• “Il Falso Mito dei Deboli Risparmiati” di Alfredo Buccini

    Il Falso Mito dei Deboli Risparmiati di Alfredo Buccini Articolo dal Corriere della Sera del 20 Gennaio 2014 Infanzia rubata Uno studio rivela che in Calabria 82 minori sono stati denunciati per associazione mafiosa Allibertativi du cagnuleddu, disse Giovanni Brusca ai suoi aiutanti: liberatevi del cagnolino. E quelli sciolsero nell’acido Giuseppe Di Matteo, un bambino che il boia di Cosa Nostra aveva visto crescere ma che aveva la colpa d’essere figlio di un pentito. È opportuno ricordarla, questa storia, ogni volta che si parla di malacarne mafiosi e vittime innocenti. Perché i macellai che amano definirsi «uomini d’onore» non hanno mai avuto nessun codice d’onore, neppure verso bimbi e mamme.…

  • COME NUVOLE NERE Vittime Innocenti di Raffaele Sardo

    Editore Melampo Prefazione di Paolo Siani Fare Memoria Lo sento quasi come un obbligo, un obbligo morale, ma forse anche un debito, non far perdere il ricordo delle vittime innocenti della criminalità. Quello che proprio non sopporto oggi, dopo tantissimi anni, ventisette, è che Giancarlo, mio fratello, venga dimenticato, che possa diventare solo un nome, uno dei tanti. E con Giancarlo le oltre 300 vittime innocenti della criminalità in Campania. Ecco perché, come dice don Luigi Ciotti, “commuoversi non basta più bisogna muoversi“. Fare memoria, che vuol dire conoscere, comprendere, giudicare, porta a distinguere il giusto dall’ingiusto, a capire ciò che serve, “costringere a mobilitarsi e a farlo tutti insieme.…

  • 10 Agosto 2000 Pianura (NA). Uccisi Paolo Castaldi e Luigi Sequino, mentre erano in macchina a programmare le vacanze. Si erano fermati sotto il portone sbagliato.

    Paolo Castaldi e Luigi Sequino, rispettivamente 21 e 20 anni Paolo Castaldi e Luigi Sequino sono uccisi a Pianura, quartiere periferico di Napoli, il 10 agosto 2000. La sera del 10 agosto i due ragazzi si fermano a parlare nei pressi dell’abitazione di Gigi che è anche il luogo di residenza di Rosario Marra, genero del capoclan Pietro Lago. A bordo di due ciclomotori, i killer, le cui intenzioni sarebbero state quelle di vendicare la morte di un loro affiliato, Vincenzo Giovenco (ucciso dai Lago il 31 luglio precedente), quella sera erano in perlustrazione a caccia di appartenenti al clan avverso da eliminare. I ragazzi, inconsapevoli del pericolo e parcheggiati…

  • 2 Gennaio 1999 Vittoria (RG). Strage di San Basilio. Uccisi Salvatore Ottone e Rosario Salerno. Uccisi per errore.

    Rosario Salerno, 28 anni, e Salvatore Ottone, 27 anni, furono le vittime innocenti di quella che è ricordata come la strage di San Basilio. All’imbrunire del 2 gennaio 1999 un commando di killers fece irruzione all’interno del bar della stazione di servizio Esso, all’ingresso della città di Vittoria (RG) , uccidendo 5 persone. Morirono crivellati di colpi Angelo Mirabella (in quel momento referente del clan della stidda di Vittoria), Rosario Nobile, e Claudio Motta, ritenuti affiliati al clan Dominante e i due giovani che in quel momento si trovavano casualmente nel bar. Si salvò solo il barista, che ebbe la prontezza di rannicchiarsi sotto il bancone. Dopo 14 anni di…

  • 8 Maggio 1998 Oppido Mamertina (RC) restano uccisi Mariangela Anzalone 9 anni e il nonno Giuseppe Biccheri, 54 anni. Una famiglia distrutta perché si trovava a passare per caso dal luogo di un agguato.

    Mariangela Anzalone (9 anni) e il nonno Giuseppe Biccheri (54 anni) restarono Uccisi ad Oppido Mamertina l’8 maggio 1998 perché passavano casualmente in automobile davanti ad un negozio dove si era appena consumato un duplice omicidio legato alla faida che in quegli anni stava insanguinando il paesino aspromontano e, a quel momento contava già 50 morti. Giuseppe Bicchieri, insieme alla moglie, stava riaccompagnando a casa la figlia e i suoi due nipotini, quando i killer, uscendo dal negozio videro l’auto, simile a quella di un famigliare dei due appena uccisi, e scaricarono contro di essa le loro armi. Nonno Giuseppe Bicchieri e Mariangela Ansalone rimasero uccisi sul colpo, la moglie…

  • Corleone (PA): 28 Gennaio 1995 Giuseppe Giammona, 23 anni – 25 Febbraio 1995 Giovanna Giammona e suo marito Francesco Saporito

    Corleone (PA): 28 Gennaio 1995 Giuseppe Giammona, 23 anni 25 Febbraio 1995 Giovanna Giammona e suo marito Francesco Saporito Corleone (PA). Una storia che ha dell’incredibile. Giuseppe Giammona fu assassinato il 28 gennaio 1995 nel proprio negozio di abbigliamento, la sorella Giovanna il 25 febbraio mentre era in auto assieme al marito, Francesco Saporito. La donna protesse col proprio corpo il figlio che teneva in braccio, sul sedile anteriore. Il bambino, che allora aveva un anno e mezzo, rimase miracolosamente illeso, così come il fratellino di quattro anni che dormiva sul sedile posteriore. Per i boss il sospetto era che i Giammona fossero coinvolti in un fantomatico progetto, ispirato dalle…

  • 27 Maggio 1993 Firenze. Strage Via dei Georgofili, Galleria degli Uffizi. Un’autobomba provoca la morte di cinque persone: Angela Fiume, il marito Fabrizio Nencioni, le Figlie Elisabetta di 8 anni e Caterina, di 50 giorni, e lo studente Dario Capolicchio.

    Il 27 maggio 1993, pochi minuti dopo l’una del mattino, a Firenze, in via dei Georgofili, si verificò una terribile esplosione, che sconvolse il centro storico della città. L’esplosione distrusse la Torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. Sotto le sue macerie morirono la custode dell’Accademia, Angelamaria Fiume in Nencioni, e i componenti della sua famiglia, il marito Fabrizio Nencioni e le bambine Nadia Nencioni, di nove anni, e Caterina Nencioni di 50 giorni. Si incendiò inoltre un edificio di via dei Georgofili e tra le fiamme morì Dario Capolicchio. Quarantotto persone rimasero ferite, anche gravemente Subirono gravi danni numerosi edifici della zona, la Chiesa di S. Stefano e Cecilia…

  • 26 febbraio 1992 Casapesenna (CE). Pasquale Pagano, 36 anni commerciante, e Paolo Coviello, 63 anni pensionato, vengono uccisi per uno scambio di persona, nell’ambito di una faida di camorra.

    Pasquale Pagano, 36 anni, commerciante, e Paolo Coviello, 63 anni, pensionato, vengono uccisi il 26 febbraio 1992 a Casapesenna per uno scambio di persona, nell’ambito di una faida di camorra. I due uomini viaggiavano a bordo di una Renault Clio grigio chiaro, un’auto dello stesso tipo e dello stesso colore di quella di un affiliato al clan dei casalesi vittima designata, che nei giorni precedenti aveva tentato un agguato ai danni di un affiliato ad un clan avversario, il quale a sua volte aveva costituito un gruppo di fuoco per vendicarsi. I cinque killer uccisero Pagano e Coviello sul colpo, crivellando l’auto di proiettili. Nel 2015 le indagini dei carabinieri,…

  • 29 Settembre 1981 Agrigento. Strage di San Giovanni Gemini. Restano uccisi Michele Ciminnisi e Vincenzo Romano. Erano seduti in un bar vicino al vero obiettivo dell’agguato.

    29 settembre del 1981 a San Giovanni Gemini (Agrigento), i killer che dovevano uccidere Calogero “Gigino” Pizzuto (l’uomo che secondo i pentiti era il numero 3 di Cosa Nostra dell’epoca, dopo Bontate ed Inzerillo), all’interno del bar Reina, colpiscono a morte anche due innocenti, Michele Ciminnisi e Vincenzo Romano. Quella sera, il gruppo di fuoco composto Gigi Garofano, Calogero Sala, Rosario Corsi, e Lillo Lauria (successivamente morti ammazzati), accompagnati in auto da Ciro Vara (divenuto poi collaboratore di giustizia), dovevano portare a termine la loro missione di morte, uccidendo quel Calogero Pizzuto, capo mandamento di Castronovo di Sicilia, che dopo la morte di Stefano Bontate, non si era presentato alla…

  • 9 Febbraio 1979, Sambatello di Reggio Calabria – Antonino (Nino) Tripodi e Rocco Barillà, morti per un passaggio

    Antonino Tripodi (25 anni) e Rocco Barillà (26) sono stati uccisi in un agguato  a Sambatello di Reggio Calabria, il 9 febbraio del 1979. Ammazzati per avere dato un passaggio in auto alla persona sbagliata. Con loro c’era il sorvegliato speciale Rocco D’Agostino. Un semplice passaggio in macchina, una piccola cortesia che a Sambatello non si rifiuta a nessuno. Ma nel ’79 c’era ancora la guerra di ‘ndrangheta. Antonino Tripodo ha lasciato una moglie in gravidanza. E suo figlio, Antonino come lui, al dolore ha dovuto aggiungere la rabbia di scoprire che tutti i faldoni e i documenti su suo padre sono scomparsi, non sono più negli archivi del Tribunale.…