia. Giuseppe Marnalo era un operio. Per la verità era legato a Sergio Vecchia (l’obiettivo dei killer) da un rapporto di parentela, essendone il cognato. Ma in quel posto era andato per fare compagnia all’altro cognato, Calogero Palumbo, rimasto ferito. Stefano Volpe, invece, era il figlio del titolare dell’officina dove si consumò la strage. Era lì per…
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21 Settembre 1986 La Prima strage di Porto Empedocle. Restarono uccisi, vittime innocenti, il giovane Filippo Gebbia e Antonio Morreale
È la sera del 21 settembre del 1986. La gente passeggia lungo il corso principale di Porto Empedocle. Due passi, due chiacchiere, un gelato a chiudere una delle ultime sere d’estate. Le raffiche rabbiose dei kalashnikov, nell’oscurità di un blackout provocato, chiudono vite. La luce torna in paese, ma gli occhi di quanti giacciono a terra rimarranno per sempre spenti. Sei morti ammazzati, tra i quali due vittime innocenti: Antonio Morreale e Filippo Gebbia. Si consuma così, in pochi attimi, quella che nella storia criminale e mafiosa passa come la Prima strage di Porto Empedocle. È l’inizio della guerra tra Cosa Nostra e Stidda che lascerà sul campo centinaia di…
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8 Maggio 1982 Porto Empedocle (AG). Giuseppe Lala, Domenico Vecchio e Antonio Valenti, operai, uccisi sul posto di lavoro
8 Maggio 1982, Porto Empedocle (AG), Giuseppe Lala (55anni), Domenico Vecchio (26 anni) di Porto Empedocle, Antonio Valenti (38 anni) di Favara, furono uccisi per errore mentre stavano per tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Era accaduto che i Traina avevano aperto uno stabilimento di frantumazione di inerti a Cattolica, sul fiume Verdura. Questa ingerenza infastidì Pietro Marotta, uomo d’onore di Ribera, proprietario di un analogo impianto e cugino di Carmelo Colletti (figli di fratello e sorella) che decise di intervenire inviando sul posto il gruppo raffadalese di Lauria. I killer si appostarono dietro un silos carico di cemento in polvere e spararono non appena videro arrivare i…