24 Agosto 1989 Agropoli (SA). Resta uccisa Carmela Pannone, bambina di 5 anni, in un raid contro lo zio.

Carmela Pannone è una bambina di 5 anni. È in vacanza con gli zii ad Agropoli (SA) quando, il 25 agosto 1989, mentre si trova in auto con tre cuginetti e lo zio Giuseppe Pannone, 32enne pregiudicato di Afragola, centro della provincia di Napoli, tre malviventi a bordo di una Renault 19 si affiancano alla vettura e sparano con una calibro 9 incuranti della presenza dei bambini. Carmela muore sul colpo, insieme allo zio; un cuginetto di sei anni, colpito alla testa, rimane ferito in maniera molto grave.

 

 

Articolo di La Repubblica de l25 Agosto 1989
AGGUATO AL BOSS CAMORRISTA UCCISA ANCHE UNA BAMBINA

AGROPOLI Per eliminare un pregiudicato, i killer della camorra non hanno esitato a sparare contro quattro bambini e a ucciderne uno. Il duplice delitto è avvenuto ieri ad Agropoli, in provincia di Salerno. Carmela Pannone, 5 anni, è stata ammazzata assieme allo zio Giuseppe Pannone, 32 anni, di Afragola in provincia di Napoli, in una sparatoria avvenuta davanti ad un supermercato. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, Pannone insieme alle nipoti stava attendendo in auto la moglie che si era recata nel supermercato per alcune spese. Da alcuni giorni il pregiudicato (che era uscito dal carcere nell’ ottobre scorso dove aveva scontato sei anni di reclusione per il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico) stava trascorrendo ad Agropoli le vacanze insieme alla moglie e ai figli. Ad un certo momento gli sconosciuti gli si sono avvicinati e gli hanno sparato contro numerosi colpi di pistola alcuni dei quali hanno raggiunto anche i bambini.
L’ agguato è avvenuto poco prima delle dieci in una zona particolarmente affollata di villegianti. Il pregiudicato era a bordo della sua fiat Uno turbo ed era in attesa della moglie che si era recata a far spesa in un vicino supermercato. Sui sediolini posteriori dell’ autovettura c’erano altri due bambini, oltre quelli colpiti dai sicari: la figlia del pregiudicato Xxxxxx, di tre anni e una nipotina, Xxxxx Xxxxx, anche lei di tre. I malviventi sono arrivati sul posto a bordo di una Renault 19. Il commando secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori era formato da quattro uomini. Due di loro hanno ripetutamente sparato attraverso i finestrini, con due pistole calibro 9. La traiettoria è stata obliqua e, per tale motivo, sono stati colpiti anche due dei quattro bambini che erano sui sedili posteriori e che non hanno fatto in tempo a scansarsi. Carmela Pannone, di 5 anni, è morta subito dopo il ricovero nell’ ospedale di Battipaglia per la gravità delle ferite riportate. La bimba era figlia di un fratello del pregiudicato. L’ altro bambino, Xxxxx Xxxxx, di sei anni (figlio della sorella del pregiudicato) è stato ricoverato nella sala di rianimazione ed i sanitari si sono riservati la prognosi. In tutta la zona dell’agguato di stampo camorristico sono stati istituiti dai carabinieri numerosi posti di blocco, ma dei malviventi non si è trovata nessuna traccia. I killer sono fuggiti dopo che il pregiudicato si era accasciato accanto al posto di guida, ormai senza vita, tra le grida atterrite dei bambini e dei villeggianti che avevano assistito alla scena. La Renault 19 è stata poi trovata dai carabinieri, completamente bruciata, a circa un chilometro di distanza, in una zona isolata. La piccola Carmela come si diceva è morta poco dopo il ricovero nell’ ospedale di Battipaglia, dove è stato portato anche Xxxxx Xxxxx. Quest’ultimo, per la gravità delle sue condizioni, è stato poi trasferito con una autombulanza nell’ ospedale San Carlo, a Potenza. Il bambino è stato colpito alla testa e le sue condizioni sono definite molto gravi dai sanitari. Nel pomeriggio di ieri è stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico nel reparto di neurochirurgia. Giuseppe Pannone era un pregiudicato di spicco della camorra cutoliana. Era stato da poco scarcerato dopo una condanna a sei anni di reclusione e, dal primo agosto, stava trascorrendo le vacanze, insieme con la la moglie, in un villino di Paestum

 

 

 

Articolo del 25 Agosto 1989 da archiviostorico.unita.it 
Bimba di 5 anni massacrata dalla camorra
di Vito Faenza

NAPOLI. Una ferocia senza limiti: killer della camorra hanno trucidato ieri sul litorale salernitano una bambina di cinque anni insieme allo zio, un pregiudicato in libertà da dieci mesi. Un altro nipote è ferito gravemente alla testa, i medici disperano di poterlo salvare.
Giuseppe Pannone, 32 anni, era un uomo della Nuova camorra organizzata di Cutolo. Aveva scontato sei anni di carcere, poi era uscito in libertà. Stava trascorrendo un mese di ferie in una casetta affittata al mare. Ieri mattina aveva accompagnato i bambini al supermercato per comprare i giocattoli da spiaggia. Con lui nella Fiat «Uno», c’erano sua moglie, la figlia di 5 anni e tre nipoti di 6, 5 e 3 anni. I killer – quattro – lo hanno affiancato scaricando sull’automobile una micidiale scarica di proiettili. Il pregiudicato è morto sul colpo, e così la nipotina Carmela. Xxxxx, 6 di anni, è stato ferito alla testa. Ora è in ospedale, versa in condizioni gravissime.
Ieri nel Napoletano un’altra vittima della criminalità: a Casoria un imprenditore edile è stato assassinato nei pressi di un ipermercato. L’uomo si era appartato con una prostituta, e ha reagito ad un tentativo di rapina. I «balordi» gli hanno sparato due colpi alla testa. I morti ammazzati a Napoli nel solo mese di agosto sono sedici.

 

Segue a pag. 7 
Killer uccidono bimba di 5 anni
di Vito Faenza

Camorra: un commando di quattro uomini, per giustiziare un pregiudicato appena uscito dal carcere e in vacanza lungo il litorale salernitano, non ha esitato a sparare davanti a un supermercato e addosso a dei bambini. Una bambina di cinque anni è morta, ferito a morte un nipote della vittima designata, Xxxxx Xxxxx, sei anni appena. Morto il pregiudicato, Giuseppe Pannone di 32 anni.

NAPOLI. Sei anni di carcere poi la scarcerazione e il permesso – concesso dalla magistratura – di passare un mese di ferie al mare lungo il litorale salernitano. Per Giuseppe Pannone, 32 anni, condannato nel maxi processo alla Nco, liberato una decina di mesi fa era la prima vacanza da trascorrere con la figlia Xxxxx, sei anni, con la nipotina di cinque anni, figlia del fratello Antonio, che era stata chiamata anch’essa Carmela come la nonna, con gli altri nipotini. Una vacanza durante la quale Pannone non voleva far mancare nulla ai bambini. Aveva loro promesso più volte di comprare secchielli, rastrelli, palette ed altri arnesi per divertirsi sulla spiaggia.
Ieri mattina il gran giorno per i bambini; alle 9, dalla villetta affittata in un campeggio, Giuseppe Pannone – a bordo della propria «Uno Turbo»  – è partito verso il supermercato della località Licinella. Un negozio affollato di villeggianti che lì vanno a rifornirsi di tutto. A bordo dell’auto, oltre a Pannone, c’erano la moglie Xxxxxx Xxxxx, la figlia, la nipotina Carmela di 5 anni, il nipote Xxxxx Xxxxxx di sei anni, e Xxxxx la nipote più piccola di tre anni appena. I bambini sul sedile posteriore non stavano nei panni per l’eccitazione e quando Xxxxx Xxxxx è scesa hanno cominciato  a scherzare in attesa di quei giochi attesi da tanto tempo.
Accanto alla «Uno» è arrivata una «Renault 19», un’auto rubata con a bordo i quattro sicari. I due che occupavano il lato destro della vettura appena hanno visto Pannone hanno cominciato a sparare con fuoco incrociato. Imbracciavano armi calibro 9, armi micidiali da guerra. I proiettili («almeno quindici» diranno gli investigatori nel corso delle prime indagini) raggiungono Pannone in più punti. L’uomo si accascia sul sedile accanto al guidatore. I killer continuano a sparare.
I bambini dal sedile posteriore si sporgono. I colpi non sono tanto forti, pensano ad uno scherzo o chissà a cosa. Carmela, cinque anni, non ha il tempo di accorgersi che lo zio è morto. Una pallottola la raggiunge alla testa, muore senza un grido. Xxxxx Xxxxx, sei anni appena, la guarda e il colpo lo raggiunge alla mascella, gli trapassa il cranio. Xxxxx lancia un urlo straziante ma, per fortuna sua e di Xxxxx, la missione di morte è finita. I killer vanno via sgommando come nei telefilm; mentre la gente fugge terrorizzata, la moglie del pregiudicato urla tutta la sua disperazione.
Qualcuno si accorge che Xxxxx respira ancora, lo soccorre, lo porta via all’ospedale San Carlo di Potenza. Una corsa disperata forse inutile. I medici scuotono la testa, si riservano la prognosi, affermano che le condizioni del bambino sono disperate, ci vorrebbe un miracolo. Lo operano. E’ il professor Bruno Cucciniello con gli aiuti Mastellotta e Sevenno a estrarre la pallottola dalla testa del bambino. Il colpo era entrato per sette centimetri. L’intervento è tecnicamente riuscito ma le condizioni di Xxxxx rimangono gravi.
Le indagini si scontrano con la paura, l’omertà. Sono in pochi ad aver visto, i più sono scappati via; è la moglie del pregiudicato ucciso a far ricostruire la dinamica dell’agguato. L’auto usata dai killer la ritroveranno incendiata. E’ la firma al delitto, gli inquirenti capiscono che è un crimine di «grande camorra».
Giuseppe Pannone condannato per appartenenza alla Nco aveva fatto parte della banda di Pasquale Scotti, il braccio destro armato del clan di Cutolo. Dopo la liberazione viveva ad Afragola, terra di frontiera della camorra.

 

I ragazzi, vittime innocenti

La ferocia della camorra è raccontata da una lunga serie di omicidi di ragazzi vittime innocenti con l’unica colpa di essere parenti dei «bersagli» o casuali testimoni di raid. Negli ultimi anni si ricordano in particolare cinque episodi.

31 luglio ’82, Roccalnola, in provincia di Napoli
Filippo Scotti, 7 anni, è in Vespa con il padre Luigi, 52 anni, un pregiudicato detto «o barone»; stanno andando a comprare pomodori. Due killer incrociano la motoretta e sparano una decina di colpi mirandoo al petto dell’uomo. Filippo è piccino non si vede dietro le spalle del padre ma una pallottola lo raggiunge al cuore. Usciva sempre con il padre gli faceva da «giubbotto antiproiettili» perché *o barone» sperava in questo modo di non essere toccato dalla camorra.

30 gennaio ’82, Torre Annunziata
Rosa Visone ha 16 anni, fa l’operaia. Passeggia di sera per la centrale via Roma. Ma all’improvviso è circondata da una scarica di pallettoni sparati all’impazzata. Uno la colpisce mortalmente. Arrivano da una «Talbot» su cui viaggiano tre camorristi (Mercurio, Vangone, Savinio) che hanno un obiettivo, il maresciallo dei carabinieri Luigi D’Alessio ucciso mentre scende dalla sua «500».

16 dicembre ’83, Napoli
Il rione Siberia è in periferia, una periferia maledetta. Luigi Cangiano 10 anni corre verso casa dove lo aspetta il padre muratore, la madre e otto fratelli. Il nono, Antonio, 29 anni, è finito con un compagno, Stanislao Spavone, nelle mani della narcotici proprio lì a due passi da casa. Da un ballatoio qualcuno comincia a sparare per liberare i due. I poliziotti rispondono con altro fuoco. Una pallottola raggiunge Luigino allo stomaco. Muore all’istante.

6 gennaio ’84, Pomigliano
Aldo Arcioni, 15 anni, accompagna lo zio Nicola Natullo a fare delle commissioni; lo aspetta in macchina mentre l’uomo entra nella Usl. All’improvviso sbucano due auto che si inseguono con i conducenti che si sparano. Una pallottola vagante uccide Aldo.

26 ottobre ’86, Napoli
Carlo Bustelli, 15 anni, aiuta il padre Gennaro a mandare avanti il piccolo pub nel rione antico. È alla cassa. Aall’improvviso da fuori arriva una gragnuola di colpi di pistola. Tutti si buttano per terra ma Carlo non fa in tempo: una
pallottola lo raggiunge alla testa. E’ un raid contro alcuni pregiudicati dentro il bar. R La

 

 

 

Articolo del 26 Agosto 1989 da  archiviostorico.unita.it
Resterà paralizzato il bambino?

POTENZA. Sono in «lento ma progressimo miglioramento» le condizioni di Xxxxx Xxxxx di sei anni rimasto gravemente ferito ad Agropoli (Salerno) in un agguato camorristico nel quale sono stati uccisi lo zio Giuseppe Pannone di 32 anni e la cugina Carmela Pannone di cinque.
Al bambino – secondo quanto ha reso noto il prof. Bruno Cuccimello primario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale «San Carlo» di Potenza dove Xxxxx è riocoverato – è stato estratto ieri dal cervello, durante un intervento chirurgico, un proiettile calibro nove. Al momento del ricovero nell’ospedale potentino il bambino – che aveva ricevuto le prime e nell’ospedale di Battipaglia (Salerno) – non parlava ed aveva paralizzata tutta la parte destra del corpo. Dopo l’operazione – ha detto Cucciniello – il bambino ha mostrato «confortanti segni di ripresa», anche se persiste uno stato di coma di grado medio, la prognosi è tuttora riservata.
Intanto gli inquierenti stanno esaminando tutti gli spostamenti compiuti da Pannone dallo scorso Ottobre allorché fu scarcerato dopo sei anni di detenzione.

 

 

 

 

 

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