• 10 Marzo 1948 Corleone (PA). Scompare Placido Rizzotto, Partigiano, socialista, segretario della Camera del Lavoro e dirigente delle lotte contadine. Primo caso di “lupara bianca”. I suoi resti recuperati dopo 64 anni nella foiba di Rocca Busambra.

    Placido Rizzotto (Corleone, 2 gennaio 1914 — Corleone, 10 marzo 1948) è stato un sindacalista italiano, rapito e ucciso dalla mafia. Iniziò la sua attività politica e sindacale a Corleone al termine della guerra. Ricoprì l’incarico di Presidente dei reduci e combattenti dell’ANPI di Palermo e quello di segretario della Camera del lavoro di Corleone. Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano e della CGIL. Venne rapito nella serata del 10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, e ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre. Le indagini sull’omicidio furono condotte dall’allora capitano dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla…

  • 2 Marzo 1948 Petralia Soprana (PA). Ucciso Epifanio Leonardo Li Puma, socialista, dirigente del movimento contadino per l’occupazione delle terre incolte.

    Epifanio Leonardo Li Puma (Petralia Soprana, 6 gennaio 1893 – Petralia Soprana, 2 marzo 1948) è stato un politico e sindacalista italiano, ucciso dalla mafia.La sua vita s’è svolta essenzialmente nella sua Raffo, anche se la sua azione toccò l’intero comprensorio delle Madonie. Mezzadro di idee antifasciste alla fine della seconda guerra mondiale è stato promotore del movimento dei contadini per la riforma agraria come organizzatore sindacale (della Cgil), politico (era un esponente del Partito Socialista Italiano) e di cooperative. Di orientamento nettamente riformista era contrario ad ogni estremismo ed alle teorie rivoluzionarie. Nel secondo dopoguerra, Epifanio Leonardo Li Puma, sindacalista e capolega dei mezzadri e braccianti senza terra, fu…

  • 8 Novembre 1947 Marsala (TP). Ucciso il contadino Vito Pipitone, dirigente delle cooperative dei contadini riunite nella Confederterra.

    Vito Pipitone, Segretario della Camera del lavoro di Marsala, venne ucciso a Marsala (TP) l’8 novembre 1947 da un colpo di lupara mentre si trovava sulla sua bicicletta, a pochi metri dalla casa materna. Venne ucciso perché si batteva per garantire ai lavoratori un giusto stipendio, la pensione, per evitare che lavorassero più di otto ore al giorno. Sempre in prima fila a fianco dei braccianti nell’occupazione delle terre e per l’attuazione della nuova legislazione in materia di agricoltura, varata dal Ministro Fausto Gullo. A conferma del consenso che vi era su Vito Pipitone si dice che parteciparono almeno 5000 persone ai funerali.         Articolo da L’Unità dell’11…

  • Foto da Giuseppe Maniaci era segretario della Confederazione Federterra di Terrasini e dirigente del partito comunista. Venne ucciso a colpi di mitra davanti alla sua casa, in contrada Paternella, a Terrasini, il 25 ottobre del 1947. Aveva 38 anni. Maniaci era contadino, era sposato e aveva un figlioletto di due anni. Era entrato in contatto con ambienti politici nel carcere di Porto Longone, dove era stato detenuto per reati comuni e aveva conosciuto i dirigenti comunisti Scoccimarro e Terracini. Il sindacato e le forze di sinistra denunciarono l’ennesimo delitto politico contro un loro esponente. Ma gli investigatori si orientarono subito verso un'altra direzione, la vendetta privata, escludendo il movente politico. I carabinieri scrissero che Maniaci aveva rubato delle olive in un fondo coltivato ad uliveto di proprietà di un certo Emanuele Badalamenti di Cinisi, che era stato venduto al noto pregiudicato latitante Procopio Di Maggio. E dissero che aveva rubato olive anche in un altro fondo, distante 500 metri, di proprietà degli eredi Ruffino, affittato a Leonardo Vitale e a suo cognato Giuseppe Di Maggio, cugino di Procopio. La tesi non si indebolì mai. E i tre mafiosi sospettati fortemente del delitto non furono neanche denunciati. La Sezione Istruttoria della Corte di Appello di Palermo, per l’omicidio di Giuseppe Maniaci, procedette contro “ignoti”. E il 7 aprile 1948 dichiarò di «non doversi procedere perché ignoti gli autori del reato». Un altro delitto impunito. Fonte: https://www.cittanuove-corleone.net/2019/10/vie-dei-diritti-martedi-22-alle-ore-9.html?spref=fb&fbclid=IwAR0xysP3jueC0RPxrV4aAV-nYSbaCbfSdzm_CkGF8N9KAj0gsE7vwVVdbrw

    25 Ottobre 1947 Terrasini (PA). Ucciso Giuseppe Maniaci. segretario della Confederterra

    Giuseppe Maniaci era segretario della Confederazione Federterra di Terrasini e dirigente del partito comunista. Venne ucciso a colpi di mitra davanti alla sua casa, in contrada Paternella, a Terrasini, il 25 ottobre del 1947. Aveva 38 anni. Maniaci era contadino, era sposato e aveva un figlioletto di due anni. Era entrato in contatto con ambienti politici nel carcere di Porto Longone, dove era stato detenuto per reati comuni e aveva conosciuto i dirigenti comunisti Scoccimarro e Terracini. Il sindacato e le forze di sinistra denunciarono l’ennesimo delitto politico contro un loro esponente. Ma gli investigatori si orientarono subito verso un’altra direzione, la vendetta privata, escludendo il movente politico. I carabinieri…

  • 22 Giugno 1947 Partinico (PA). Restano colpiti a morte Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Jacono, durante un attacco alla locale sezione del Partito Comunista

    A Partinico, il 22 giugno 1947, vengono colpiti a morte Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Jacono. A distanza di pochi mesi dalla terribile strage di Portella della Ginestra a Partinico, Carini, Borgetto, San Giuseppe Jato, Monreale e Cinisi si verificarono delle azioni terroristiche armate contro i militanti e le sedi della Cgil e del Pci, che provocarono morti, feriti e terrore. Gli autori furono esponenti della banda Giuliano, mafiosi e neofascisti, che continuarono così l’offensiva contro il movimento contadino e le forze della sinistra, che lottavano per il diritto al lavoro e per la riforma agraria. Il raid più grave si svolse a Partinico, dove furono uccisi Giuseppe Casarrubea, ebanista…

  • 8 Maggio 1947 Partinico (PA) Uccisione di Michelangelo Salvia, 34 anni, dirigente della Camera del Lavoro.

    Una settimana dopo l’orrore della strage di Portella della Ginestra, a Partinico (Pa), il 9 maggio 1947 il trentaquatrenne Michelangelo Salvia, dirigente della Camera del Lavoro, fu ucciso con un colpo in bocca perché fosse chiaro quale colpa gli era stata imputata. Fonte:  vivi.libera.it     Tratto da: http://casarrubea.wordpress.com/archivio/ Michelangelo Salvia, nato  il 9 aprile 1913, uccisione avvenuta l’8 maggio 1947, a una settimana della strage di Portella. “Michelangelo Salvia fu ucciso con dei colpi di arma da fuoco sparatigli in bocca perché Michelangelo non aveva peli sulla lingua. La gente parlava, lo stato era omertoso e depistava…”  Giuseppe Casarrubea Sulla sua tomba leggiamo: barbaramente ucciso da una mano sopraffattrice…

  • 13 Febbraio 1947 Partinico (PA), Assassinato Leonardo Salvia , dirigente sindacale, impegnato nelle lotte contadine.

    Il 13 febbraio 1947 muore a Partinico (PA) ucciso in un agguato mafioso davanti alla sua abitazione LEONARDO SALVIA dirigente sindacale socialista impegnato nelle lotte contadine locali e nel movimento per la riforma agraria. (Fonte: gruppolaico.it /)     Fonte:  ricerca.repubblica.it Articolo del 1 maggio 2012 I MARTIRI DEL FEUDO di Piero Violante   Ai carabinieri e alla polizia, ma anche ai giudici, non piaceva l’idea che un sindacalista o un dirigente politico o peggio un contadino fosse ammazzato per motivi politici. A partire dal ’44, ma sino agli anni Ottanta, cercavano altre piste. Il gallismo siciliano faceva allusione ad un sempre impellente “cherchez la femme” come movente del delitto;…

  • 13 febbraio 1947 Villabate (PA). Assassinato Vincenzo Sansone, Nunzio, sindacalista impegnato nella lotta per la riforma agraria

    Il 13 febbraio 1947 muore a Villabate (PA) ucciso a colpi di lupara da parte di sicari mafiosi VINCENZO SANSONE (detto Nunzio) sindacalista, militante comunista e insegnante di lettere impegnato nella lotta per la riforma agraria. Aveva anche cercato di fondare una cooperativa agricola. Inoltre con la sua attività didattica voleva riscattare le masse operaie e contadine dalla loro miseria e dall’abiezione materiale e morale in cui esse vivevano nei latifondi. La sua intensa attività sindacale e culturale portò alla decisione di ucciderlo. Nella sua gioventù aveva tanto lottato contro la povertà, sopportando dure prove e umilianti privazioni. Egli conosceva, quindi, la triste indigenza degli ultimi. (Fonte:  gruppolaico.it )  …

  • 17 Gennaio 1947 A Ficarazzi (PA) viene ucciso Pietro Macchiarella. militante del Partito comunista, impegnato nelle lotte contadine.

    Pietro Macchiarella, militante del Partito comunista,  il 17 gennaio 1947 a Ficarazzi (Palermo), venne ucciso senza pietà dalla mafia dei giardini. La voce popolare e i giornali indicarono come mandante dell’omicidio di Pietro Macchiarella il noto mafioso Francesco Paolo Niosi, ma a suo carico non si riuscì ad aprire nemmeno un processo. Questo omicidio segue quello del 4 gennaio, a Sciacca (AG), di Accursio Miraglia, segretario della Camera del Lavoro e dirigente comunista.       Fonte: C.tro siciliano di documentazione G. Impastato A Ficarazzi (PA) viene ucciso Pietro Macchiarella. militante del Partito comunista, impegnato nelle lotte contadine. Lo stesso giorno al Cantiere navale di Palermo alcuni mafiosi, capeggiati dal boss…

  • 4 Gennaio 1947 a Sciacca (AG) uccisione di Accursio Miraglia, segretario della Camera del Lavoro e dirigente comunista

    4 Gennaio 1947 a Sciacca (AG) uccisione di Accursio Miraglia, segretario della Camera del Lavoro e dirigente comunista. Il delitto, come del resto tutti gli omicidi di dirigenti e militanti del movimento contadino, è rimasto impunito. Una delle iniziative (forse la più importante e duratura in quanto proprio nel 2004 se ne è festeggiato il sessantesimo anniversario) più voluta da Accursio Miraglia fu la fondazione della cooperativa “La Madre Terra”. Nacque esattamente il 5 novembre 1944, venne sancita alla Camera del lavoro più di 60 anni fa ed oggi è una grande realtà che conta circa mille soci con una superficie di duemila ettari coltivata a ulivi e più di…