7 Gennaio 2011 Reggio Calabria. Assassinato Giuseppe Sorgonà, parrucchiere di 25 anni, mentre era in macchina con il figlio di 2 anni.

Foto da: newz.it

Giuseppe Sorgonà è stato assassinato a Reggio Calabria il 7 gennaio del 2011 mentre era in macchina con suo figlio di appena 2 anni. Aveva 25 anni e lavorava come parrucchiere in un centro estetico. Nessun contatto con la criminalità, un bravo ragazzo, come ribadì anche il sacerdote durante la funzione funebre, come piangono parenti e amici che chiedono verità e giustizia. Le indagini sono ancora in corso. Ogni anno l’associazione fondata a suo nome organizza a Mosorrofa, il suo paese, un torneo di calcetto perché, come cita uno striscione esposto ogni anno “Nessuno riuscirà mai a spegnere il tuo sorriso”.

 

Articolo da  reset-italia.net
La Calabria e l’assassinio di un ventenne

di Domenico Ciardulli

La vita di Giuseppe, un parrucchiere di 24 anni, si è spenta alla fine di una giornata di lavoro, mentre stava tornando a casa in macchina con il figlio di 2 anni ancorato al seggiolino. In una delle strade principali di Reggio Calabria, con il traffico delle ore serali di punta, due persone con casco e in moto si sono accostate alla macchina e lo hanno colpito alla testa incuranti della presenza di un bambino di due anni.
Sembra la scena di un film ambientato nella Chicago degli anni 30 mentre è la cruda realtà di un efferato delitto consumato il 7 gennaio 2011 a Reggio Calabria. La notizia dell’assassinio occupava ieri con grande spazio la prima pagina dei quotidiani calabresi ma era completamente ignorata da grandi quotidiani nazionali come il Corriere della Sera. Oltre ad essere ignorata da grandi quotidiani nazionali, la notizia è stata rappresentata da giornali e tv locali come un tragico fatto di cronaca che commuove per le modalità e per la giovane età della vittima. Nessun articolo di approfondimento oltre una cronaca netta che evidenzia la situazione pulita di persona incensurata senza contatti con ambienti criminali. E’ terribile l’impressione che in alcune parti d’Italia, nei centri cittadini, tra tanti automobilisti che passano e con tante telecamere installate su uffici e negozi, si possa finire così la propria vita, in una pozza di sangue davanti agli occhi del proprio figlio di 2 anni.
Una persona comune, un giovane padre che fa il parrucchiere può essere ucciso per strada e suscitare solo il clamore di prima pagina, per uno o due giorni, di due quotidiani regionali e di alcune emittenti locali ? Il rischio è che l’assassinio possa essere rubricato come uno dei tanti fatti di cronaca tipici del luogo, molti di quali rimangono senza colpevoli.
Un’altra stranezza delle cronache tv e della carta stampata locale è l’accento messo sul fatto che la vittima non avesse contatti con il mondo della criminalità e che quindi, se ne dedurrebbe un rompicapo per gli investigatori. Non si saprebbe, cioè, da dove cominciare a indagare. Sembra che nessun cronista abbia riflettuto sul fatto che la vittima lavorasse come parrucchiere in un centro estetico e quindi a stretto contatto relazionale con un pubblico e con tanti clienti ai quali, solitamente, non si chiede di esibire il certificato del casellario giudiziale nè di dichiarare preliminarmente i loro legami parentali o semplicemente sentimentali con persone appartenenti ad ambienti equivoci.
Giuseppe potrebbe aver ricevuto confidenze delicate provenienti dalla clientela?
Credo che in un paese dove il presunto attentato a Milano ad un direttore di giornale ha occupato per giorni e giorni la prima pagina di tutti i quotidiani nazionali e le aperture dei Tg, non sia giusto e comprensibile come la notizia della morte violenta e misteriosa di un parrucchiere di 24 anni nel centro di Reggio Calabria possa essere marginalizzata a fatto di cronaca locale di un giorno senza alcun approfondimento o indignazione mediatica estesa a tutto il territorio nazionale.
Un bambino di 2 anni segnato per tutta la vita, una famiglia distrutta da una barbara esecuzione, una comunità intera turbata dall’insicurezza quotidiana. Sono elementi che meriterebbero una risposta forte delle istituzioni e dei media. Mobilitare le televisioni e i cronisti della carta stampata anche in questo caso potrebbe servire ad incoraggiare i cittadini che hanno visto ma che hanno paura di parlare, potrebbe contribuire alla realizzazione tra i cittadini di un ampio e forte cordone civico di solidarietà e di tutela reciproca.
Sarebbe da augurarsi che anche la trasmissione “Chi l’ha visto” di Federica Sciarelli scendesse con coraggio tra le pieghe martoriate del tessuto sociale reggino per aiutare gli inquirenti ad individuare gli esecutori e i mandanti dell’assassinio di Giuseppe Sorgonà. Sarebbe un modo giusto per dare a quel bambino, seduto sul seggiolino, che ha visto crivellare di colpi il proprio papà, una risposta comunitaria coraggiosa e forte, un abbraccio protettivo, una restituzione di diritto a lui e a tutta l’infanzia del nostro paese di nuova luce e speranza per un futuro libero dalle mafie, dalle violenze e dalle ingiustizie.

 

Articolo del 10 Gennaio 2011 da: ilquotidianoweb.it
A Mosorrofa i funerali di Sorgonà
Il parroco: “Era un ragazzo perbene”

La domanda ricorrente nel corso dei funerali per l’ultimo saluto a Giuseppe Sorgonà, un ragazzo di 24 anni che è stato ucciso è stata “perché?”.
Ieri pomeriggio a Mosorrofa centinaia di persone hanno accompagnato la bara di Giuseppe Sorgonà. C’era l’intero paese a farsi questa domanda nella chiesa di San Demetrio e più volte l’ha ripetuta il parroco don Mimmo La Bella.
Una comunità «ferita e attonita»: gli amici, i parenti, i colleghi e tanta gente comune hanno seguito la bara coperta di fiori bianchi che dal civico 133 di via Demetrio Cozzupoli ha raggiunto la chiesa del paese.
C’era anche l’intera sua famiglia, compresa la giovane madre del piccolo che stava seduto accanto a lui quando i killer sono entrati in azione venerdì sera in via De Nava. In cima alla collina su cui si arrocca Mosorrofa per quegli assassini c’è solo una parola: “Bestie”. Animali, «a cui – dice don Mimmo durante l’omelia – Dio chiederà conto, così come fece con Caino quando uccise Abele».
Solo dolore per un ragazzo, Giuseppe, che proveniva da una famiglia perbene ed il parroco nella sua omelia infatti sottolinea: «non so neppure cosa dire».
«Giuseppe – ha detto il prelato – ha dato un esempio di quello che era con la rettitudine dei comportamenti che hanno contraddistinto la sua breve vita. Lui porta in dote da Dio l’orgoglio di aver vissuto bene la sua esistenza terrena».

Articolo del 07 marzo 2012 da  reggiotv.it
Morte Sorgonà, amici chiedono verità  
Un Corteo per le vie di Reggio in ricordo del giovane parrucchiere ucciso il 7 gennaio di un anno fa.

Reggio Calabria. Alcune centinaia di persone partecipano, a Reggio Calabria, ad una fiaccolata in ricordo di Giuseppe Sorgonà, il parrucchiere di 25 anni assassinato il 7 gennaio del 2011, chiedendo verità e giustizia e sollecitando l’individuazione dei responsabili. Il corteo, che si concluderà davanti alla Questura, è partito da via De Nava, dal punto in cui Sorgonà è stato ucciso. Sorgonà, al momento dell’agguato, viaggiava sulla sua Fiat 500 ed aveva accanto a sé il figlio di appena due anni quando due killer su una motocicletta lo affiancarono esplodendogli contro alcuni colpi di pistola.

L’iniziativa di oggi è stata voluta dai giovani della comunità di Mosorrofa, una frazione di Reggio Calabria, di cui é portavoce Antonino Iero. Prima dell’inizio della manifestazione, i partecipanti hanno letto un brano di don Primo Mazzolari dal titolo “ci impegniamo”. “Ci impegniamo – ha recitato Antonino Iero – per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante ragioni che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore. Si vive una volta sola e non vogliamo essere giocati in nome di nessun piccolo interesse”.

“Giuseppe Sorgonà – è scritto in un volantino diffuso dalla comunità dei giovani di Mosorrofa durante il corteo – era un ragazzo normale, per questo non possiamo permetterci più di far finta di niente. Sarebbe come se dicessimo ai ragazzi normali che non ci importa se vengono uccisi; che in questa città possono morire da soli. E comunque noi non vogliamo arrenderci, né far finta di niente, anzi, ci mettiamo la faccia continuando a dire basta a chi crede di potere uccidere impunemente e a chi rimane chiuso nell’indifferenza, per fatalismo o per paure”.

“Chiedere giustizia – conclude la nota – non è desiderio di vendetta ma è chiedere, responsabilmente verità”. I giovani hanno anche rivolto un appello alle istituzioni “chiamate a scoprire i colpevoli perché non diventi definitiva la sfiducia che da tanto tempo, spesso non senza ragione, sperimentiamo nel sud”.

 

 

Articolo del 04 agosto 2012 da reggiotv.it
Le indagini sull’omicidio di Sorgonà procedono
“E’ un grande mistero”, dichiara il deputato piddino, “forse nasconde qualcosa di inconfessabile”.

“La ricostruzione della matrice dell’episodio criminoso non è agevole, ma le indagini proseguono”. E’ quanto afferma il deputato del Pd, Franco Laratta, circa la risposta avuta dal governo sull’omicidio di Giuseppe Sorgonà ucciso nel gennaio del 2011. “Questo delitto – aggiunge Laratta – è davvero un grande mistero. Forse nasconde qualcosa di inconfessabile. E’ uno dei misteri di Reggio Calabria. Un barbaro assassinio che ha gettato nel più completo sconforto Mosorrofa, il reggino e tutta la Calabria. Giuseppe Sorgonà, 25 anni, incensurato, risultato del tutto estraneo a qualsiasi ambiente malavitoso, e mai è rimasto coinvolto in azioni illecite, è stato barbaramente assassinato, senza alcun apparente motivo! Anche nei confronti della famiglia del giovane si nutre un generale apprezzamento, e mai in nessun caso è stata accostata ad ambienti criminali o sfiorata da qualsiasi sospetto”. “L’agguato – prosegue Laratta – è avvenuto nella serata del 7 gennaio 2011. Il giovane è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre in auto rientrava a casa. Nella stessa auto era presente un bambino di due anni rimasto illeso. Le indagini hanno accertato che l’automobile di Giuseppe Sorgonà, in via Nava è stata affiancata da uno scooter. Il killer ha esploso alcuni colpi di pistola all’indirizzo del giovane che, raggiunto in diverse parti del corpo e alla testa, è morto immediatamente. Mi sono interessato immediamente al drammatico fatto di sangue. Di recente avevo sollecitato il governo a rispondere alla mia interrogazione parlamentare. E così nei giorni scorsi è arrivata la risposta del ministero, ad opera del Sottosegretario all’Interno, Carlo De Stefano”. Laratta, nel ringraziare il governo per la risposta, ha voluto sottolineare come “questo barbaro omicidio non può rimanere avvolto nel mistero più profondo. Occorre non interrompere le indagini, anzi occorre fare molto di più. Forse l’omicidio del ragazzo è collegato a qualcosa di veramente inconfessabile”.

 

 

Articolo del 7 Gennaio 2013 da  sorvolando-il-sud.com.unita.it
Caso Sorgonà, il giovane parrucchiere ucciso due anni fa a Reggio Calabria
di  Franco Laratta

Chiamato in causa il Ministro degli Interni: “Insopportabile che su quel drammatico omicidio si siano spenti tutti i riflettori. In due anni nessuna novità, nessuna speranza. Perché tutto questo silenzio”?

Raccolgo l’appello della famiglia Sorgonà: «Dopo due anni vogliamo giustizia per Giuseppe»! E ripropongo al governo quanto avevo già scritto nella mia interrogazione parlamentare subito dopo il tragico omicidio del 24enne reggino:
«Questo barbaro omicidio non può rimanere avvolto nel mistero più profondo. Occorre non interrompere le indagini, anzi occorre fare molto di più. Forse l’omicidio del ragazzo è collegato a qualcosa di veramente inconfessabile!». Le stesse domande rifacciamo ora al Governo, affinchè nei limiti della sua responsabilità e competenze, faccia valere la necessità di arrivare alla verità: chi e perché ha ucciso quel ragazzo il 7 gennaio 2011?
Come ha potuto accertare il governo nella risposta che diede alla Camera il sottosegretario De Stefano, ‘Giuseppe Sorgonà e la sua famiglia risultano estranei ad ambienti della malavita e non coinvolti in attività illecite di alcun genere. Le indagini riguardanti l’omicidio, coordinate dalla locale procura della Repubblica – direzione distrettuale antimafia sono, comunque, tuttora in corso, al fine di individuare il movente e i responsabili di questa grave azione delittuosa”.
Ma, se la il ragazzo e la sua famiglia erano e sono del tutto estranei ad ambienti criminali, perché Giuseppe è stato ucciso?
Sono passati due anni e nessuna novità è venuta fuori. Nulla sappiamo ancora di quel tragico assassinio.
Il 7 gennaio 2011 Giuseppe veniva barbaramente assassinato nella sua auto, con accanto il figlioletto di poco più di un anno, rimasto miracolosamente illeso. Non è possibile che queste tragedie accadano in un Paese civile, e che addirittura rimangano del tutto impunite. Questo non è accettabile.

Fonte: http://www.francolaratta.it/

 

Articolo del 20 Agosto 2013 da  strill.it
Reggio: terzo memorial per non dimenticare Giuseppe Sorgonà

“Nessuno riuscirà mai a spegnere il tuo sorriso”. Una semplice frase su uno striscione posto sul campo di calcio dove spicca il dolce volto di Giuseppe Sorgonà, giovane reggino brutalmente ucciso qualche anno fa, sprona i calciatori a disputare un torneo per non dimenticare un amico, un fratello, un figlio e amabile padre. L’Associazione O.N.L.U.S. Giuseppe Sorgonà ha organizzato il III° MEMORIAL, torneo di calcio a 5 iniziato lo scorso 20 luglio  e conclusosi il 17 agosto. Il torneo disputato nell’ex campo di calcio del Mosorrofa ha visto competere  20 squadre, tutte scese in campo per ricordare il giovane Giuseppe. Al  3° e 4° posto si sono classificati DISTINGUO – EDIL FIAMMA mentre al 1° e 2° posto TIKI TAKA – IDRO PROGEST. Ad aggiudicarsi il trofeo la squadra IDRO PROGEST. Numeroso il pubblico ha partecipato a tutte le partite dove solidarietà, amicizia e puro agonismo sono stati gli elementi dominati di un torneo all’insegna del ricordo. Gli amici di Giuseppe non  vogliono dimenticare la prematura scomparsa di un caro amico e, per tener vivo il suo ricordo, hanno fatto una stele con la sua foto nel suo paese,  Mosorrofa.

 

Articolo del 1 Ottobre 2014 da  corrieredellacalabria.it
C’è una nuova pista per il giallo Sorgonà?
di Alessia Candito
La deposizione di un poliziotto potrebbe aprire scenari inediti sull’uccisione del giovane parrucchiere di Reggio Calabria.

REGGIO CALABRIA Potrebbe nascondersi a S. Giorgio Extra un pezzo di verità sull’omicidio di Giuseppe Sorgonà, il giovane parrucchiere ucciso in un agguato in pieno centro il 7 gennaio 2011? È quello che sembra emergere dalla deposizione del poliziotto Bruno Falco, chiamato oggi a testimoniare al processo Alta Tensione 2. Proprio uno degli imputati nel procedimento, Domenico Condemi, sarebbe stato – ha affermato in aula Falco – una delle “fonti” consultate per ricostruire particolari inerenti l’omicidio. Di più l’agente non ha potuto dire perché il contenuto di quel colloquio è coperto da segreto investigativo, ma si tratta comunque di una conferma importante di quanto detto da Condemi, che già in passato aveva affermato di essere stato consultato riguardo la misteriosa morte del giovane parrucchiere. «Bruno Falco – aveva riferito nel rendere spontanee dichiarazioni nel gennaio 2014 – venne a chiedermi se Fortunato Quartuccio (fratello di Diego, ii imputato in Alta Tensione 2) fosse stato picchiato per l’omicidio di un parrucchiere, Sorgonà». Una domanda cui Condemi ha risposto negativamente, ma che sembra dimostrare che gli inquirenti – almeno in una certa fase – è a S. Giorgio extra che hanno cercato di raccogliere notizie sulla morte del giovane.

Incensurato, del tutto estraneo a qualsiasi ambiente malavitoso, Sorgonà è stato freddato in pieno centro cittadino con un unico colpo, sparato da sicario a bordo di una moto in corsa, che si è accostata alla macchina su cui il ragazzo viaggiava insieme al figlio di due anni, per poi far perdere le proprie tracce. Un delitto che ha fatto rumore in città e non solo per le inquietanti modalità con cui è avvenuto – un lavoro da professionisti, si è detto subito in ambienti investigativi – ma anche perché il giovane era il parrucchiere di fiducia di Orsola Fallara, la dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio, morta suicida qualche settimana prima del venticinquenne. Circostanze che hanno dato adito a voci su possibili collegamenti fra l’omicidio del giovane e la morte della donna, nonostante la Procura non abbia mai pubblicamente corroborato tale ipotesi. Ma nel frattempo, a distanza di quasi cinque anni da quel delitto, i killer di Sorgonà non hanno né nome né volto.

a.candito@corrierecal.it

 

 

 

Fonte:  luinonotizie.it
Articolo del 18 luglio 2015
Mosorrofa (RC): oggi inizia il “Memorial Giuseppe Sorgonà”, per un caso che ancora aspetta e merita risposte

Non un banale torneo di Calcio a 5, di quelli che se ne vedono tanti sui campi di periferia durante l’estate. Il “Memorial Giuseppe Sorgonà”, arrivato alla quinta edizione, inizia oggi ed ha un nome e una storia particolare. Scrivere di questo torneo non è stata una scelta facile, ma è sicuramente una decisione ponderata, dopo oltre quattro anni di silenzio. Sono tanti i pensieri e le domande alle quali, purtroppo, nessuno riesce ancora a rispondere, nonostante le parole e le illazioni che in questi anni sono stati più che invadenti, feroci. Da “lontano” può essere banale parlare di Giuseppe, ma non per chi lo ha conosciuto. I legami familiari e di profonda amicizia decennale non sono facilmente valori da riuscire a trasformare in mera oggettività.

E così, da quel lontano 7 gennaio di quattro anni fa, quel maledetto giorno pieno di ombre, tante parole sono state dette e allo stesso modo, si sono lette. L’unica certezza che hanno tutti i cari è che Giuseppe, con l’umiltà di sempre, ha lasciato un profondo vuoto alla famiglia e ad un paese intero, quello di Mosorrofa, che subito dopo la scomparsa di Giuseppe si è riunito, facendo sentire sempre la propria vicinanza ai parenti.

A qualche mese di distanza, nel luglio 2011, i genitori, la sorella ed il fratello, insieme a parenti, zii e cugini, hanno fondato l’associazione “Giuseppe Sorgonà” dando via al torneo, chiamandolo appunto “Memorial Giuseppe Sorgonà”. Il ricordo va a quella fredda sera di gennaio quando la Cinquecento su cui viaggiava Giuseppe era stata affiancata presumibilmente da due “uomini”, che senza riserve hanno fatto partire dei colpi, senza lasciare spazio a parole come futuro, speranza e fortuna. La fortuna di un padre che vede crescere giorno dopo giorno il proprio figlio. Ad oggi le cause di quell’efferato gesto non sono note.

Attualmente nulla si sa di certo, e dopo il clamore mediatico suscitato dall’omicidio nei giorni successivi, a quattro anni di distanza non è stato trovato ancora nessun colpevole. Tante le parti ascoltate, tante le ipotesi e le supposizioni, ma la magistratura non ha ancora fatto chiarezza su uno dei delitti che, negli ultimi anni, ha scosso maggiormente l’intera Reggio Calabria. Tante le testimonianze che hanno aperto diverse ipotesi, ma fin quando i pm non si pronunciano ufficialmente le indagini continueranno ad andare avanti seguendo tutte le piste.

“Abbiamo organizzato questo torneo per tenere alto il ricordo di Giuseppe – spiega il padre Domenico Sorgonà -. Il paese non l’ha mai dimenticato anche a quattro anni di distanza. Sono cambiati diversi procuratori e il nostro avvocato ci ha detto che le indagini continuano. Il nuovo procuratore ci avrebbe dovuto chiamare nel mese di marzo. Ad oggi ancora nulla, come se non esistessimo. E’ da quattro anni che aspettiamo risposte e sembra che niente si muova, noi però non possiamo far altro che aspettare con speranza. Così continuiamo ad organizzare il torneo, per tenere in alto il suo ricordo. Venti le squadre di ragazzi che partecipano, tra amici e conoscenti. E’ importante sia per noi, che per loro”.

Inutile, ora, continuare a parlare in terza persona, sarebbe ipocrita. Giuseppe era uno di famiglia per me e per i miei genitori. Da piccolo passavo tanto tempo a casa loro quando andavo in vacanza in Calabria, ma crescendo il periodo estivo di permanenza in vacanza diminuiva ed il tempo, per la maggiore, lo passavo con i due nonni, entrambi ormai spirati. Non c’è tanto da aggiungere, poco o niente. Ricordo tante risate adolescenziali, partitelle di calcio nello stesso campo in cui si gioca ora il torneo, ma anche dei “Juve-Milan” sul balcone di casa sua. Come non poter dimenticare quella vacanza che, insieme a mio cugino, Giuseppe aveva fatto a Luino in quella calda estate tra le scuole elementari e le medie e quel viaggio in cinque in macchina dall’alto Varesotto a Reggio Calabria. Era il 1998 e sembra una vita, 17 anni fa.

 

 

 

Leggere anche:

 

 

lacnews24.it
Articolo del 15 gennaio 2021
Omicidio Sorgonà a Reggio Calabria, la famiglia: «Attendiamo la verità da 10 anni»
di Gabriella Lax
I genitori del giovane parrucchiere, ucciso nel 2011, chiedono che il caso sia riaperto: «Nostro figlio non torna ma almeno vogliamo giustizia»

 

 

 

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *