• 21 luglio 1995 Qualiano (NA). Ucciso Antonio Brandi, 19 anni, militare di leva in licenza. Forse perché testimone.

    Il 21 luglio 1995 Antonio Brandi, incensurato, venne ucciso a bruciapelo con svariati colpi di pistola da persone non identificate. L’agguato è avvenuto nei pressi della zona di Qualiano, un quartiere alla periferia settentrionale di Napoli. Il ragazzo, che stava svolgendo il servizio militare presso la Compagnia di Sussistenza del Comiliter tosco-emiliano di Firenze, era tornato a casa due giorni prima per trascorrere due settimane di licenza a Secondigliano, dove viveva con i genitori. La sera del 21 luglio Antonio era stato visto girare a piedi per il quartiere. Dopo un pò una telefonata anonima avvertiva i Carabinieri della presenza di un cadavere lungo la circumvallazione esterna a Qualiano. Sul…

  • 3 ottobre 1991 Caraffa Del Bianco (RC). Assassinato Stefano Bonfà, 62 anni, imprenditore agricolo. Probabile testimone di rapimento.

    Stefano Bonfà, 62 anni, imprenditore agricolo di Samo, fu ritrovato cadavere nella sua auto nei pressi del podere di sua proprietà nel comune di Caraffa Del Bianco. Si ipotizza che Stefano Bonfà sia stato ucciso per aver visto il passaggio di un mezzo con dentro una vittima di sequestro, in quanto la sua proprietà è situata in una “zona strategica”; quella era l’epoca dei sequestri di persona. Per anni, dopo l’uccisione di Stefano Bonfà, si sono susseguiti danneggiamenti, anche con l’utilizzo delle cosiddette “vacche sacre”, nei terreni di proprietà della famiglia Bonfà. Il figlio della vittima, Bruno, sta lottando da allora per avere verità e giustizia e l’attenzione delle autorità…

  • 22 marzo 1991 Petilia Policastro (KR). Giovanni Cento e Domenico Bruno, guardie giurate, furono assassinati perché testimoni di una rapina.

    Domenico Bruno, 30 anni,  e Giovanni Cento, 50 anni, guardie giurate, furono barbaramente uccise a Petilia Policastro (KR) il 22 marzo 1991, per aver assistito a una rapina e aver visto qualcosa che non si doveva sapere. Furono uccisi nel pieno centro cittadino in un conflitto a fuoco. Bruno morì sul colpo, mentre Giovanni morì a distanza di pochi giorni in un ospedale messinese dove era stato trasportato e dove prima di morire riuscì fare il nome del loro assassino. Fonte:  vivi.libera.it     Fonte: ilcrotonese.it Articolo del 16 marzo 2004 Petilia, pena di 17 anni per il delitto dei metronotte di Damiano Lacaria C’è un solo colpevole per l’omicidio…

  • 29 Febbraio 1988 Paceco (TP). Giustiziato Rosario Cusumano, 16 anni, garzone in un panificio. Non aveva rispettato la legge dell’omertà.

    Rosario Cusumano, 16 anni appena, è stato giustiziato per qualcosa che non avrebbe mai dovuto sapere. Un testimone da eliminare, che era venuto a conoscenza e forse aveva anche svelato un terribile segreto. E tanto più pericoloso perché era un ragazzo pulito, del tutto estraneo agli affari più cupi e sotterranei del suo paese. Faceva il garzone in un panificio a Paceco, alle porte di Trapani, zona ad alta intensità di mafia. Lo hanno eliminato con una tempesta di colpi sparati con fucile e pistole, con quella pallottola esplosa dritta in gola, proprio mentre si stava recando a lavoro: alle cinque del mattino, in una viuzza a quell’ora deserta ma…

  • 26 Agosto 1986 Palermo. Ucciso Salvatore Benigno, aveva visto due mafiosi dare alle fiamme un’auto.

    Salvatore Benigno, 37 anni, cassiere presso un cinema di Palermo viene ucciso il 26 agosto del 1986. Mentre tornava a casa aveva visto due persone che stavano bruciando un’auto che era servita per andare a compiere un altro omicidio.     Fonte:  centroimpastato.it Ucciso a Palermo Salvatore Benigno, cassiere presso un cinema, che vide dare alle fiamme un’auto da due mafiosi che avevano commesso un omicidio.   Fonte: centroimpastato.it 29 Ottobre 2008 Confermate dalla Cassazione le condanne all’ergastolo per i componenti la cupola mafiosa, accusati, nel processo “Golden Market”, di 36 omicidi negli anni Ottanta e Novanta. Tra i condannati i fratelli Ribisi di Palma di Montechiaro (Ag), mandanti dell’omicidio…

  • 15 gennaio 1986 San Giuseppe Jato (Pa). Giovanni Giordano, viene rapito, strangolato e poi sciolto nell’acido, perché conosceva il nascondiglio di un boss latitante.

    Giovanni Giordano “Era un modesto lavoratore che andò incontro ad una fine tragica: fu dapprima strangolato e poi sciolto nell’acido. Scomparve a San Giuseppe Jato (Pa) il 15 gennaio 1986. Negli anni successivi, dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia è emerso che Giordano avrebbe visto, per puro caso, il luogo dove si nascondeva un boss della mafia latitante. Per il solo sospetto che avesse rivelato ai carabinieri il luogo della latitanza fu rapito, torturato e sciolto nell’acido.” Fonte: Memoria Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie Ed. Abele 2015 Il libro realizzato da Libera – Associazioni, nomi, e numeri contro le mafie, è curato da Marcello Cozzi, Riccardo Christian…

  • 12 Dicembre 1985 Villafranca Tirrena (ME). Uccisa Graziella Campagna, 17 anni, “aveva visto ciò che non doveva vedere”

    Graziella Campagna, 17 anni, commessa in una lavanderia di Villafranca Tirrena (ME), scomparsa il 12 dicembre 1985, fu trovata uccisa, due giorni dopo, con cinque colpi di fucile in volto in uno spiazzo dei colli Sarrizzo, nei Peloritani, dopo essere stata sequestrata alla fermata dell’autobus che da Villafranca l’avrebbe riportata a Saponara, dove risiedeva. La sua condanna a morte è stata aver trovato nella tasca di un soprabito, di un cliente conosciuto come ing. Cannata, un’agendina fitta di nomi e di numeri telefonici. Quel documento apparteneva in realtà al mafioso latitante Gerlando Alberti junior, 40 anni, che, con il suo luogotenente, Giovanni Sutera di 28 anni, che si spacciava per…

  • 17 Novembre 1981 Villa Literno (NA). Trovato nelle campagne il corpo sensa vita di Michele Borriello, 24 anni. Colpito alle spalle è morto dissanguato. Ucciso perché testimone di un omicidio.

    Michele Borriello, 24 anni. Viene ucciso il diciassette novembre del 1981 a Villa Literno, in un agguato teso da un boss perché testimone scomodo di un omicidio di camorra, molto probabilmente si trovava nelle campagne di Villa Literno per una gara di tiro a piattello. Lascia la moglie e due bambine piccole. Michele Borriello è stato riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata. Fonte: noninvano.it       Fonte: fondazionepolis.regione.campania.it Nel pomeriggio del 17 novembre del 1981, nelle campagne di San Sassio, in una tenuta di Villa Literno, sono stati trovati i cadaveri di Michele Borriello, 24 anni, residente a Napoli, sposato e padre di due figli, e Raffaele Terracciano, 29…