28 Novembre 1949 Bagheria (PA). Uccisi i Carabinieri Francesco Butifar e Salvatore Messina.

Appuntato Francesco Butifar e Maresciallo Salvatore Messina   –     Foto da:  Mediterraneonline.it

Il 28 novembre 1949, il Maresciallo Capo Salvatore Messina, Comandante della Stazione Carabinieri di Bagheria Alta (PA), unitamente all’Appuntato Francesco Butifar, si recavano in una stalla per le ricerche di un carro agricolo oggetto di furto. Giunti sul posto i militari sorprendevano 6. Il Maresciallo procedeva alla loro identificazione, lasciando l’Appuntato Butifar a guardia, sull’ingresso. Nel corso delle operazioni il Maresciallo si accorgeva della presenza di una pistola lasciata su una cassa vuota, riuscendo ad impossessarsene. A questo punto uno dei malviventi estraeva una pistola dalla cintola e colpiva il Maresciallo Messina al quale, nel cadere, sfuggiva di mano l’arma. In un tentativo estremo il Sottufficiale cercava di estrarre la propria pistola d’ordinanza, venendo nuovamente colpito a morte. Nel medesimo frangente altri malviventi ferivano gravemente anche l’Appuntato Butifar che, tuttavia, riusciva a trascinarsi dietro un riparo dal quale rispondeva al fuoco, ferendo uno dei malfattori. Di seguito, il graduato, in un supremo sforzo, tentava anche di inseguire per strada i fuggitivi, abbattendosi a terra dopo pochi metri privo di forze. Rinvenuto da un collega, occasionalmente in transito in quella strada, veniva trasportato presso l’Ospedale Militare di Palermo dove, tuttavia, giungeva cadavere. (Mediterraneonline.it)

 

 

 

Fonte:  archiviolastampa.it
Articolo del 29 novembre 1949
Catturato l’assassino dei due carabinieri
Nuovo sangue in Sicilia

Palermo, 28 novembre. Stamane a Bagheria Alta è accaduto un tragico fatto di sangue che si è concluso con l’uccisione del maresciallo capo comandante la stazione dei carabinieri e di un appuntato dell’Arma.

Il maresciallo capo Salvatore Messina, di 34 anni, insieme con l’appuntato Francesco Butifar, di 27 anni, era uscito dalla caserma verso le ore 10 per effettuare un servizio d’indagine, concernente il furto di un carro agricolo avvenuto durante la notte. Il maresciallo fermava maggiormente la sua attenzione su un magazzino sito nella via Butera, che di solito è adibito a deposito di foraggi e di carri, rovistando insieme all’appuntato ogni angolo del locale. A un tratto un individuo che era nascosto dietro un mucchio di fieno, ha esploso alcuni colpi di rivoltella contro il maresciallo Messina che è rimasto all’istante cadavere, mentre altri colpi raggiungevano l’appuntato, il quale, nonostante fosse rimasto gravemente ferito, ha avuto il tempo di sparare in direzione dell’individuo alcuni colpi, andati però a vuoto. L’appuntato Butifar si è poi accasciato al suolo e a causa delle gravi ferite riportate, spirava poco dopo.

Approfittando della sorpresa provocata dalla fulminea azione, il criminale riusciva a dileguarsi, scomparendo ben presto per i vicoletti che sboccano sul corso principale di Bagheria, ma poco dopo egli veniva catturato e identificato per il pericoloso latitante Giuseppe Cali, di 32 anni, da tempo ricercato perché responsabile di numerosi delitti. Il Cali, dato il suo stato di latitanza, era solito nascondersi in una casetta ubicata accanto al magazzino dove il maresciallo Messina e l’appuntato Butifar avevano stamane operato la sorpresa e colà è stato catturato. Pare che insieme al Cali fossero nascosti nella stessa casetta altri latitanti da tempo ricercati, che sono però riusciti a dileguarsi.

Verso le ore 20,30 l’autocorriera Caltanissetta-Riesi a due chilometri da Mazzarino è stata fermata da due individui, i quali, a viso scoperto e con le armi spianate, hanno depredato i dodici viaggiatori del denaro che possedevano, senza però arrecare loro alcun altro danno. Appena giunto a Ragusa l’autista della corriera ha denunciato il fatto ai carabinieri, i quali hanno iniziata una battuta.

 

 

 

 

Nota tratta da: Mediterraneonline.it

Alle ore 10.30 del 28 novembre 1949, il Maresciallo Capo Salvatore MESSINA, Comandante della Stazione Carabinieri di Bagheria Alta (PA), unitamente al dipendente Appuntato Francesco Butifar, si recavano in una stalla ubicata in via Truden, per le ricerche di un carro agricolo oggetto di furto.

Giunti sul posto i militari sorprendevano 6 individui di cui uno intento a tagliare i capelli di altro. Il Maresciallo procedeva alla loro identificazione, lasciando l’Appuntato Butifar a guardia, sull’ingresso. Nel corso delle operazioni il Maresciallo si accorgeva della presenza di una pistola lasciata su una cassa vuota, riuscendo ad impossessarsene. A questo punto uno dei malviventi estraeva una pistola dalla cintola e colpiva il M.C. Messina al quale, nel cadere, sfuggiva di mano l’arma. In un tentativo estremo il Sottufficiale cercava di estrarre la propria pistola d’ordinanza, venendo nuovamente colpito a morte.

Nel medesimo frangente altri malviventi ferivano gravemente anche l’Appuntato Butifar che, tuttavia, riusciva a trascinarsi dietro un riparo dal quale rispondeva al fuoco, ferendo uno dei malfattori. Di seguito, il graduato, in un supremo sforzo, tentava anche di inseguire per strada i fuggitivi, abbattendosi a terra dopo pochi metri privo di forze. Rinvenuto da un collega, occasionalmente in transito in quella strada, veniva trasportato presso l’Ospedale Militare di Palermo dove, tuttavia, giungeva cadavere.

La notizia dell’eccidio si diffuse con immediatezza facendo accorrere tutti i militari disponibili delle Stazioni limitrofe e le guardie di pubblica sicurezza del Commissariato che circondarono la zona in cerca degli assassini.

Nel corso delle perquisizioni all’interno dell’immobile di via Truden veniva scovato il malvivente ferito, le cui dichiarazioni permisero successivamente di identificare gli altri cinque malfattori, tre dei quali già ricercati in quanto ritenuti responsabili di rapina.

Il rapporto giudiziario stilato dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Gruppo di Palermo, nel denunziare i malviventi resisi irreperibili, riferisce tra l’altro: “… le battute, i rastrellamenti nell’abitato e nelle campagne, le delicate investigazioni e le particolari indagini […] volte all’arresto di tutti i responsabili dell’efferato e bestiale delitto non hanno dato l’esito sperato perché la popolazione, benché indignata e fortemente disgustata contro i vili assassini del Maresciallo Messina e dell’Appuntato Butifar, nei quali, per lunghi anni, aveva ammirato l’altissimo spirito di nobile entusiasmo per il dovere rispecchiato sempre nella più pura onestà, è rimasta inetta, senza fornire il minimo contributo a causa di un ingiustificato terrore o a causa di quella omertà polline fecondatore del traviamento morale di ogni società”

 

 

 

Leggere anche: nellaseminara.altervista.org

PER NON DIMENTICARE IL MARESCIALLO SALVATORE MESSINA E L’APPUNTATO FRANCESCO BUTIFAR BARBARAMENTE UCCISI
Articolo del 26 settembre 2019

 

 

 

 

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