Vibo Valentia. Incubo “Lupara bianca”: 40 persone inghiottite dal nulla

Vibo Valentia. Incubo “Lupara bianca”: 40 persone inghiottite dal nulla
Pubblicato Da: net1newson 16 settembre 2013

In provincia di Vibo Valentia esiste un “Triangolo”, non famoso come quello “Delle Bermuda”, ma con lo stesso effetto sinistro. Tra Filadelfia, Francavilla Angitola e Curinga la lupara bianca, negli anni ha inghiottito decine di persone scomparse nel nulla, all’improvviso, senza che nessuno vedesse e senza che se ne sapesse più nulla. Ma è tutta la provincia ad essere attaccata da questa metastasi che fa vivere la popolazione nel terrore.

La lupara bianca, si legge sul il sito www.il vizzarro.it diretto da Sergio Pelaia, autore dell’articolo sull’argomento comparso su “Il Corriere della Calabria” n.114″ citato dal sito, “Conviene perché, rappresenta per le ‘ndrine una “soluzione” definitiva, che crea molti meno problemi rispetto all’omicidio in cui il cadavere viene fatto ritrovare. Le vittime sono i nostri desaparecidos, per lo più giovani, che hanno pagato con la vita una scelta sbagliata, una frequentazione pericolosa, un gesto avventato, un “errore”, un affronto considerato intollerabile da chi, per perpetrare il proprio potere, deve imporre agli altri la legge della sopraffazione“.

I desaparecidos calabresi non fanno notizia, perché non ci sono stati golpe militari, ma sono ugualmente lì con le loro vite inghiottite dal nulla e i volti delle loro mamme a pungolare la coscienza di un Paese che, invece di fare di tutto per mettere fine a questa barbarie preferisce dimenticare facendo il gioco della Ndrangheta, la quale oltre ad eliminare fisicamente quest epersone, ne ha voluto cancellare la storia.

Impietosamente sul sito www.ilvizzarro.it si legge “Peggio che uccidere un uomo, è ucciderne anche il ricordo. Farlo svanire nel nulla, cancellarne la memoria, privarlo anche di una degna sepoltura e tenerlo sospeso, come in un limbo eterno, in uno spazio e in un tempo che non è né della vita né della morte. È la famigerata lupara bianca, l’arma più temibile della ‘ndrangheta, che uccide, inghiotte e non lascia tracce dietro di sé, solo dubbi atroci, domande disperate che non troveranno mai risposta. E tanto dolore. Le vittime non si contano più, come non si contano le madri che cercano con cocciutaggine una verità che solo in alcuni, rari casi sono riuscite a far venir fuori”

A partire dal 1983 l’elenco degli scomparsi comincia con
Francesco Pugliese di Vibo Valentia, di soli 14 anni;
Pasquale Palermo di Rombiolo, 27 anni;
Alberto Coscarella di San Gregorio d’Ippona di 24 anni; Francescantonio Pardea di Vibo Valentia, di 37;
Antonio Galati di San Gregorio d’Ippona, di 20 anni,
Nel gennaio del 1985 diventano desaparecidos:
Antonino Arena di Vibo Valentia, di 33 anni;
a dicembre sparisce Giovanni Santacaterina, 21 anni di Piscopio.
Il 17 ottobre 1986 svaniscono nel nulla:
Domenico Pataria di 45 anni e Giuseppe Lucia di 30, di Piscopio alle porte di Vibo Valentia.
A settembre del 1987 sparisce Filippo D’Andrea 49 anni di Briatico.
Il 18 gennaio del 1988 Francesco Maccarone 19 anni di Arizona di Filandari, Nicola Tambuscio di 30 e Domenico Tambuscio di 27 anni, di Vibo Valentia.
Nel 1989: Vincenzo Ferraro, 19 anni di Vibo Valentia.
Nel 1990: Francesco Covato di 21 anni di Briatico,
Giuseppe Vinci di 28 anni di San Grgorio d’Ippona ed
Antonio Evolo di 26 anni di Mileto, i cui resti vengono ritrovati tra Francica e Mileto.
Nel 1992 tocca a Nicola Candela 22 anni di Cessaniti,
Francesco Serraino di 26 anni di Francavilla Angitola,
Raffaele Reggio 49 anni di Nicotera,
Giuseppe Brizzi 35 anni di Maierato,
Ilario Stramandinoli 66 anni di Acquaro.
Nel 1995: Massimiliano Covato 20 anni di Porto Salvo;
nel 1996 Francesco Anello 28 anni, di Filadelfia,
Mimmo Giuseppe Currà 20 anni di Mileto,
Roberto Soriano 27 anni di Pizzinni di Filandari.
Nel 1997: Nicola Lo Bianco di Vibo Valentia 28 anni.
Nel 1998: Raffaele Sergio Pisano 21 anni di Gerocarne,
Giuseppe Caserta di Vibo Valenta 29 anni,
Gerlando Arena 27 anni di Mileto,
Antonio Mazzeo di Comari di Mileto 24 anni,
Antonio Maiolo 42 anni di Gerocarne e suo fratello Rocco Maiolo 40 anni.
Placido Scaramuzzino, 40 anni.
Nel 2001: Salvatore Ruggiero, 47 anni di Vibo Valentia e
Francesco Aloi, 22 anni di Pizzo del quale, sulla spiaggia di Calamaio viene trovato un piede dentro una scarpa da tennis.
Nel 2002 sparisce Filippo Gancitano, vibonese di 35 anni,
Luca Cristallo 14 anni di Francica,
Santo Panzanella 29 anni di Acconcia di Curinga, di cui viene trovata una clavicola che grazie al dna si stabilisce che appartenga allo scomparso. Poi Antonio Galati di San Giovanni di Mileto, il 19 ottobre del 2007;
il 26 dicembre del 2007 Valentino Galati di Filadelfia;
Michele Penna di Stefanaconi, e nello stesso anno Giovanni Caruso di Francavilla Angitola e Giuseppe Cavallaio.
Il 15 Luglio 2008 scompare dalla sua abitazione di Soriano Calabro, un comune del vibonese, un giovane di 29 anni, Antonio Giurlanda.
Ultimi in questo macabro elenco Pasquale Andreacchi, il cui corpo fu fatto ritrovare a più riprese, e Massimo Lampasi scomparso il 25 febbraio 2013 tutti e due di Serra San Bruno.

 

Fonte: net1news.org
Articolo del 16 settembre 2013