31 Luglio 1998 Piano Tavola (CT). Ucciso Giuseppe Messina, imprenditore, per difendere la paga degli operai.

 

Foto da La Stampa del 1 Agosto 1998

Giuseppe Messina, 63 anni, un imprenditore edile di Piano Tavola (CT) è stato ucciso il 31 luglio del 1998 nel vano tentativo di difendere la paga dei propri dipendenti.

 

 

 

 

Articolo di La Stampa del 1 Agosto 1998
Difende la paga degli operai: ucciso
Catania: è stato avvicinato poco dopo aver ritirato in banca 25 milioni per gli stipendi – Difende la paga degli operai: ucciso Imprenditore ingaggia una lotta con i rapinatori

CATANIA. È morto per difendere le paghe degli operai. Così è finita la vita di un commerciante di 63 anni, freddato dai banditi che volevano rapinarlo. E’ accaduto a Piano Tavola, un frazione di Belpasso, nel Catanese. Giuseppe Messina, titolare di una fabbrica artigianale di mobili, è morto all’istante, ucciso da una fucilata sparata in pieno volto, davanti all’ingresso della sua ditta. Intorno a mezzogiorno, Messina era salito a bordo del suo furgone Fiorino ed era andato in banca a ritirare 18 milioni, le paghe dei suoi dipendenti. Un’ora dopo, quasi all’ingresso della sua fabbrica, è stato fermato da due uomini arrivati a bordo di una Duna con un lampeggiatore mobile poggiato sul tetto.

Pensando ad un controllo di polizia, Messina si è fermato ed è andato incontro ai due che invece gli hanno puntato addosso un fucile a canne mozze. Stando alla ricostruzione dei carabinieri, il commerciante nascondeva il denaro in più tasche e ne ha offerta ai malviventi una parte, circa 10 milioni. Ma, evidentemente, i due erano bene informati perché hanno chiesto il resto. Quando l’uomo ha cercato di prendere tempo, uno dei banditi ha fatto fuoco, uccidendolo sul colpo. I due seno poi fuggiti a bordo del Fiorino della vittima, ritrovato poco dopo in una strada di Piano Tavola, a poche centinaia di metri dal luogo del delitto”. Nonostante l’allarme immediato, lanciato con una telefonata anonima al 112, dei due nessuna traccia. La zona è stata setacciata dall’alto da due elicotteri dei carabinieri, mentre posti di blocco sono stati istituiti per un raggio di diversi chilometri. Il segretario della Uil di Catania, Angelo Mattone, ha detto che «questo al Sud è il costo d’impresa, su cui grava ancora in modo insopportabile il peso della criminalità». [f. al.]

 

 

Articolo del 27 Aprile 2007 da tirrenosat.it
Imprenditore ucciso: tribunale riesame etneo annulla arresti

Il Tribunale del riesame di Catania ha annullato l’ordine di carcerazione emesso dal Gip nei confronti di Alfio Napoli, 34 anni, e i trentenni Davide Alfio Coco e Francesco Sardo, arrestati l’11 aprile scorso dai carabinieri nell’ambito delle indagini sull’uccisione dell’imprenditore, Giuseppe Messina, di 63, assassinato il 31 luglio del 1998, con un colpo di fucile, durante un tentativo di rapina nella sua impresa artigianale di mobili a Piano Tavola. A loro i militari erano risaliti, dopo 9 anni, grazie a un’impronta digitale lasciata da uno degli indagati sul lampeggiatore di una Fiat Duna, rubata, che i banditi avevano lasciato sul luogo del delitto, fuggendo dopo l’omicidio con l’auto dell’imprenditore. Obiettivo dei rapinatori erano i 25 milioni di lire che Messina aveva da poco prelevato in banca per pagare gli stipendi ai suoi dipendenti. Soltanto da poco è stata possibile confrontarla con quelle contenute dal sistema Afis, al quale lavorano i carabinieri del Ris di Messina.

 

 

 

 

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