30 Marzo 2005 Favazzina (RC) Ucciso il giovane Daniele Polimeni, 19 anni. Una morte ancora senza un “perché”.
Daniele Polimeni aveva appena 19 anni quando fu ucciso, il 30 marzo del 2005 a Favazzina, in provincia di Reggio Calabria. Appassionato di calcio, era cresciuto in un quartiere difficile di Reggio, di quelli che non offrono grandi opportunità. Così Daniele finisce nella rete della piccola delinquenza. Il 30 marzo del 2005 ha un appuntamento a Favazzina, una zona di mare a pochi minuti da Scilla. Ma quell’appuntamento sarà la sua trappola mortale. Fu ucciso a colpi di pistola, denudato e poi dato alla fiamme. In fiamme finisce anche la sua auto, riportata dal killer fino al quartiere San Gregorio di Reggio. L’auto bruciata viene trovata la sera stessa, il corpo carbonizzato il giorno dopo. Poi, finalmente, le due cose vengono messe in correlazione.
Fonte: vivi.libera.it
Storia tratta da: Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta
di Danilo Chirico e Alessio Magro
Cap. XiX – Troppo piccoli per morire – pag. 442
Daniele Polimeni di anni ne ha diciannove. Vive con la madre nel quartiere di Santa Caterina a Reggio Calabria.
[…] Daniele lo conoscono tutti, ha molti amici e sta spesso nella piazzetta di Santa Caterina, il ritrovo dei ragazzi che vivono nella zona. E’ un tifosissimo della Reggina, la squadra della città. Una grande passione nata nella sua travagliata adolescenza, un amore ripagato dai successi calcistici degli amaranto, che hanno conquistato la Serie A e lottano alla pari con le big del campionato. La domenica è un rito sacro: le partite casalinghe da vivere nella trincea della Curva Sud, le altre gare da seguire in diretta tv insieme agli amici oppure in trasferta, con gli ultrà del suo quartiere. Il bomber dei Boys è una seconda pelle. Quante avventure, quante zingarate, quante botte prese e date, quante amicizie.
Ma crescere a Reggio in un quartiere popolare non è semplice. Se non hai voglia di studiare e di partire per altri lidi, se hai voglia di emergere e di apparire ti servono i soldi, e la via della criminalità è quella più facile. Non è l’unica strada, ma le alternative non sono tante per un ragazzo che deve fare da sé. E così Daniele si è lanciato nella giungla della piccola delinquenza, giri di droga, qualche denuncia e qualche soldo in tasca, ma anche qualche sfizio, come la Bmw usata che ha voluto comprare a tutti i costi.
Ha sbagliato Daniele, e ha pagato caro senza avere una seconda possibilità. Il 30 marzo del 2005 ha un appuntamento a Favazzina, una zona di mare a pochi minuti da Scilla, praticamente deserta d’inverno. È una trappola. Lo uccidono a colpi di pistola, lo denudano e poi bruciano il corpo. Il killer se ne va con la sua Bmw, percorre diversi chilometri fino al quartiere San Gregorio di Reggio. Lì dà fuoco anche all’auto e poi sparisce. Un modo per sviare le indagini e prendere tempo. La carcassa del mezzo la trovano la sera stessa, il cadavere carbonizzato il giorno successivo. Solo dopo diverse ore i due fatti venvono collegati e viene dato un nome a quel corpo irriconoscibile.
Da quel giorno inizia la battaglia di Anna, la madre di Daniele. Vuole giustizia, vuole sapere chi le ha ucciso il figlio e perché, vuole capire cosa abbia potuto spingere a una barbarie simile, una vita stroncata e un corpo profanato.
La morte di Daniele ha scosso il quartiere, lo conoscevano tutti e per tutti un ragazzino ucciso in un modo così orrendo – qualsiasi cosa abbia fatto – è inaccettabile. Non viene fuori nulla, nonostante le pressioni della famiglia e degli amici. Nessuno parla.
Per un lungo periodo, la madre Anna tappezza il quartiere di manifesti funebri con la foto di Daniele e frasi di dolcezza e disperazione. Conta i mesi della sua vita senza il figlio e senza la verità. Obbliga tutti a non dimenticare.
A un anno di distanza, il quartiere scende in piazza. Ci sono tantissimi ragazzi di Santa Caterina e dei rioni vicini. Si parte dal cortile dell’isolato 51 di Via Clearco, dove abitava Daniele. C’è anche don Luigi Ciotti di Libera, venuto a portare la sua solidarietà e il suo messaggio di speranza. È un corteo contro la ‘ndrangheta, con gli striscioni e i cori.
È soprattutto l’abbraccio della comunità alla famiglia di Daniele e la testimoninza che la sua vita non è stata inutile.
Articolo del 1 Aprile 2005 da nuovacosenza.com
Cadavere di giovane diciannovenne trovato bruciato nel reggino
01/04 E’ di un giovane di 19 anni, Daniele Polimeni, di Reggio Calabria, il cadavere bruciato trovato stamattina dai carabinieri a Favazzina di Scilla, nel reggino. Il riconoscimento e’ stato fatto stasera dal padre del giovane. Daniele Polimeni, secondo quanto riferito dai carabinieri, era persona nota alle forze dell’ordine. Secondo quanto viene ipotizzato dai carabinieri, il giovane sarebbe stato ucciso nello stesso luogo in cui è stato trovato il suo cadavere, poi dato alle fiamme dagli assassini, in una zona isolata. Successivamente, i responsabili dell’omicidio hanno prelevato l’automobile del giovane (una Bmw) e l’hanno condotta fino alla frazione San Gregorio di Reggio Calabria, dove è stata anch’essa data alle fiamme, allo scopo di sviare le indagini. E’ proprio attraverso l’auto, di proprietà della madre di Polimeni ma in uso al giovane, che i carabinieri della compagnia di Villa San Giovanni e del reparto operativo di Reggio Calabria sono giunti all’identificazione del cadavere. Riguardo il movente dell’omicidio, i carabinieri pensano ad una vendetta maturata negli ambienti della microcriminalità reggina, anche se un’ipotesi fondata su elementi concreti, al momento, non può essere avanzata.
Articolo del 27 Marzo 2006 da strill.it
Nel ricordo di Daniele
“La mafia può forse darvi soldi, donne, macchine blindate, se riuscirete a fare carriera nelle sue cosche. Ma una cosa ve la procura certamente e rapidamente: la morte. Fatela finita, e se per voi non è più possibile tirarvi fuori dalla mafia, evitate almeno che ci entrino i vostri figli” (don Italo Calabrò)
Quattro quartieri scendono in piazza contro la ‘ndrangheta nel nome di Daniele Polimeni.
Il diciottenne trovato ucciso e il suo corpo carbonizzato, il 30 marzo dello scorso anno a Favazzina. San Brunello, Tremulini, Santa Lucia, Santa Caterina le aree interessate dal corteo “un anno dopo”, organizzato per il prossimo mercoledì, 29 marzo.
Tantissime le associazioni cittadine, i gruppi scout, le circoscrizioni che hanno aderito all’iniziativa. Prima fra tutte: Libera.
L’appuntamento è fissato per le 17:00 nel cortile dell’isolato 51 di via Clearco, in quella che era la casa di Daniele.
Il corteo farà quindi una prima tappa nei pressi dell’asilo di San Brunello. Una sosta scandita dalle parole dell’intervento di don Pietro Catalano, sulla droga.
Il secondo momento è invece dedicato al fenomeno del racket e dell’usura ed è previsto davanti alla chiesa di Santa Caterina.
A concludere simbolicamente la marcia nella piazzetta vicina sarà proprio don Luigi Ciotti.
Durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, gli organizzatori hanno anche fatto un appello affidato alle voci dei genitori del ragazzo ucciso. “Tutti i cittadini sono invitati a partecipare, per chi non potesse farlo basta anche un segno, un simbolo. Non importa che sia una saracinesca abbassata o un lenzuolo, una bandiera appesa alla finestra…”
Fonte: strill.it
Articolo del 25 marzp 2015
Memorie – I diciannove anni di Daniele Polimeni
di Anna Foti
La sua allegria non ha più animato la piazza di santa Caterina; il tifo amaranto si è visto strappare una delle voci più vivaci che ogni domenica si levava per sostenere l’amata Reggina dalla Curva dei Boys dello stadio e oltre. A Favazzina, distante solo pochi chilometri da Scilla, in provincia di Reggio Calabria, è stato stroncato brutalmente il cammino del diciannovenne Daniele Polimeni.
Quest’anno ricorre il decennale di questa pagina di violenza che in questa terra non ha risparmiato alcuno. Era il 30 marzo 2005 quando Daniele fu condannato senza appello, ucciso a colpi di pistola e poi reso irriconoscibile dalle fiamme. Una vita spezzata e un corpo martoriato. Una madre disperata ma ostinatamente dolce e determinata a non darla vinta alla dimenticanza e all’impunità.
Un prezioso contributo alla sua memoria è reso dai giornalisti reggini Danilo Chirico e Alessio Magro che nella loro opera di racconto e restituzione alle memoria collettiva delle storie delle vittime e dei dimenticati (“Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta”), tra coloro che erano troppo giovani per morire, ricordano anche Daniele Polimeni.
Sarebbe troppo facile dire che Daniele, che non si accontentava di non avere un soldo in tasca, avendo ceduto alla tentazione di facili guadagni ed essendo entrato in un brutto giro, non avesse fatto nulla per sottrarsi al destino violento che lo ha travolto. Sarebbe facile, ma a cosa servirebbe se non a generare banali e inutili conclusioni a fronte di una piaga che si nutre proprio di indifferenza, di silenzi, di omertà, di oblio, di vuoti atavici di coscienza e di responsabilità sociale collettiva.
Lo sa bene la madre con cui Daniele viveva nella zona nord di Reggio Calabria, Anna. Dalla morte di suo figlio chiede giustizia. Nessuno ha avuto mai nulla da dire e quel delitto, ancora avvolto nel mistero, allunga drammaticamente la scia dei crimini rimasti impuniti.
L’anno dopo il delitto la comunità si strinse attorno ai familiari in un corteo partito proprio dal cortile dell’isolato 51 di Via Clearco, dove abitava Daniele. Vi partecipò anche il presidente di Libera, associazione nomi e numeri contro le mafie, Don Luigi Ciotti ‘. Lo scorso anno l’associazione “Il Pesce rosso”, in collaborazione con Libera e altre associazioni, ha dedicato alla sua memoria il progetto già avviato a piazza Castello a Reggio della piantumazione del fiore della memoria. Il titolo è stato: “Mnemosine: raccontando la storia di… Daniele”. Un murales colorato, opera di Teresa Ribuffo, nel luogo in cui furono ritrovati i resti del suo corpo bruciato, ricorda la vita troppo breve per finire di Daniele Polimeni, sfidando la morte, l’oblio e la dimenticanza. Uno squarcio di luce lungo il cammino tortuoso e faticoso di una verità ancora negata.
Fonte: strettoweb.com
1 aprile 2019
Reggio Calabria: i genitori e le associazioni antimafia ricordano Daniele Polimeni a 14 anni dalla morte
Reggio Calabria: a 14 anni dalla morte il ricordo di Daniele Polimeni in un manifesto scritto dai genitori e dalle associazioni antimafia
Leggere anche:
https://vivi.libera.it/storie-320-daniele_polimeni
Daniele Polimeni
Voleva apparire più grande di quello che era, nascondendo spesso le proprie fragilità. Ma dietro quella maschera da duro, si nascondeva un ragazzo dall’anima gentile e sempre disponibile ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. Mentre lui non chiedeva mai aiuto, voleva risolverli da solo i suoi problemi.