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18 novembre 1981 Cosenza. Assassinato Santo Nigro, commerciante, vittima del racket delle estorsioni.
L’imprenditore Santo Nigro, 47 anni, fu assassinato in un suo negozio di Cosenza, come monito agli altri commercianti, perché si rifiutava di pagare il pizzo. Così i clan nel pomeriggio del 18 novembre dell’81 lo hanno punito: una scarica di colpi di pistola di fronte agli occhi del figlio Silvio, ferito ad una gamba e lasciato a vedere il padre agonizzare. Silvio Nigro è un’altra vittima; a causa del trauma, dovette essere ricoverato presso una casa di cura per igiene mentale dove morì sei anni dopo l’omicidio del padre. Dopo 40 anni arrestati due uomini, del clan Perna-Prano, figure storiche di rilevo della criminalità organizzata cosentina. …
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27 Ottobre 1981 Cetraro (CS). Assassinato il commerciante Lucio Ferrami.
A Lucio Ferrami, due killer gli sparano in macchina mentre era in compagnia della moglie. La donna si salva perché il marito le fa da scudo con il suo corpo. L’uomo aveva denunciato poco tempo prima ai carabinieri di aver ricevuto la visita di alcune persone che gli avevano chiesto la tangente. La risposta dei malavitosi non si fa attendere. Nessuno può permettersi un gesto così rivoluzionario. Lucio Ferrami paga con la vita il suo atto di insubordinazione. La vedova Ferrami per anni ha invocato giustizia denunciando indagini approssimative e collusioni. “Io ero in macchina con mio marito – affermò nel corso di una nota intervista televisiva – e nessuno…
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3 Agosto 1981 Godrano (PA). Ucciso in un agguato mafioso Giuseppe Cuttitta. Vittima del racket.
Giuseppe Cuttitta è nato a Godrano il 22 luglio 1943. È morto in seguito ad un agguato mafioso il 3 agosto 1981 a Godrano. Giuseppe Cuttitta era socio amministratore della cooperativa San Leone, l’omicidio è avvenuto a causa del mancato pagamento di somme di denaro indebitamente richieste. È’ stato riconosciuto vittima innocente della mafia con decreto n.1326 del 09/11/1998. Fonte: familiarivittimedimafia.com Fonte: La Stampa del 3 Agosto 1981 Sparano da un’auto: un morto. Un uomo di 38 anni, Giuseppe Cuttitta, è stato ucciso con diversi colpi di pistola alla periferia di Gosrano, un comune a 50 chilometri da Palermo. Era sposato con tre figli. Secondo i carabinieri si…
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31 Luglio 1979 Limbadi (VV). Assassinato Orlando (Nando) Legname, agricoltore, 31 anni. Non sottostava alla legge della ‘ndrangheta.
Orlando “Nando” Legname aveva 31 anni, era sposato e aveva un figlio piccolo. È stato assassinato con una azione di vera guerra nel suo podere di Limbadi (VV) il 31 luglio 1979. Si era riscattato dal lavoro di bracciante con il suo tormentato vagare da emigrante, prima in Germania e poi in Argentina, diventando un coltivatore diretto, impegnato nel lavoro e nella lotta politica contro la mafia, per una agricoltura rinnovata. Per questo, per l’attaccamento al lavoro e alla terra, alle bestie che allevava, era da tutti stimato. ” Da qualche tempo la situazione, però, è diventata invivibile. Si respira un’aria strana. E non è soltanto un’impressione: le richieste delle…
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21 Agosto 1978 Platì (RC). Ucciso Fortunato Furore, commerciante. Vittima del racket.
Fortunato Furore, commerciante di Platì (RC) di sessantatré anni, fu ucciso il 21 agosto del 1978. Le indagini andarono subito verso la pista delle estorsioni: ucciso per non aver pagato la “mazzetta”. Per questa ragione aveva già subito numerose intimidazioni. Foto e Nota tratta dal libro Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta di Danilo Chirico e Alessio Magro Cap. XVIII “Affari Pericolosi” Pag. 393 […] Sono le ventuno e trenta del 21 agosto 1978. Fortunato Furore, commerciante di Platì di sessantatre anni, ha appena finito di cenare a casa con la moglie e i due figli studenti universitari Letizia e Giuseppe. Esce sulla veranda per fumare…
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12 Marzo 1977 Gioiosa Ionica (RC). Ucciso il mugnaio Rocco Gatto, un uomo onesto che aveva detto “no” al racket.
Rocco Gatto, mugnaio di Gioiosa Ionica venne assassinato in un agguato mafioso il 12 marzo 1977. Era un uomo onesto e grande lavoratore, iscritto al Partito Comunista, non aveva mai ceduto ai ricatti e alle minacce subiti , anche l’incendio del mulino non lo piegò. In una trasmissione televisiva aveva detto” Non pagherò mai la mazzetta. Lotterò fino alla morte”. Ma non fu ucciso per questo. “Il 6 novembre 1976 il capoclan Vincenzo Ursini rimane ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri e la ‘ndrina pensa ad un’esecuzione quindi reagisce violentemente e impone il coprifuoco in tutto il paese in onore del boss defunto. Vennero rispediti a casa…
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21 Agosto 1976 Palermo. Ucciso Francesco Paolo Chiaramonte, 29 anni, gestiva una macelleria. Vittima del racket.
Francesco Paolo Chiaramonte, nato a Palermo il 6 marzo del 1947, era un piccolo imprenditore. Gestiva una macelleria in via San Filippo a Palermo, nel quartiere di Borgo Ulivia. Fu ucciso perché non si piegò alle richieste estorsive subite da alcuni mafiosi della zona. Il 21 agosto del 1976 quattro uomini entrarono nella macelleria, armati di pistole e fucili, forse per spaventarlo e indurlo a cedere ai loro ricatti. Chiaramonte stava lavorando al banco e impugnava un coltello. Quando vide entrare i malviventi chiese loro cosa volessero. Ma i quattro lo crivellarono di colpi. Aveva 29 anni. Lasciò moglie e due figli. Mandanti ed esecutori materiali sono stati assicurati alla…
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2 Luglio 1975 Palermo Ucciso Gaetano Cappiello, Guardia di Pubblica Sicurezza
Gaetano Cappiello (28 anni) , Guardia di Pubblica Sicurezza Questura di Palermo. Il proprietario di un noto laboratorio fotografico era stato più volte oggetto di minacce ed estorsione da parte di banditi che chiedevano soldi in cambio di protezione. Il commerciante si rivolge alla Polizia, che organizza un servizio per catturare gli estortori. Dopo numerosi appostamenti, andati a vuoto per la particolare cautela adoperata dai banditi, l’ultimo appuntamento, quello decisivo è previsto per le ore 21,30 del giorno 2 Luglio, davanti alla Chiesa della Resurrezione nel quartiere “Villaggio Ruffini”. La zona è circondata da agenti e sottufficiali in borghese, mentre un furgoncino civetta è posteggiato ad una ventina di metri…
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16 Aprile 1972 Polistena (RC). Domenico Cannata ucciso “per errore”
Domenico Cannata di mestiere faceva l’elettricista a Polistena (RC). Era padre di quattro figli. Nella notte del 16 Aprile del 1972 sente uno scoppio, si alza dal letto, controlla che moglie e figli siano tranquilli, si avvicina all’interruttore centrale, prova a staccarlo per evitare un incendio. Un altro scoppio, un ordigno. La famiglia trova il suo corpo dilaniato. Viene riconosciuto vittima innocente della ‘ndrangheta solo nel 2005. Ucciso per errore. (Tratto da Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta – di Danilo Chirico e Alessio Magro) Articolo da drive.google.com Fonte Il Quotidiano del Sud Un attentato senza colpevoli Domenico Cannata era nato a Polistena il 15 gennaio del 1925.…
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22 maggio 1945 Centuripe (EN). Assassinato Raffaele Miceli, 42 anni, direttore di una miniera. Vittima del racket delle estorsioni.
Raffaele Miceli era ingegnere minerario, direttore responsabile della miniera Marmora Gualtieri, una delle più importanti e avanzate del bacino zolfifero del nisseno. Dieci giorni prima dell’assassinio, il 12 maggio 1945, alle dieci del mattino, l’ingegner Miceli si era recato alla stazione dei carabinieri e aveva riferito di essere stato sottoposto a minacciosa richiesta ricattatoria di 500.000 lire. Dal momento che lui era solo il direttore e non il proprietario della miniera, Miceli non disponeva di una simile somma e dichiarava che, in ogni caso, anche avendoli, non avrebbe mai e poi mai ceduto al ricatto. Fu ucciso platealmente il 21 maggio del 1945 nella piazza di Centuripe (EN) per essersi…