• 16 aprile 1987 Bova di Reggio (RC). Paolo Ficara, 48 anni, operaio della forestale. Ucciso insieme al vero obiettivo dell’agguato.

    Paolo Ficara fu ucciso a Bova di Reggio (RC) il 16 aprile del 1987. Sono gli anni in cui la Calabria è insanguinata da guerre intestine tra diversi clan per la spartizione del territorio. Paolo Ficara, 48 anni, operaio della forestale, aveva accettato un passaggio in auto dal vero obiettivo dei killers, Salvatore Morabito. Fonte:  vivi.libera.it       Fonte: archiviolastampa.it Articolo del 17 aprile 1987 GIORNATA DI KILLER. CINQUE DELITTI A REGGIO CALABRIA Gli uccisi erano tutti operai forestali. «Regolamento» di sangue tra i superstiti d’una banda di rapitori? REGGIO CALABRIA — Cinque persone uccise in 24 ore in agguati della ‘ndrangheta. La guerra tra le cosche ha insanguinato…

  • 4 Marzo 1987 Polistena (RC). Giuseppe Rechichi, vicepreside dell’istituto magistrale di Polistena, ammazzato “per errore”

    Il professore Giuseppe Rechichi è stato ucciso da una pallottola vagante il 4 marzo del 1987. Era vicepreside dell’istituto magistrale di Polistena, aveva 48 anni. Rechichi è morto per un errore. Il vero bersaglio dell’agguato era Vincenzo Luddeni, direttore della Banca popolare di Polistena, rimasto illeso. Una vicenda che non ha ancora un perché. Fonte: Stopndrangheta.it     Fonte: Liberanet.org Nato a Delianuova (RC) il 5 agosto 1939, compì gli studi presso il Liceo Scientifico “L. Da Vinci” di Reggio Calabria e l’Università di Messina dove conseguì la Laurea in Chimica il 2 marzo 1966. Il 5 dicembre 1966 si sposò con Pasqualina Costanzo, stabilendo la residenza a Oppido Mamertina…

  • 17 Gennaio 1987 Reggio Calabria. Antonino Scirtò ferroviere di 41 anni, resta ucciso in un agguato contro un’altra persona

    Antonio Scirtò, 41 anni, ferroviere, fu ucciso per caso, alla periferia di Reggio, perché con la sua auto si trovò a passare nel luogo in cui un commando attentava alla vita di un pregiudicato. Nell’agguato rimase ferito in modo grave anche un ragazzino di tredici anni che stava andando a scuola, e un altro giovane pregiudicato. I killer aspettavano dietro una curva. Quando l’auto condotta dalla vittima predestinata, spuntò dietro l’angolo, partì una micidiale scarica di colpi di lupara e di pistola. La Renault dell’obiettivo però era preceduta di pochi metri dall’auto di Antonio Scirtò, il quale, investito in pieno dalla raffica di pallettoni morì, innocente, sul colpo.    …

  • 5 Novembre 1986 Licola Mare (NA). Ucciso Mario Ferrillo perché scambiato per un camorrista.

    Mario Ferrillo, faceva l’impresario teatrale e aveva 41 anni quando, il 5 novembre del 1986, venne ammazzato a Licola Mare (NA) in un negozio di parrucchiere, dove aveva accompagnato sua moglie. Mario Ferrillo venne ammazzato perché fu scambiato per un’altra persona anche se le prime notizie parlavano di una vendetta della camorra rispetto al rifiuto dell’impresario di pagare tangenti per le feste di piazza che organizzava. In realtà quel giorno cercavano Gennaro Troise, detto “la Tromba”. Somigliava a Mario in maniera impressionante. Gennaro Troise fu ammazzato circa un mese dopo l’agguato a Mario. “La somiglianza era, in effetti, clamorosa. I due erano come due gocce d’acqua. Perfino la moglie, quando…

  • 26 Ottobre 1986 Napoli. Colpito alla testa Carlo Bustelli, 15 anni. I colpi erano diretti a dei pregiudicati seduti nel bar gestito dal padre che stava aiutando.

    26 Ottobre 1986 NAPOLI Carlo Bustelli, 15 anni, aiuta il padre Gennaro a mandare avanti il piccolo pub nel rione antico. È alla cassa. All’improvviso da fuori arriva una gragnuola di colpi di pistola. Tutti si buttano a terra ma Carlo  Bustelli non fa in tempo, una pallottola lo raggiunge alla testa. È un raid contro alcuni pregiudicati dentro il bar. Fonte L’Unità del 25 Agosto 1989                              

  • 8 Ottobre 1986 Messina. Resta uccisa Nunziata Spina, 35 anni, in un regolamento di conti, mentre era ricoverata in ospedale.

    Nunziata Spina, 35 anni, è ricoverata nel reparto di fisioterapia dell’ospedale di Ganzirri (Messina). Alle ore 22,00 dell’8 ottobre 1992 si trova in una saletta del nosocomio insieme ad un ragazzo di 13 anni e con un altro ricoverato, Pietro Bonsignore di 21 anni. All’improvviso due uomini fanno irruzione nel locale e cominciano a sparare all’impazzata contro il Bonsignore che tenta invano di ripararsi dietro le sedie. Un colpo vagante raggiunge la donna alla tempia sinistra. Nunziata Spina crolla ai piedi del ragazzo che rimane inebetito per lo shock. Gli assassini non si fermano qui: prima di allontanarsi danno al Bonsignore il colpo di grazia. Per la donna che dà…

  • 2 Aprile 1985 Trapani. Strage di Pizzolungo. Restano uccisi da un’auto bomba Barbara Rizzo e i suoi figli, Giuseppe e Salvatore Asta, gemelli di 6 anni.

    È il 2 aprile del 1985 e una giovane madre, Barbara Rizzo, sta accompagnando a scuola i suoi due gemellini di sei anni, Giuseppe e Salvatore Asta. Ogni mattina prende quella strada che da Valderice arriva a Trapani costeggiando il lungomare. È una bella mattinata, il sole brilla su quegli spicchi di mare azzurro e Barbara procede come sempre sulla sua Volkswagen Scirocco: i bambini giocano sul sedile posteriore e lei può godersi quella breve passeggiata guidando a velocità sostenuta. C’è un’altra auto che quella mattina percorre lo stesso tratto di strada. È un Alfa 132 blindata che morde l’asfalto. La segue a ruota una Fiat Ritmo che tira le…

  • 26 agosto 1984 Torre Annunziata (NA). Strage di Sant’Alessandro. Resta ucciso Francesco Fabbrizzi, 54 anni, vittima innocente.

    Francesco Fabbrizzi era un padre di famiglia completamente estraneo agli ambienti della criminalità. Il 26 agosto 1984, il giorno di Sant’Alessandro, verso mezzogiorno, un autobus turistico giunge a Torre Annunziata nei pressi del Circolo dei pescatori. È domenica e nella chiesa della piazza si sta celebrando messa. L’autobus si ferma proprio al centro della piazza e a scendere dal veicolo non sono turisti in gita, ma un commando di killer della camorra. I sicari cominciano a sparare alla cieca; perdono la vita otto persone e sette sono feriti. È un atto di guerra nei confronti del boss di Torre Annunziata, Valentino Gionta, da parte dei gruppi rivali delle famiglie Bardellino,…

  • 10 Giugno 1984 Marano (NA) Salvatore Squillace, imbianchino di 28 anni, viene colpito da un proiettile alla testa, mentre era con amici davanti ad un bar, durante una sparatoria tra clan rivali.

    Salvatore Squillace, 28 anni, nato a Marano in provincia di Napoli, viene ucciso da proiettili vaganti, dopo l’uccisione del boss di Marano, Ciro Nuvoletta. Gli assassini di Nuvoletta, per inquinare le possibili piste, hanno sparato all’impazzata e poi sono fuggiti. Intercettati da una macchina con all’interno persone sconosciute, spinti nel centro di Marano di Napoli, sono coinvolti in un conflitto a fuoco nel quale il povero  Squillace resta vittima. Squillace, incensurato, sta parlando con un amico al bar. Viene soccorso e trasportato all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni sono gravissime perché una pallottola gli ha spappolato il cervello. Dopo un’importante intervento chirurgico, muore. Fonte: Fondazione Pol.i.s.      …

  • 28 Aprile 1984 Selinunte (TP) Vincenzo Vento, ambulante, aveva chiesto un passaggio al vero obiettivo dell’attentanto

    Vincenzo Vento, ucciso a Selinunte (TP) il 28 aprile 1984, mentre si trovava a bordo della macchina di un mafioso, vero obiettivo dell’attentato, a cui inconsapevolmente aveva chiesto un passaggio. (Liberanet.org)       Articolo di La Repubblica del 30 Agosto 2006 Un cavillo nell’ indulto e il mafioso torna libero di Salvo Palazzolo L’ indulto ha aperto le porte del carcere anche a un killer delle cosche trapanesi, Francesco Luppino. Nonostante la legge vieti esplicitamente lo sconto di tre anni ai mafiosi. Eppure è accaduto. Perché la legge sull’indulto ha dimenticato che l’aggravante per i fatti di mafia è stata introdotta solo nel 1991. Dunque, tutte le condanne arrivate…