-
15 luglio 1980 Roma. Resta uccisa Antonella Montefoschi, 22 anni, figlia di una grossista di carni, in un tentativo di sequestro
“il 15 luglio del 1980 e nel mirino della banda finisce Antonella Montefoschi, figlia di un ricco commerciante di carni. La ragazza di ventidue anni è in macchina sotto casa con il suo fidanzato, Massimo Venturini, ventotto anni, quando un gruppo di uomini si avvicina. In due trascinano fuori dall’auto il giovane che viene massacrato di botte. Gli altri si occupano della ragazza che però si ribella tanto che parte un colpo. Intanto il fidanzato si è ripreso e comincia a urlare: il colpo sfuma, la ragazza viene portata d’urgenza al San Camillo, è in condizioni disperate. Dopo tre giorni di agonia muore.” Tratto dal libro: I…
-
15 Aprile 1980 Monza. Rapito e ucciso Adelmo Fossati, 35 anni, il corpo ritrovato tre mesi dopo. Si era rifiutato di entrare in un giro di auto rubate.
Adelmo Fossati, titolare di una concessionaria, si era rifiutato di entrare in un giro di auto rubate. Adelmo Fossati viene sequestrato il 15 aprile 1980 a Monza. Ha trentacinque anni e dirige una concessionaria di auto, ma probabilmente fa gola all’Anonima in quanto cugino di Danilo Fossati, titolare dell’industria alimentare Star. Sono in quattro a bloccare il prestante pilota di Formula 3, molto noto nel Monzese. Poi le richieste alla famiglia: sette miliardi di lire. Una cifra astronomica, ridimensionata a 300 milioni, consegnati in una notte di giugno, dopo un tentativo fallito di liberare l’ostaggio. Arrivano nuove richieste di denaro. È già pronta una seconda valigetta con 250 milioni, ma…
-
21 febbraio 1980 Montebello Ionico (RC). Giuseppe Gullì, farmacista di 62 anni, viene rapito. Non è mai stato rilasciato.
[…] L’anno nero dei farmacisti inizia il 21 febbraio 1980, quando a finire nelle mani dell’Anonima è Giuseppe Gullì, sessantadue anni, che è anche consigliere provinciale della DC. È un rapimento doppiamente simbolico. Tre persone armate e mascherate lo bloccano a Fossato di Montebello Ionico, strappandolo per sempre alla libertà. Il cerchio si stringe presto attorno alla banda dei sequestratori, nonostante i tentativi di depistaggio: arriva una lettera alla “Gazzetta del Sud”, il principale quotidiano locale, corredata da una foto del rapito, con l’appello alla famiglia a versare il riscatto e frasi inneggianti alla rivoluzione armata, ma nessuno la prende sul serio. Prima cadono nella rete della giustizia la telefonista,…
-
14 Novembre 1979 Milano. Rapito Cesare Pedesini, 57 anni, grossista di prodotti petroliferi. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.
[…] Quel 14 novembre ’79, Cesare Pedesini è al lavoro nell’azienda di cui è titolare, la “Pedesini fratelli – nafta, gasolio, riscaldamento” di Milano. Tre banditi armati fanno irruzione negli uffici della ditta e prelevano l’imprenditore, poi fuggono a bordo di un’auto guidata da un complice. Verranno fermati dei pregiudicati calabresi, ma le indagini non porteranno a nulla. Inutile dirlo, di Pedesini non si riuscirà a recuperare nemmeno il corpo. Tratto dal libro “Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta” di Danilo Chirico e Alessio Magro Cap. IV Aspromonte solo andata pag. 80 Fonte: archivio.unita.news Articolo del 20 febbraio 1980 Operazione nel Milanese – Nella rete…
-
9 Novembre 1978 Meda (MI). Rapito Paolo Giorgetti, 16 anni, lo ritrovano morto dentro un’auto che sta bruciando.
Paolo Giorgetti ha 16 anni, il 9 novembre del 1978, quando viene rapito; è figlio di un noto mobiliere della Brianza, vive a Meda (MI). Sta andando a scuola a piedi, come ogni mattina, quando tre persone lo hanno circondato, lo caricano a forza su un’auto, dopo averlo stordito; lo raccontano i macchinisti di un treno in transito nelle vicinanze, che assistono alla drammatica scena ed avvertono i carabinieri. Il corpo di Paolo fu ritrovato alcuni giorni dopo in un’auto che stava bruciando. Era stato ucciso dal cloroformio. I rapitori sono stati arrestati, alcuni sono fratelli, appartenenti a “famiglie” calabresi. Articolo di La Stampa del 9 Novembre…
-
2 Ottobre 1978 Cesano Boscone (MI). Rapito Augusto Rancilio, 26 anni figlio di un imprenditore. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.
Augusto Rancilio, 26 anni, architetto, italiano ma residente a Parigi, cosi come tutta la famiglia, secondogenito di un noto imprenditore italo-francese è stato rapito il 2 Ottobre del 1978 a Cesano Boscone (MI), nella cintura industriale milanese. Il padre, Gervaso, 85 anni, era ritenuto molto ricco per avere realizzato interi quartieri, zone e rioni, nel nostro paese e in Francia. Gervaso Rancilio annunciò che non avrebbe potuto versare alcun riscatto perché tutte le imprese che facevano a lui capo erano sovvenzionate da banche e che, oltretutto, era indebitato con esse. 1993: la confessione fiume del boss Morabito Saverio, boss calabrese di Platì trapiantato a Milano, consente piena luce anche su…
-
8 marzo 1978 Milano. Rapito David Beissah, dirigente di una società finanziaria. Ucciso nonostante il pagamento del riscatto.
David Beissah, sessantacinque anni, di origini siriane e cittadino messicano, viveva in Italia da dodici anni con la moglie, Edith Katri, cittadina libanese, e le tre figlie. Era dirigente di una società finanziaria con sede centrale in Svizzera, a Ginevra, e uffici di corrispondenza a Milano, in piazza Liberty; era inoltre responsabile di alcuni stabili in grandi città e in località turistiche svizzere. La notte dell’8 marzo, intorno all’una, David Beissah fu rapito da due uomini armati di mitra davanti la sua abitazione, dove stava rientrando insieme alla moglie dopo aver trascorso la serata a casa della figlia maggiore, Liliana. Beissah fu ucciso, nonostante il pagamento di 430 milioni di…
-
7 Febbraio 1978 Torino, Rapito Francesco Stola, 48 anni, contitolare di una ditta produttrice di modelli in legno per l’industria.
Aveva 48 anni Francesco Stola, quando fu rapito a Torino senza più fare rientro a casa. Nella serata del 7 Febbraio ’78 lo attendono in tre in Via La Thuile, davanti al portone d’ingresso che conduce agli uffici della ditta. Poco prima delle otto di sera, Stola esce e si appresta a salire in auto per rientrare a Villarbasse, dove abita. Lo colpiscono ripetutamente col calcio delle pistole e lo caricano a forza su una 131, appostata lì vicino con un complice a bordo e pronta a scattare all’avvio del blitz. Le prime richieste astronomiche della banda, tre miliardi, si ridimensionano a 800 milioni: Ma il blocco dei beni degli…
-
7 novembre 1977 Settebagni (Roma). Rapito Massimiliano Grazioli duca Lante della Rovere. non tornò più a casa nonostante il pagamento di un riscatto.
“Il duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere venne preso in ostaggio da cinque banditi armati la sera del 7 novembre 1977 nei pressi di una tenuta agricola di sua proprietà, nella campagna attorno alla cittadina di Settebagni, e non tornò più a casa nonostante il pagamento di un riscatto. Nel 1993 otto persone sono state arrestate per il delitto. Gli arresti, come raccontano i giornali all’epoca dei fatti, sono avvenuti anche grazie all’aiuto di un pentito eccellente, Maurizio Abbatino.” (novavox.it) Massimiliano Grazioli fu ucciso perché aveva visto in volto uno dei carcerieri. Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 9 novembre 1977 Chiesti dieci miliardi per il nobile…
-
28 Agosto 1977 Brancaleone (RC). Rapita Mariangela Passiatore, moglie di un industriale di Cinisello Balsamo, in vacanza nel paese.
Mariangela Passiatore, 44 anni, madre di due figlie, moglie di un imprenditore di Cinisello Balsamo, il 28 agosto del 1977 fu vittima di un rapimento mentre trascorreva le vacanze in Calabria, a Brancaleone (RC), con suo marito. Il suo corpo non fu mai trovato. A un anno dal rapimento, l’industriale, persa ogni speranza di rivedere viva la moglie, per poter fare un funerale come si deve, pubblicò un’inserzione su diversi quotidiani, offrendo 30 milioni in cambio di notizie. Ricevette solo le telefonate di sciacalli. Fonte sdisonorate.it 1977 – Mariangela Passiatore – Brancaleone (RC) La storia di Mariangela è la storia incredibile e amara di una semplice turista…