24 Luglio 2000 Castro Marina (LE). Restano uccisi Daniele Zoccola e Salvatore De Rosa, finanzieri. Erano impegnati in un’operazione di contrasto del turpe “traffico di esseri umani”.

Nella Foto: Monumento presso Castro Marina, Monumento a Daniele Zoccola eretto a Pontecagnano (SA), Salvatore De Rosa

Daniele Zoccola e Salvatore De Rosa, erano due agenti della Guardia di Finanza. Il 24 luglio del 2000 stavano contrastando il traffico di esseri umani nel Canale d’Otranto, nelle acque antistanti le grotte di Zinzulusa di Castro Marina. Avevano intercettato uno dei barconi carichi di disperati, che cercavano di raggiungere le coste italiane. Ma gli scafisti, per sfuggire alla cattura, si erano tuffati in mare e avevano lanciato il gommone in direzione dell’unità navale della Guardia di Finanza, che fu travolta. (Liberanet.org)

 

 

 

foto da: lecceprima.it 

 

 

Articolo del 21 Luglio 2007
Finanzieri uccisi dagli scafisti, castro li commemora
Sette anni fa Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola, militari del ramo mare della guardia di finanza, caddero in servizio inseguendo alcuni criminali albanesi. Lunedì l’inaugurazione di un monumento.

Il fatto fece scalpore, si scrissero fiumi di inchiostro sulle pagine di cronaca locale, e non solo. Era il 24 luglio di sette anni fa, quando Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola, militari del ramo mare della guardia di finanza, medaglie d’oro al valore civile, morirono uccisi da alcuni scafisti albanesi, successivamente arrestati e condannati in via definitiva per omicidio volontario. I due erano con i colleghi a bordo di una motovedetta impegnata in un’operazione di contrasto del turpe “traffico di esseri umani”. Erano le 4,10 del 24 luglio, quando persero la vita, di fronte alla Grotte della Zinzulusa, a Castro Marina.

Avvenne tutto nel breve giro di pochi minuti. I militari attesero che gli scafisti facessero sbarcare le persone che erano a bordo, per evitare di coinvolgere delle persone innocenti nell’operazione; poi, si lanciarono all’inseguimento del potente gommone guidato dai malviventi albanesi, divenuto a quel punto però più agile e difficile da tallonare. La corsa folle nelle acque si concluse tragicamente, per De Rosa e Zoccola, perché gli albanesi che erano a bordo, ad un certo punto, escogitarono in pochi attimi un diabolico sistema per evitare di essere raggiunti: si gettarono in acqua bloccando i comandi, gettando in questo modo lo scafo verso l’unità navale che cavalcava le acque a fortissima velocità. L’impatto fu devastante per i due finanzieri.

Lunedì, alle 18,50, la città di Castro commemorerà i due militari caduti per adempiere al loro lavoro; per l’occasione, sarà inaugurato il monumento ai caduti della Guardia di finanza, opera dello scultore Giovanni Scupola di Specchia, che raffigura la deposizione di Cristo fra le braccia della Madonna. Il monumento verrà benedetto dall’arcivescovo di Otranto, monsignor Donato Negro. Presenzieranno alla cerimonia il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, il prefetto di lecce, Gianfranco Casilli, il sindaco di Castro, Luigi Carrozzo, il comandante interregionale dell’italia meridionale della Guardia di finanza, generale di divisione Francesco Saverio Polella, il comandante regionale Puglia, generale di brigata Luciano Inguaggiato e le massime autorità politiche, civili e militari della provincia.

 

 

Foto e Testo da :  chieracostui.com

 

Guardia di Finanza
Ai Caduti nell’adempimento
del dovere
Finanzieri Medaglia d’Oro al Valore
Salvatore De Rosa
Daniele Zoccola

COMPONENTE L’EQUIPAGGIO DI UNA VEDETTA DELLA GUARDIA DI FINANZA, NEL CORSO DI UN’AZIONE DI CONTRASTO ALL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, SI PONEVA ALL’INSEGUIMENTO DI UN GOMMONE ALBANESE DAL QUALE ERANO SBARCATE NUMEROSE PERSONE. NEL CONCITATO SUSSEGUIRSI DELLE VARIE FASI DELL’INSEGUIMENTO, RESE PIU’ RISCHIOSE IN QUANTO SVOLTE NOTTETEMPO, FORNIVA DETERMINATO E LUCIDO APPORTO PERSONALE.
LO STRAORDINARIO SPIRITO DI SERVIZIO DEL MILITARE SI SPINGEVA SINO ALL’ESTREMO SACRIFICIO DELLA VITA ALLORQUANDO GLI SCAFISTI ALBANESI, CON UN’EFFERATA CONDOTTA CRIMINALE, PER SOTTRARSI ALLA CATTURA, INDIRIZZAVANO SCIENTEMENTE LA LORO IMBARCAZIONE, DOPO AVERLA ABBANDONATA, CONTRO L’UNITA’ NAVALE DEL CORPO, CAUSANDONE LO SPERONAMENTO. FULGIDO ESEMPIO DI ECCEZIONALE CORAGGIO ED ELEVATO SPIRITO DI ABNEGAZIONE PER AFFERMARE L’AUTORITA’ DELLO STATO E MANTENERE FORZA ALLA LEGGE.

Acque di Castro Marina (LE), 24 luglio 2000

 

 

 

 

Articolo del 24 Luglio 2013 da giornaledelsalento.it
Castro Marina: Commemorazione dei Finanzieri Mare Salvatore e Daniele Zoccola, medaglia d’oro al valore civile

Questa mattina, il Generale di Corpo d’Armata Domenico ACHILLE – Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale della Guardia di Finanza – ha deposto una corona d’alloro al monumento che, a Castro Marina, ricorda il sacrificio dei Finanzieri mare Salvatore De ROSA e Daniele ZOCCOLA, Medaglie d’Oro al Valor Civile,caduti tredici anni fa nell’adempimento del dovere, nelle acque antistanti la grotta Zinzulusa.

Alla cerimonia, culminata con gli “onori ai Caduti della Guardia di Finanza”, erano presenti anche i familiari dei deceduti, il Capo di Stato Maggiore del Comando Regionale Puglia, Generale di Brigata Francesco PETRAROLI, il Comandante Provinciale di Lecce, Colonnello Vincenzo DI RELLA, il Comandante del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, Colonnello Amedeo ANTONUCCI e il Sindaco di Castro, Dottor Alfonso CAPRARO, e rappresentanze di militari in servizio e in congedo appartenenti all’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia.

Successivamente, il Primo Cappellano Militare Capo della Guardia di Finanza, don Bartolo LONGO, ha celebrato una Messa in suffragio nella chiesa Maria Santissima Annunziata di Castro.

Nelle prime ore del 24 luglio 2000, i Finanzieri mare De Rosa e Zoccola, componenti dell’equipaggio di una vedetta impegnata in un’operazione di contrasto al traffico di esseri umani nelle acque del Canale d’Otranto, si posero all’inseguimento di un gommone albanese dal quale erano appena sbarcate numerose persone.

Durante le concitate fasi dell’operazione, rese più rischiose in quanto svolte nottetempo, persero la vita allorquando gli scafisti albanesi, per evitare la cattura, si gettarono in acqua e, bloccando i comandi, lanciarono deliberatamente il loro potente gommone oceanico contro l’unità navale della Guardia di Finanza che, nonostante l’abile manovra del comandante, fu speronata.

Gli efferati criminali furono poi catturati, processati e condannati con sentenza definitiva per omicidio volontario.

Per ricordare il tragico evento, il 23 luglio 2007 fu inaugurato il monumento, opera dello scultore Giovanni SCUPOLA da Specchia, raffigurante la deposizione di Cristo fra le braccia della Madonna.

Nel dicembre dello stesso anno, la Guardia di Finanza ha intitolato ai due caduti altrettanti guardacoste, della lunghezza di oltre 28 metri,attualmente dislocati a Cagliari.

 

 

 

Fonte: golfotv.info
SCHEDA TECNICA RELATIVA ALL’EVOLUZIONE DEGLI ACCADIMENTI

ore 03.50  del 24 luglio 2000, la vedetta “V. 5005” intercettava a 3 miglia a largo di S. Cesarea Terme (Le) un gommone che dirigeva velocemente ed a luci spente verso la costa. Immediatamente la vedetta procedeva all’ombreggiamento radar del natante, allertando le Sale Operative di Lecce e Taranto, le pattuglie automontate presenti a terra e l’unità “B.S.O. 216”  presente in zona.

ore 04.00  il gommone avvicinatosi alla costa procedeva allo sbarco dei clandestini, nel contempo il “B.S.O. 216”  giunto sul posto controllava con il visore notturno le operazioni di sbarco.  Terminate le stesse il natante si allontanava verso Sud , tallonato  dall’imbarcazione del Corpo. Successivamente gli scafisti, accortisi della presenza del “B.S.O. 216”, aumentarono repentinamente  la velocità e iniziarono ad eseguire pericolose manovre evolutive allo scopo di sottrarsi alla cattura.

Durante queste evoluzioni, il gommone albanese invertiva bruscamente la rotta dirigendo  con la propria prua verso la poppa del B.S.O., nel chiaro intendo di speronarlo.  Nonostante i tentativi posti in essere dal Comandante dell’unità del Corpo, non fu possibile evitare l’impatto e la violenza causata dallo scontro proiettò in acqua i quattro occupanti del gommone.

Il Comandante dell’unita, Maresciallo mare  Inserra Sebastiano e il Finanziere scelto mare Migliore Achille mentre erano in acqua sentirono in lontananza una richiesta di aiuto senza tuttavia riuscire ad individuare da dove provenisse, a causa dell’oscurità che li avvolgeva:  era probabilmente il Fin.m. De Rosa Salvatore il cui corpo non fu mai ritrovato.

Constatato che la corrente marina non permetteva l’avvicinamento a terra, i due naufraghi decisero di nuotare verso il largo in quanto riuscirono nel buio ad individuare la sagoma del gommone albanese. Dopo aver nuotato in quella direzione, il Mar. m. Inserra veniva a contatto  un corpo semiaffiorante con la testa rivolta verso il basso. Dopo aver tentato di alzargli la testa per agevolare la respirazione constatava suo malgrado che si trattava del corpo privo di vita del Fin.m. Zoccola Daniele,  che presentava una profonda ferita lacero contusa alla testa. Dopo averlo sorretto per un poco, vinto dal freddo e dalla stanchezza, il Mar. m. Inserra era costretto a lasciare il Corpo del militare che si inabissava.

ore 04.20  la vedetta “V.5005” giunta sul luogo del naufragio recuperava in stato di shoch il Mar. m. Sebastiano Inserra ed il Fin.s.m. Migliore Achille i quali informavano i soccorritori della presenza in acqua degli altri due colleghi. Venivano immediatamente attivate le ricerche alle quale prendevano parte anche unità navali appartenenti ad altre forze di Polizia. Alle ore 12,00 circa, i sommozzatori del Corpo recuperavano ad 1,5 mg. a largo  dalle Grotte della “Zinzulusa” il corpo del Fin.m. Daniele Zoccola.

Viceversa, le ricerche protrattesi ininterrottamente fino al 31 agosto 2000 non consentivano di ritrovare il corpo dell’altro militare che veniva dichiarato disperso in mare.

A seguito del tragico evento i Finanzieri mare DE ROSA Salvatore e ZOCCOLA Daniele furono decorati di Medaglia d’Oro al Valor Civile.

 

 

 

Articolo del 25 Luglio 2000 da repubblica.it    
Il gommone della Gdf è stato speronato ieri dall’imbarcazione dei clandestini. Annegati 2 extracomunitari
Otranto, presi due albanesi – sono gli scafisti assassini?
Continuano le ricerche del finanziere disperso.

OTRANTO (Lecce) – Sono stati rintracciati sulla costa e fermati. Sono due cittadini albanesi, accusati di essere gli scafisti assassini che hanno speronato ieri il gommone dei finanzieri, al largo di Otranto provocando la morte di un militare e, quasi certamente, anche di un secondo. Il magistrato Elsa Valeria Mignone, della Procura di Lecce, ha deciso il provvedimento dopo aver interrogato per ore ed ore i due albanesi.

Le speranze di trovare ancora in vita Salvatore De Rosa, il finanziere disperso nelle acque pugliesi, sono ormai fievoli. Ma la Gdf non demorde e stamattina ha ricominciato a setacciare il canale d’Otranto, spingendosi sempre più a sud dalla zona dell’incidente, verso Tricase.

La tragedia di ieri, l’ennesima che ha come tetro le coste pugliesi, ha contato i suoi morti e dispersi. Il bilancio è di due finanzieri morti mentre tentavano, insieme ad altri due colleghi, di fermare un gommone di scafisti albanesi. Mancano all’appello anche due extracomunitari che, cercando la libertà, hanno trovato il nulla. Il disastro, alle prome luci dell’alba, ha una sequenza drammatica: l’inseguimento di routine, gli scafisti che, improvvisamente, voltano il loro mezzo contro quello dei finanzieri e lo puntano a tutta velocità. Lo speronamento, i quattro i militari che cadono in acqua: due si salvano, nuotando verso riva, uno annega, l’altro scompare.

La polizia ha trovato il corpo di Daniele Zoccola, 22 anni, di Salerno. Ancora nulla si sa, invece, di Salvatore De Rosa, 26 anni. Erano amici per la pelle, i due. Sono morti insieme. Ce l’hanno fatta invece il maresciallo Sebastiano Inserra e il finanziere Achille Migliore anche loro coinvolti nello scontro.

Ieri, i mezzi di soccorso, concentrati nella zona dell’incidente, davanti alla grotta di Zinalusa, trovano i corpi di due extracomunitari, curdi probabilmente. Poi, con il calare della sera, le ricerche vengono sospese. Stamattina, con il sorgere del sole, la Guardia di finanza ha ricominciato a setacciare le acque pugliesi, spingendosi sempre più a sud, con l’idea che la corrente, durante un giorno e una notte, possa aver portato il corpo di Salvatore De Rosa, il militare disperso, ormai lontano dal luogo della collissione.

Anche alcuni curdi – tre uomini e una donna – hanno assistito, a quanto si è saputo, all’incidente e hanno contribuito a ricostruire l’accaduto.

Il sostituto procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta dice che contrastare in questo modo l’immigrazione “è come tirar via l’acqua del mare con un cucchiaino”. Per il magistrato, “il contrasto a mare è inutile, perchè alla fine abbiamo sempre la peggio”. Occorre, invece, un “accordo bilaterale” tra Italia e Albania. Ed è polemica anche sul piano politico: le opposizione chiedono al governo un atto di protesta contro l’Albania e al ministro dell’Interno Bianco fatti concreti. Altrimenti – dice An – si dimetta.

 

 

 

Articolo del 25 Luglio 2000 da archiviostorico.corriere.it
Gommone speronato, morti due finanzieri
di Gatti Fabrizio
Lo scontro sul canale d’Otranto: anche una coppia di scafisti e un clandestino tra le vittime

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI OTRANTO – I destini di inseguitori e fuggiaschi si sono incrociati su questo scoglio, di fronte ai riflessi blu della grotta della Zinzulusa. Otranto è a una ventina di chilometri a Nord. Valona, Albania, a due ore di mare. La caccia ai trafficanti di uomini ieri mattina presto è finita qui. Tragicamente. I morti: un finanziere, uno scafista albanese e un profugo curdo. I dispersi: un finanziere e il secondo scafista. La ricostruzione della Guardia di Finanza descrive un atto di pirateria: il gommone oceanico di pattuglia, 13 metri e 750 cavalli di potenza, è stato speronato di proposito dal gommone più piccolo, 8 metri con un solo motore, guidato dai passatori di clandestini. Le due chiglie si sono sovrapposte. E la roccia, nascosta nel buio, ha siglato la strage. Aveva 22 anni Daniele Zoccola, il finanziere morto. Era nato a Salerno. Salvatore Derosa, 26 anni, di Napoli, è il suo collega disperso (ma ormai le speranze di trovarlo in vita sono pressoché nulle). I sommozzatori lo cercano ormai sul fondale. Ma la corrente del Canale d’ Otranto potrebbe averlo trascinato altrove. Derosa si era sposato un mese fa. I due finanzieri sopravvissuti sono il comandante della pattuglia, Sebastiano Inserra, 26 anni, maresciallo, e Achille Migliore, 32 anni. L’ altro corpo recuperato è di un ragazzo albanese, probabilmente uno dei due scafisti: in una tasca dei pantaloni c’ erano i suoi documenti. Il terzo cadavere è di un profugo curdo: lo hanno riconosciuto i quattro connazionali, che erano con lui sul gommone durante l’ inseguimento e la collisione. Quando i due scafisti avevano portato sotto costa il carico umano, loro non avevano voluto scendere. Non sapevano nuotare. Bisogna ritornare un po’ più a Nord per ripercorrere la rotta di questa tragedia. Si va a Santa Cesarea Terme. Lì il gommone appena arrivato dall’ Albania sbarca una trentina di persone. Quasi tutti curdi, che fuggono alla pulizia etnica del governo turco. Uomini e donne. La costa è a strapiombo. Gli ultimi cinque passeggeri non vogliono tuffarsi. E’ ancora buio. L’ Italia è a poche bracciate. Ma loro hanno troppa paura. Così il gommone riparte. L’ operazione viene intercettata dall’ equipaggio del maresciallo Inserra. I finanzieri attendono che i due scafisti facciano scendere i passeggeri. Poi spingono il loro potente gommone all’ inseguimento. Sono le 4. L’ imbarcazione albanese accenna a una fuga. I passatori tentano di ostacolare gli inseguitori virando a destra e a sinistra. Vogliono che l’ onda della loro scia rallenti o faccia sbandare la pattuglia della Guardia di Finanza. La ricostruzione ufficiale sostiene che a questo punto il gommone albanese vira di 180 gradi e lancia la prua contro i finanzieri. «I due albanesi ai comandi – diranno i quattro curdi sopravvissuti – si sono tolti i giacconi impermeabili. Hanno bloccato l’ acceleratore al massimo e si sono tuffati.». Il piccolo scafo colpisce il gommone della Guardia di Finanza alla congiunzione tra la poppa e la fiancata. Si alza e finisce sopra i tre motori da 250 cavalli l’ uno della pattuglia, piega il roll-bar di protezione e piomba addosso a Daniele Zoccola, Salvatore Derosa, Sebastiano Inserra e Achille Migliore. Le due imbarcazioni sono quasi una sopra l’ altra. I tre motori sono probabilmente bloccati sotto il peso dell’ altro gommone. Impossibile virare. E lo scoglio ferma violentemente quella planata fuori controllo. I primi soccorsi arrivano con le altre pattuglie della Guardia di Finanza che hanno seguito l’ operazione via radio. Due dei quattro colleghi, illesi, sono aggrappati alla roccia che affiora dal mare. Con loro, i finanzieri salvano i quattro curdi. Uno di loro ha una sospetta frattura alla spina dorsale. Le testimonianze vengono messe a verbale. Da quei racconti cominciano le indagini. E in serata decine di turisti osservano, in un angolo del porto di Otranto, i relitti dell’ ultima battaglia in mare.

 

 

 

Salvatore De Rosa, 26 anni, di Napoli – Foto da ficiesse.it

 

 

 

 

Salvatore De Rosa, 26 anni, di Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Daniele Zoccola – Monumento in memoria a Pontecagnano  –  Foto da: ilquotidianodisalerno.it

 

Daniele Zoccola, 22 anni di Pontecagnano (SA)

Monumento in memoria di Daniele Zoccola eretto a Pontecagnano (SA)  presso i giardini pubblici di via Carducci.

Nella foto il papà del finanziere all’inaugurazione tenutasi il 3 febbraio del 2005 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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http://www.repubblica.it/online/cronaca/lamerica/ritrovato/ritrovato.html

http://www.corrieresalentino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8433:castro-commemorazione-dei-finanzieri-mare-medaglie-doro-al-valor-civile-salvatore-de-rosa-e-daniele-zoccola-caduti-nelladempimento-del-dovere-&catid=35:attualita&Itemid=66

Castro: commemorazione dei finanzieri mare, medaglie d’oro al valor civile, Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola, caduti nell’adempimento del dovere

Venerdì 24 Luglio 2009 16:01

Il comando provinciale della guardia di finanza di Lecce, nel piazzale Zinzulusa di Castro, ha commemorato il sacrificio dei finanzieri mare, medaglie d’oro al valor civile, Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola, caduti nell’adempimento del dovere nelle prime ore del mattino del 24 luglio 2000 nelle acque antistanti la grotta Zinzulusa di Castro marina.Quella mattina,  i finanzieri erano impegnati in un’operazione di contrasto del traffico di esseri umani nelle acque del canale di Otranto.

Durante le concitate fasi dell’operazione, gli scafisti, per evitare la cattura, si erano gettati in acqua e, bloccando i comandi, avevano deliberatamente lanciato il loro potente gommone oceanico contro l’unità navale della guardia di finanza che, nonostante l’abile manovra del comandante, non poteva evitare di essere travolta. Gli efferati criminali albanesi sono stati poi catturati, processati e condannati con sentenza definitiva per omicidio volontario. La cerimonia, alla presenza dei familiari dei due finanzieri medaglie d’oro, del comandante regionale Puglia, del comandante provinciale di Lecce, del comandante del reparto operativo aeronavale di Bari e del sindaco di Castro, si è svolta con  la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti della guardia di finanza, inaugurato il 23 luglio del 2007, opera dello scultore Giovanni Scupola da Specchia, raffigurante la deposizione di cristo fra le braccia della madonna. Dopo gli onori solenni ai caduti, il cappellano militare della guardia di finanza ha celebrato la santa messa nella chiesa Maria Ss.ma Annunziata di Castro

http://www.golfotv.info/home/content/view/2593/27/

SCHEDA TECNICA RELATIVA ALL’EVOLUZIONE DEGLI ACCADIMENTI

ore 03.50  del 24 luglio 2000, la vedetta “V. 5005” intercettava a 3 miglia a largo di S. Cesarea Terme (Le) un gommone che dirigeva velocemente ed a luci spente verso la costa. Immediatamente la vedetta procedeva all’ombreggiamento radar del natante, allertando le Sale Operative di Lecce e Taranto, le pattuglie automontate presenti a terra e l’unità “B.S.O. 216”  presente in zona.

ore 04.00  il gommone avvicinatosi alla costa procedeva allo sbarco dei clandestini, nel contempo il “B.S.O. 216”  giunto sul posto controllava con il visore notturno le operazioni di sbarco.  Terminate le stesse il natante si allontanava verso Sud , tallonato  dall’imbarcazione del Corpo. Successivamente gli scafisti, accortisi della presenza del “B.S.O. 216”, aumentarono repentinamente  la velocità e iniziarono ad eseguire pericolose manovre evolutive allo scopo di sottrarsi alla cattura.

Durante queste evoluzioni, il gommone albanese invertiva bruscamente la rotta dirigendo  con la propria prua verso la poppa del B.S.O., nel chiaro intendo di speronarlo.  Nonostante i tentativi posti in essere dal Comandante dell’unità del Corpo, non fu possibile evitare l’impatto e la violenza causata dallo scontro proiettò in acqua i quattro occupanti del gommone.

Il Comandante dell’unita, Maresciallo mare  Inserra Sebastiano e il Finanziere scelto mare Migliore Achille mentre erano in acqua sentirono in lontananza una richiesta di aiuto senza tuttavia riuscire ad individuare da dove provenisse, a causa dell’oscurità che li avvolgeva:  era probabilmente il Fin.m. De Rosa Salvatore il cui corpo non fu mai ritrovato.

Constatato che la corrente marina non permetteva l’avvicinamento a terra, i due naufraghi decisero di nuotare verso il largo in quanto riuscirono nel buio ad individuare la sagoma del gommone albanese. Dopo aver nuotato in quella direzione, il Mar. m. Inserra veniva a contatto  un corpo semiaffiorante con la testa rivolta verso il basso. Dopo aver tentato di alzargli la testa per agevolare la respirazione constatava suo malgrado che si trattava del corpo privo di vita del Fin.m. Zoccola Daniele,  che presentava una profonda ferita lacero contusa alla testa. Dopo averlo sorretto per un poco, vinto dal freddo e dalla stanchezza, il Mar. m. Inserra era costretto a lasciare il Corpo del militare che si inabissava.

ore 04.20  la vedetta “V.5005” giunta sul luogo del naufragio recuperava in stato di shoch il Mar. m. Sebastiano Inserra ed il Fin.s.m. Migliore Achille i quali informavano i soccorritori della presenza in acqua degli altri due colleghi. Venivano immediatamente attivate le ricerche alle quale prendevano parte anche unità navali appartenenti ad altre forze di Polizia. Alle ore 12,00 circa, i sommozzatori del Corpo recuperavano ad 1,5 mg. a largo  dalle Grotte della “Zinzulusa” il corpo del Fin.m. Daniele Zoccola.

Viceversa, le ricerche protrattesi ininterrottamente fino al 31 agosto 2000 non consentivano di ritrovare il corpo dell’altro militare che veniva dichiarato disperso in mare.

A seguito del tragico evento i Finanzieri mare DE ROSA Salvatore e ZOCCOLA Daniele furono decorati di Medaglia d’Oro al Valor Civile.

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