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9 agosto 2017 San Marco in Lamis (FG). Aurelio e Luigi Luciani furono barbaramente assassinati, in quanto testimoni di un agguato ad un boss.
Aurelio Luciani, 43 anni, due figli ed uno in arrivo, ed il fratello Luigi Luciani, 47 anni, un bimbo piccolo, insieme agli altri tre fratelli, coltivavano la terra che possiedono in San Marco in Lamis (FG). Come ogni giorno, anche il 9 agosto del 2017, in auto si stavano recando sul posto di lavoro quando si sono trovati ad assistere ad un agguato mafioso contro un boss che stava percorrendo lo stesso tragitto. Sono stati inseguiti e barbaramente uccisi perché probabilmente hanno assistito all’assassinio. Fonte: lastampa.it Articolo del 9 agosto 2017 Foggia, agguato per uccidere un boss: 4 morti. Uccisi anche due contadini testimoni involontari Commando in azione…
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30 giugno 1999, Nissoria (EN). Uccisa Elisa Valenti, 19 anni. Era insieme al fidanzato, obiettivo del raid punitivo.
Elisa Valenti, ragazza di 19 anni, viene assassinata in provincia di Enna perché testimone dell’uccisione del fidanzato. Sono stati arrestati Rosario Mauceri, 41 anni, pregiudicato di Leonforte (Enna), indicato come il mandante, mentre altri due provvedimenti sono stati eseguiti a San Cataldo e un quarto a Enna. Il corpo di Elisa Valenti venne ritrovato nelle campagne di Nissoria (Enna) ad una decina di metri da quello del fidanzato, Filippo Musica, 30 anni. Entrambi vennero uccisi con colpi di fucile davanti alla casa di campagna dell’uomo. La vittima designata dell’agguato sarebbe stato Musica, ex sorvegliato speciale con precedenti penali. Fonte: vivi.libera.it Fonte: ennaonline.com Articolo del 25 giugno 2001…
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14 novembre 1996 Sant’Anastasia (NA). Luigia Esposito, 27 anni, uccisa con 23 coltellate; testimone di un omicidio.
Luigia Esposito viene trovata senza vita a Sant’Anastasia (NA), uccisa da 23 coltellate. La ragazza è tossicodipendente ed è per questo motivo che le indagini, in un primo momento, sono orientate a trovare un movente e i colpevoli proprio in quell’ambiente. Le confessioni rese da un collaboratore di giustizia permettono successivamente di arrivare alla verità giudiziaria e alla condanna del mandante. La ragazza viene uccisa perché alcuni giorni prima ha assistito all’omicidio di Ciro Rispoli, delitto commesso nell’ambito della faida tra i clan della zona orientale di Napoli. Il boss Cuccaro incarica così il futuro collaboratore di giustizia e suo cognato di uccidere Luigia. Tre giorni dopo l’omicidio di Rispoli,…
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7 Aprile 1994 Napoli. Ucciso Antonio D’Agostino, 23 anni fioraio, involontario testimone di un omicidio.
Antonio D’Agostino era un giovane fioraio, appena 23 anni, ed è stato massacrato il 7 aprile 1994 a Casavatore da due sicari. Era sicuramente un testimone scomodo e gli hanno chiuso la bocca con una scarica di dieci proiettili al capo, al volto, e al torace. I killer si sono poi dileguati a bordo di una moto di grossa cilindrata. Soccorso da alcuni passanti, il giovane è morto mezz’ora dopo nell’ospedale napoletano Nuovo Pellegrini. Antonio D’Agostino era sulla soglia del suo negozio di fiori, all’angolo tra via Aniello Falcone e via Giacinto Gigante. La bottega situata di fronte alla boutique dove il 26 marzo precedente fu ucciso Carmine Amura, freddato…
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6 Agosto 1992 Villa Literno (CE) Ucciso Antonio Di Bona, agricoltore di 56 anni, vittima innocente, ucciso dalla camorra presso un’officina meccanica dove attendeva la riparazione del proprio trattore.
Il giorno 6 agosto 1992 quattro sicari con il volto coperto da passamontagna hanno ucciso a Villa Literno Antonio Diana, titolare di un’officina, Nicola Palumbo, anch’egli meccanico, e Antonio Di Bona, un contadino che al momento dell’ agguato si trovava nel locale. All’origine del triplice omicidio vi sarebbe una ”vendetta” nell’ambito dello scontro in atto tra due clan camorristici rivali, quello capeggiato dal ”boss” Francesco Schiavone, soprannominato ”Sandokan”, e quello che fa capo alla famiglia Venosa. La polizia ritiene che il principale obiettivo dei sicari fosse il titolare dell’officina, Antonio Diana, imparentato con il ”boss” Raffaele Diana, a sua volta affiliato al clan Schiavone. Sia il cliente che il dipendente…
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10 Ottobre 1990 Caltagirone (CT). Assassinato Giuseppe Aiello, bambino di 12 anni, testimone dell’omicidio del pastore per cui lavorava.
Giuseppe Aiello, un bambino di dodici anni, di Caltagirone (CT) nel tempo libero dalla scuola, per aiutare la famiglia, andava a lavorare in campagna da un pastore, Giacomo Grimaudo, con precedenti penali per abigeato. Era l’8 ottobre del 1990. L’agguato è scattato intorno alle 18,30 in contrada Racineci, dove Grimaudo possedeva un ovile nel quale erano radunate le sue ottocento pecore. Una mandria imponente che era stata ingrandita recentemente. Il pastore, aiutato dal ragazzetto, aveva completato il raduno degli animali e si era appena dedicato alle operazioni di mungitura. Gli assassini sono arrivati silenziosamente alle spalle, cogliendolo di sorpresa. Un attimo per prendere la mira e poi si e scatenato…
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16 Settembre 1990 Casoria. Assassinato Andrea Esposito, bambino di 12 anni. Era il testimone di un agguato nel bar dove lavorava come garzone da tre mesi. Nell’agguato viene ucciso anche il barista Sergio Esposito, 32 anni, (omonimo).
Andrea Esposito e Sergio EspositoHa visto cadere ai suoi piedi il cassiere e il barista, colpiti da una gragnuola di proiettili. Quando si è accorto di essere diventato un testimone scomodo Andrea Esposito, 12 anni, garzone del bar all’interno del mercato ortofrutticolo di Casoria, ha tentato di rifugiarsi dietro il bancone, rannicchiandosi sulla pedana di legno. Ma non ce l’ha fatta: il killer, con ferocia bestiale, lo ha raggiunto e giustiziato» con un colpo di pistola alla testa. Nell’agguato viene ucciso anche il barista Sergio Esposito, 32 anni, (omonimo). (da archiviostorico.unita.it ) Fonte: Dal libro I boss della camorra di Bruno De Stefano Articolo del 16 Settembre 1990…
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31 luglio 1990 Mazzarino (CL). Calogero La Piana, 23 anni, venne ucciso perché era stato testimone di un omicidio.
Il corpo di Calogero La Piana, insieme a quello dei fratelli Luigi e Giuseppe Tambè di 24 e 21 anni, fu ritrovato carbonizzato all’interno di un bosco demaniale a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta. Erano incensurati; sul loro conto neppure una contravvenzione. La loro uccisione va inquadrata nella sanguinosa faida che è scoppiata nel triangolo Gela-Mazzarino-Riesi tra le famiglie mafiose che si contendono il controllo dei subappalti per la costruzione di dighe e altre opere pubbliche per centinaia di miliardi. Fonte: memoriaeimpegno.it Fonte: ricerca.repubblica.it Articolo del 2 agosto 1990 QUEL ROGO DI MORTE DELLA MAFIA DEGLI APPALTI di Francesco Viviano CALTANISSETTA Due fratelli e un loro amico, tutti…
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28 febbraio 1990 Messina. Ucciso per non lasciare testimoni Angelo Alibrandi, 44 anni, camionista. Aveva assistito all’uccisione del suo datore di lavoro.
Angelo Alibrandi, 44 anni, camionista. Aveva 44 anni e finalmente, dopo diversi mesi passati a cercare un lavoro, s’era sistemato come camionista e programmava il suo futuro. Non c’entrava niente con i giri della mala messinese. Ma la mattina del 28 febbraio del 1990 un gruppo di killer, fu subito chiaro dopo le prime indagini, doveva uccidere il suo datore di lavoro Francesco Panarello, che rimase anche lui sull’asfalto privo di vita. Il teatro della sparatoria fu il capannone della ditta di Panarello, a Bordonaro Superiore, quartiere di Messina. Alibrandi pagò la “colpa” di essere soltanto uno scomodo testimone della feroce esecuzione. Era dentro uno dei capannoni della ditta, appena…
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23 Febbraio 1989 Laureana di Borrello (RC). Uccisione di Marcella Tassone, bambina di 10 anni. Uccisa insieme al fratello, Alfonso, con cui era in macchina.
Marcella Tassone è stata uccisa a 10 anni a Laurana di Borrello (RC). Non è stato un errore, è stata colpita con otto colpi di pistola; vero obiettivo della missione punitiva mortale era il fratello Alfonso, 20 anni, militare in licenza di convalescenza. “Alfonso Tassone era diffidato di PS e forse era rimasto implicato in qualche modo nell’omicidio di tre persone (una delle quali un marocchino, a Gioia Tauro il 9 settembre precedente). Sospettato e arrestato, dopo una decina di giorni venne però scarcerato. Gli assassini conoscevano in anticipo i movimenti del giovane: hanno atteso il passaggio dell’Alfetta a 300 metri dall’inizio del paese, in contrada «Mulino Vecchio», dove una…