12 Febbraio 1982 Arzano (NA). Ucciso Alfredo Paragano, appuntato del Corpo degli Agenti di Custodia.

Foto : polizia-penitenziaria.it

Alfredo Paragano – Appuntato del Corpo degli Agenti di Custodia – nato a Perdifumo (SA) il 3 novembre 1943 in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
Il 12 febbraio 1982, ad Arzano (NA), libero dal servizio, veniva ferito mortalmente da colpi di arma da fuoco esplosi da ignoti a bordo di una autovettura. Nel corso delle successive indagini è emerso il chiaro stampo camorristico dell’omicidio.
L’Appuntato Paragano è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno.
Fonte: polizia-penitenziaria.it

 

 

 

 

Articolo del 19 Ottobre 2011 da   cambiamoarzano.com 
STORIE CRIMINALI DI ARZANO: “ALFREDO PARAGANO” UN EROE DIMENTICATO
di Carmine Santaniello

Arzano 1982. Era una fredda mattina di Febbraio (il 12 per l’esattezza); erano  le ore 07,30, circa, quando, dal palazzo di via Gennaro Parisi al civico 41, nel popoloso quartiere di sette re, uscì un uomo. Era l’ Appuntato degli Agenti  di Custodia Alfredo Paragano, in forza al carcere di Poggioreale che, dopo un  periodo di ferie, tornava a lavoro; ma quella maledetta mattina al suo posto di  servizio non arrivò mai.

Ad attenderlo alcuni sicari a bordo di un’ autovettura che, dopo un breve  inseguimento, lo crivellarono di proiettili; Alfredo morì a pochi passi dalla  sua famiglia, tra le urla della moglie, sul marciapiede della piccola  parrocchia del rione, sotto la croce di ferro battuto, unico simbolo di pietà  per quella giovane vita spezzata.
Alfredo aveva 39 anni; era nato a Perdifumo, un piccolo comune del  salernitano. Nel 1963 aveva frequentato la scuola Allievi Agenti di Custodia di  Cairo Montenotte, dopodiché aveva lavorato in tantissime carceri italiane:  Brescia, Palermo, Sciacca, Caltanissetta, Potenza, Foggia e dal 14 marzo 1973  era stato trasferito a Napoli presso la Casa Circondariale di Poggioreale.

Quella maledetta mattina, Alfredo Paragano era disarmato, poiché era stato in  licenza e aveva lasciato la pistola d’ordinanza presso l’armeria del carcere. Come accade in questi casi, nessuno aveva visto niente, ma le voci di paese che  si susseguirono dopo la tragedia furono chiare: È stata la camorra! Paragano  era un uomo onesto e un agente integerrimo e mai si sarebbe piegato alle richieste di favori della malavita.

Erano anni duri quelli! Gli anni della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele  Cutolo del terrorismo delle Brigate Rosse e i morti a Napoli si contavano a  centinaia. La Procura della Repubblica indagò sulla morte di Paragano, che fu addirittura rivendicata da un non meglio identificato gruppo N.C.S. Il  ministro della Giustizia dell’epoca, tale Clerio Darida (arrestato per  corruzione del 1993 dal pool mani pulite di Milano) rispondendo ad un  interrogazione parlamentare del maggio 1982 dell’ Onorevole Falco Accame sulla morte di Alfredo Paragano, spiegò: «L’ Appuntato degli Allievi Carabinieri  Alfredo Paragano (probabilmente o il Ministro non sapeva nemmeno il Corpo di  appartenenza della vittima o sono sbagliati gli atti parlamentari) è stato  assassinato ad Arzano (Napoli) a 40/50metri dalla propria abitazione; attinto da  alcuni colpi, sembra sia stato poi inseguito e ucciso a 70/80 metri».

Insomma nemmeno il Ministro fu in grado di spiegare la vera dinamica di quell’ omicidio. Nel frattempo il ricordo di Alfredo Paragano sbiadiva come quella macchia di sangue lasciata sul selciato della chiesa (che oggi è altrove) e ci sono voluti ben 28 anni prima che fosse chiarita la matrice camorristica del delitto e prima che Alfredo Paragano fosse riconosciuto dal Ministero dell’ Interno “Vittima del Dovere” ; tuttavia a Paragano non è mai stata concessa la  medaglia d’Oro al Valor Militare, probabilmente perché, al momento della sua uccisione, era libero dal servizio o perché, in quegli anni, morire nell’adempimento del dovere era diventata routine; ad Alfredo era toccata lastessa sorte dei suoi colleghi Agostino Battaglia e Antonio Carotenuto nonchè del suo  Vice Direttore Giuseppe Salvia. Tanti piccoli grandi eroi di cui non si legge nelle pagine dei libri di scuola, ma che hanno dato il loro contributo di  sangue per insegnarci l’onestà e la rettitudine.

Non so ad Arzano quanti ricordano Alfredo Paragano, probabilmente nessuno. Eppure c’è stato e ci ha lasciato una grande lezione di onestà e di senso del dovere. Alfredo Paragano lo ricordo perché abitava nel mio stesso quartiere e perché  quella tragica mattina ha lasciato nei miei ricordi di bambino immagini da romanzo criminale, di una tristezza che solo chi vive nel meridione d’Italia è  costretto a subire. I familiari di Alfredo Paragano lasciarono Arzano subito dopo quel tragico evento e non si seppe più nulla di loro.

Tuttavia mi auguro che questo mio pensiero, dedicato ad un eroe dimenticato, possa servire da spunto per qualche  politico locale, affinchè, per il trentennale della sua morte (12 febbraio 2012), l’ Amministrazione Comunale gli dedichi una strada o qualsiasi altro degno tributo, affinché il sacrificio di un giovane, morto per difendere nobili ideali di legalità e giustizia non vada disperso, ma serva da esempio sopratutto per i giovani della nostra città.

 

 

 

Fonte: camera.it
Atti Parlamentari Camera dei Deputati (6683 – 6684)
VIII Legislatura – discussioni – Seduta del 10 Maggio 1982

ACCAME: – Al Ministro di grazia e giustizia – Per conoscere – in relazione alle notizie concernenti l’uccisione del trentanovenne agente di custodia Alfredo Paragano, in forza presso il carcere di Poggioreale (Napoli), uccisione avvenuta il giorno 13 febbraio 1982 nel paese di Arzano, nei pressi di Napoli, per opera di più individui non identificati –
quale sia stata la dinamica dell’avvenimento; se, in particolare, l’agente di custodia fosse armato e, in tal caso, se sia riuscito ad impiegare l’arma;
quale era il curriculum di carriera di Alfredo Paragano, con particolare riferimento ai diversi istituti carcerari – e relativi periodi – nei quali aveva prestato servizio;
se i primi risultati delle indagini abbiano consentito di individuare, o almeno di ipotizzare con elevato livello di verosomiglianza, la matrice che è stata all’origine del delitto.
Per conoscere altresì – in riferimento alle precedenti uccisioni dei due agenti di custodia Battaglia e Carotenuto e del vicedirettore Salvia, anche essi in forza al carcere di Poggioreale -:
quali siano stati i risultati delle indagini sui tre omicidi di cui sopra, con particolare riferimento alla matrice delinquenziale che può o risulta essere stata alla loro origine;
quali siano stati gli istituti carcerari, e relativi periodi, in cui avevano trovato impiego, nel corso della loro carriera, Battaglia, Carotenuto e Salvia   (4-12835)

Risposta: – L’appuntato degli allievi carabinieri Alfredo Paragano è stato assassinato il giorno 12 febbraio 1982 ad Arzano (Napoli), alle ore 7,30 circa, a 40/50 metri dalla propria abitazione; attinto da alcuni colpi, sembra sia stato poi inseguito e ucciso dopo 70/80 metri. Essendo in licenza ordinaria, era disarmato e la pistola di ordinanaza era custodita nell’armeria della casa circondariale di Napoli.
La procura della Repubblica di Napoli ha riferito che sono in corso indagini approfondite dirette ad accertare la matrice dell’omicidio, anche in ordine all’attendibilità della rivendicazione ad opera di un non meglio identificato gruppo N.C.S.
Sono altresì in corso gli accertamenti balistici circa l’esito delle indagini riguardanti le uccisioni dell’appuntato Agostino Battaglia e dell’agente Antonio Carotenuto, avvenuti rispettivamente a Portici il 6 giugno 1981 e a Salerno il 28 luglio 1981.
Per la vicenda Battaglia la procura della Repubblica di Napoli ha avviato procedimento penele a carico di Gaetano Bonfante ed altri; l’istruttoria è tuttora in corso.
In merito all’omicidio del Carotenuto, gli atti del procedimento penale sono stati trasmessi in data 15 marzo 1982 alla procura della Repubblica di Salerno per competenza.
Si indicano qui di seguito, le sedi in cui il vice-direttore Giuseppe Salvia, gli appuntati Agostino Battaglia e Alfredo Paragano e l’agente Antonio Carotenuto hanno prestato servizio, col relativo periodo di permanenza:
vicedirettore dottor Giuseppe Salvia: dal 2 settembre 1974 casa circondariale di Napoli ove fu assegnato e ove prestò servizio fino al giorno della sua uccisione.
appuntato Agostino Battaglia: dal 5 gennaio 1965 Cairo Montenotte – scuola -, dal 29 settembre 1965 Portici (Napoli) scuola militare, dal 27 dicembre 1965 Firenze Casa circondariale, dal 1 luglio 1971 Napoli Casa circondariale, dal 21 giugno 1980 Portici (Napoli) – scuola -; deceduto il 5 giugno 1981;
appuntato Alfredo Paragano: dal 15 gennaio 1963 Cairo Montenotte – scuola -, dal 6 settembre 1963 Brescia Casa circondariale distaccato Istituto rieducazione per minori, dal 30 gennaio 1965 Palermo Istituto osservazione per minori, dal 20 giugno 1966 Sciacca (Agrigento) Casa circondariale – aggregato -, dal 22 settembre 1968 Catania Casa circondariale aggregato -, dall’8 ottobre 1968 Sciacca (Agrigento) – rientro -, dal 15 febbraio 1971 Potenza Casa circondariale, dal 18 gennaio 1973 Foggia Casa circondariale, dal 14 marzo 1973 Napoli Casa circondariale; deceduto il 12 febbraio 1982;
agente Antonio Carotenuto: dal 25 settembre 1965 Cairo Montenotte (Savona) – scuola -, dal 26 maggio 1966 Portici (Napoli) – scuola -, dal 26 settembre 1967 Catanzaro Casa circondariale, dal 27 ottobre 1967 Santa Maria Capua Vetere – proposta direttore -, dal 5 novembre 1968 Napoli Ospedale psichiatrico giudiziario, dal 30 aprile 1970 Campobasso Casa circondariale, dall’8 gennaio 1970 Santa Maria Capua Vetere, dall’11 giugno 1974 Napoli Casa circondariale, dal 18 settembre 1974 Santa Maria Capua Vetere, dall’8 aprile 1976 Aversa (Caserta) Ospedale psichiatrico giudiziario – effettivo -; deceduto il 28 luglio 1981.

Il Ministro di grazia e giustizia: Darida

 

 

 

 

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