29 Dicembre 1991 Taranto. Giovanna Stranieri, 24 anni, muore colpita da una pallottola vagante, durante un regolamento di conti, mentre usciva dalla chiesa con una amica.

Foto da La Stampa del 30 Dicembre 1991

Giovanna Stranieri, 24 anni, una ragazza di Taranto è un’altra vittima incolpevole finita sulla traiettoria di proiettili sparati da bande rivali in guerra. Era domenica, quel 29 dicembre del 1991, e Giovanna passeggiava insieme ad un’amica in Via Mazzini, in pieno centro, a quell’ora molto affollata, quando sono stati sparati dei colpi di pistola. In un primo momento la gente per strada ha pensato a dei petardi ma Giovanna finita in terra colpita alla testa e la fuga precipitosa di qualcuno ha rivelato che non era un gioco di bambini ma la crudeltà di adulti senza coscienza.

 

 

Foto e articolo da La Stampa del 30 Dicembre 1991
Duello tra banditi, muore un’innocente
di Tonio Attino

Taranto, ragazza colpita mentre passeggiava con l’amica. Il killer è fuggito in Vespa Duello tra banditi, muore un’innocente Vittima di un proiettile vagante

TARANTO. Passeggiava con un’amica nel centro della città: un proiettile l’ha colpita alla gola. Giovanna Stranieri, 24 anni, una ragazza come tante, in tasca un diploma di ragioniera e nei sogni un lavoro, è stata uccisa senza un perché, colpevole soltanto d’essersi trovata nel mezzo di un regolamento di conti. La vittima predestinata è riuscita a fuggire, e anche il killer. I carabinieri seguono tutte le piste, ma il magistrato che coordina l’inchiesta, il sostituto procuratore Nicolangelo Ghizzardi, dice soltanto: «Stiamo lavorando», ammettendo però: «Siamo in alto mare».

Erano le 11,40 della domenica mattina. In compagnia di una coetanea, Carmela Bruno, Giovanna Stranieri passeggiava in via Mazzini, in prossimità di via Crispi: pieno centro, strada affollata ma negozi chiusi. Quattro colpi calibro 7,65 sono stati esplosi: alla gente della zona sono sembrati petardi, i soliti scoppi che in questi giorni, per molti, costituiscono le prove generali in vista della notte di San Silvestro. A sparare sarebbe stato un uomo fuggito probabilmente a bordo di una «Vespa» bianca.

Secondo quanto è emerso dalle prime indagini, avrebbe litigato con un conoscente mettendo poi mano alla pistola. Nessuno dei due è stato identificato. Ai primi colpi, le ragazze hanno tentato di rifugiarsi in un bar. Carmela Bruno si è accorta che la sua amica era stata colpita solo quando l’ha vista stramazzare. Giovanna Stranieri è stata trasportata in ospedale da un’ambulanza. In gravissime condizioni, è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico, disperato tentativo di salvarla. La ragazza, figlia di un pensionato dello stabilimento siderurgico Uva, è morta alle 13,15, dopo un’ora e mezzo di agonia.

Anche se ha suscitato clamore nella parte sana della città, stremata da tre anni di sanguinose faide tra clan rivali (un centinaio di morti), il delitto di ieri non va nell’archivio della cronaca come una novità. Altri innocenti sono caduti sotto il fuoco di killer spietati. L’ultimo omicidio somiglia alla tragica fine di Giulio Capilli, 28 anni, procacciatore di pubblicità per conto di un’emittente televisiva locale. Il 31 gennaio dell’88, uscito di casa in compagnia della fidanzata, a poche centinaia di metri dal luogo in cui ieri è stata uccisa Giovanna Stranieri, Capilli fu centrato da un proiettile che gli recise un’arteria. Cadde sussurrando: «Maledetti», poi perse conoscenza. La vittima predestinata era un pregiudicato. Il killer, Enrico Urgesi, è stato condannato a 14 anni di carcere. Un delitto punito, caso fortunato. Perché degli altri non si è saputo più nulla.

È rimasto insoluto l’omicidio avvenuto il 20 ottobre dell’89 di Domenico Calviello, 14 anni, ucciso a fucilate mentre si trovava vicino alla macelleria del padre, a Statte, borgata a 13 chilometri dalla città. Il ragazzo stava parcheggiando il suo ciclomotore: appostato dietro un muricciolo, un cecchino gli sparò due colpi. Forse volevano ammazzare il fratello Antonio, molto vicino agli ambienti della malavita; o forse era una vendetta trasversale.

Il 22 aprile del ’90, scambiato per un pregiudicato, venne ammazzato Angelo Carbotti, 25 anni, operaio senza un’occupazione stabile, figlio di un netturbino. Prestò soccorso a una donna rimasta ferita in un incidente stradale ignorandone l’identità: era la sorella di un malavitoso. La accompagnò al pronto soccorso, fu avvicinato da un uomo che gli sparò contro una serie di colpi a ripetizione. Carbotti morì per aver civilmente soccorso un ferito.

Sei mesi dopo, il 27 ottobre, l’omicidio di Giuseppe Orlando, 33 anni, fornaio del rione Tamburi, zona in cui la malavita ha una sua roccaforte. Orlando era sulla soglia del suo negozio. Anziché colpire due pregiudicati, il killer colpì lui. Ai funerali sfilarono prefetto, comandante dei carabinieri, politici. Lo Stato volle far sentire così la sua presenza.

Ma la malavita non ha mai ceduto e non ha risparmiato neppure i bambini. Valentina Guarino aveva sei mesi. Pur di uccidere il padre, hanno ammazzato anche lei, in auto tra le braccia della madre, il 9 gennaio di quest’anno. Solo pochi mesi prima, ad ottobre, a San Giorgio Jonico, si salvò per miracolo Ileana Palombella, 14 mesi: il padre venne accoppato a colpi di pistola, lei ferita. I medici furono costretti ad amputarle le dita di una mano.

I clan ora continuano a combattersi in guerre intestine. La banda dei fratelli Riccardo, Claudio e Gianfranco Modeo, tutti in carcere ma non per questo meno potenti, si sfalda in gruppi sempre più sanguinari. Si dà l’assalto anche alle istituzioni: bombe a caserme dei carabinieri, chiese, municipio. Dopo il delitto di Giovanna Stranieri, il prefetto Gaetano Spirito ha convocato il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Taranto viene setacciata da carabinieri e polizia. Ma la malavita non abbassa la guardia.

 

 

 

Articolo da L’Unità del 30 Dicembre 1991 
A Taranto si spara, falciata una ragazza

Una ragazza di 24 anni, Giovanna Stranieri, è stata uccisa ieri mattina, nel centro di Taranto, da un proiettile vagante. C’erano due uomini che si inseguivano sparando: la ragazza è finita in traiettoria.
Colpita alla gola, ha perso molto sangue. Disperato e inutile l’intervento chirurgico. Cosi si può morire a Taranto, città attraversata da bande di .killer in guerra tra di loro.

TARANTO. In questa città si muore con una palla di piombo in gola, a mezzogiorno, di domenica. Giovanna Stranieri, 24 anni, nemmeno grida. Il proiettile trapassa il collo e lei vacilla, piega le gambe, crolla a terra. L’amica che le e vicino, Carmela Bruno, si volta e non capisce: «Giovanna, ma cos’hai?…». Giovanna è stata colpita da un proiettile vagante. Due uomini si stavano sparando addosso. Hanno sbagliato mira.

Si muore di domenica mattina, senza colpe e senza motivo. Via Mazzini, angolo con via Crispi. Una zona centrale, il passeggio, intorno ragazzi che esplodono petardi. I colpi di pistola sembrano proprio dei petardi. Forse Giovanna Stranieri non li ha nemmeno visti quei due uomini che si inseguivano sparando. O forse è vera l’altra versione: li ha visti, ma all’ultimo. Inutile, a quel punto, cercare riparo in un bar: la sua testa, la sua gola, il suo corpo erano già in traiettoria.

Non c’è certezza sulla dinamica dei fatti, perché quasi nessuno ha visto, e quei pochi che hanno visto, non ricordano. «Forse qualche botto l’ho sentito… ma erano botti di Capodanno… poi un giovanotto è scappato via a bordo di una vespa…», hanno raccontato i testimoni agli investigatori.

C’è paura, quindi omertà. A Taranto, ormai, si spara con grande facilità. I carabinieri, responsabili delle indagini, non hanno ancora capito perché quei due uomini si inseguissero. Magari Giovanna Stranieri, disoccupata e con un diploma di scuola media superiore, è capitata sul marciapiede scelto da uno dei tanti clan che insanguinano la città, per l’ultimo regolamento di conti. O era solo un litigio – per un sorpasso, uno sgarbo qualsiasi – finito con le pistole in mano.Quando la prima pattuglia dei carabinieri è arrivata in via Mazzini. Giovanna Stranieri – che abitava in un appartamento a pochi isolati di distanza, con il padre, pensionato, e con la madre, casalinga – ancora respirava. L’hanno trasportata all’ospedale «Santissima Annunziata» per un intervento disperato e inutile. Giovanna è morta quasi subito.

Il prefetto di Taranto, Gaetano Spirito, ha predisposto nel pomeriggio servizi di pattugliamento speciali, coordinando le forze dell’Arma e della polizia. Chiesto anche l’intervento degli agenti Criminalpol regionale. Posti di blocco. Perquisizioni. Nessun risultato. Pochi i killer e gli assassini arrestati in questa città, rispetto ai morti ammazzati. Le strade scelte da Giovanna Stranieri per la sua passeggiata domenicale sono le stesse dove camminano, da mesi, bande di killer pronti a tutto.  Pronti a sparare per il capo-clan che paga meglio. E pronti pure a tradirlo. Non c’è un clan troppo più forte di un altro. Da quando è morto Antonio Modeo detto «il messicano», i suoi fratellastri, Gianfranco, Riccardo e Claudio, dettando ordini dal carcere, non hanno fatto altro che allacciare e rompere alleanze. Il risultato: una guerra tra bande di criminali ribelli, una guerra di malavita che trova tutti contro tutti. Perché tutti cercano di ottenere il controllo di qualcosa, dalle estorsioni alla droga, e la droga ha di frequente gli stessi canali delle sigarette di contrabbando.

Cosi, cadono uomini di malavita, killer e piccoli boss. Cosi, può morire una ragazza di 24 anni che cammina chiacchierando con la sua amica.

Così, giusto un anno fa, morì una bambina di sette mesi: Valentina Guarino. I killer dovevano fare fuori il padre, ma sbagliarono mira: i pallettoni dei fucili a canne mozze le fecero saltare la testa.

Il prefetto Spirito ha convocato, per la tarda serata, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblici. Hanno parlato a lungo. Ricordati anche gli ultimi due attentati messi a segno pochi giorni fa. Il primo, a Grottaglie, davanti la locale caserma dei carabinieri. L’altro, proprio a Taranto, e sempre con il tritolo: fatta esplodere una cancellata del Municipio.

 

 

 

Articolo dal Corriere della Sera del 5 Gennaio 1992
Delitto per caso. trovato l’ autore

Arrestato ieri Fuggetti Carmelo 30 anni: sarebbe responsabile della morte di Stranieri Giovanna 24 anni la ragazza colpita da un proiettile al collo mentre passeggiava domenica scorsa con un’ amica

TARANTO . Un uomo di 30 anni, Carmelo Fuggetti, di Taranto, con precedenti penali, è stato arrestato ieri per l’ uccisione di Giovanna Stranieri, 24 anni, colpita con un proiettile al collo mentre passeggiava domenica scorsa in centro con un’ amica. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Fuggetti stava camminando con due conoscenti quando, in seguito a un litigio per motivi di soldi, sparò alcuni colpi contro i due. Un proiettile colpì accidentalmente Giovanna Stranieri.

 

 

Fonte: archiviolastampa.it
Articolo del 5 Gennaio 1992
Sparò a ragazza Taranto, preso il killer per errore

TARANTO. Dopo una settimana di ricerche è stato arrestato dalla polizia il presunto assassino di Giovanna Stranieri, la ventiquattrenne uccisa per errore domenica mentre con un’amica passeggiava per il centro della città. Si chiama Carmelo Fuggetti, 29 anni, precedenti per contrabbando: è lui l’uomo che, dopo un litigio, avrebbe esploso quattro colpi di pistola contro due pregiudicati colpendo però alla gola la ragazza. E’ stato arrestato mentre con il suo avvocato stava andando a costituirsi.

È stato intercettato da una pattuglia della polizia. Ora è in carcere, accusato di omicidio volontario. «Se vi fosse stata meno omertà da parte dei testimoni, avremmo risolto in tempi più brevi questo caso» ha detto Nicolangelo Ghizzardi, il magistrato che coordina le indagini. Mentre avveniva la cattura, i commercianti di via Mazzini, la strada in cui è avvenuto l’omicidio, hanno abbassato le saracinesche in segno di protesta contro la violenza. [t. a.]

 

 

 

Fonte: mafie.blogautore.repubblica.it
Articolo del 21 febbraio 2020
Il proiettile vagante che ha colpito Giovanna

di Sara D’Alessandro e Alessandro Ricupero

Giovanna Sandra Stranieri era una ragazza di 24 anni di Taranto. È stata colpita da un proiettile vagante. Due uomini si stavano sparando addosso mentre lei stava passeggiando con la sua amica Carmela Bruno. La probabile vittima predestinata, Umberto Galiano, era riuscita a fuggire, come inizialmente anche il presunto killer Carmelo Fuggetti, fermato l’anno successivo per l’omicidio.

Disse Nicolangelo Ghizzardi, il magistrato che si occupò delle indagini: “Se vi fosse stata meno omertà da parte dei testimoni, avremmo risolto in tempi più brevi questo caso”.
Giovanna Stranieri è morta dopo circa un’ora e mezza di agonia, in ospedale, il 29 dicembre 1991.

Immaginiamo una ragazza di 24 anni, di nome Giovanna Sandra Stranieri, che vive a Taranto, immaginiamo sia con la sua amica Carmela Bruno e stia organizzando la festa per Capodanno, vuole fare una festa con i suoi amici, vuole che sia una fine dell’anno speciale, lei e la sua amica hanno trovato lavoro e vogliono che il nuovo anno cominci al meglio. Oltre a organizzare la festa, Giovanna pensa a cosa regalare a un amico per il suo venticinquesimo compleanno. Lei e il suo amico hanno fatto la scuola superiore insieme e sono molto legati anche se lui si è trasferito a Roma con sua moglie.

Prima del pranzo Giovanna esce per andare in Chiesa, a messa, con la sua amica più intima, Carmela Bruno. Al termine della messa Giovanna va a fare la spesa: deve comprare da mangiare per preparare il pranzo- avrà come ospiti i suoi genitori e, come al solito, il frigo è vuoto. Uscita dal supermercato si ricorda di dover passare dal parrucchiere perché quella mattina i suoi capelli hanno deciso di non volersi sistemare, è come se le fosse scoppiata una bomba sulla testa. Il parrucchiere è chiuso, forse c’era da aspettarselo, anche perché è domenica, chiama subito una sua amica che fortunatamente abita lì vicino e Giovanna riesce a fare un salto a casa sua e a sistemarsi i capelli. Torna a casa a preparare il pranzo, i suoi genitori arrivano poco dopo di lei. Finito di mangiare e salutati i genitori si concede un riposo di circa due o tre ore, poi esce di casa per andare a trovare la sua amica Carmela.

Nel primo pomeriggio, Giovanna e Carmela vanno in piscina, a Giovanna piace molto nuotare, lo fa da quando è piccola, è la sua passione. Va in piscina per rilassarsi, quando è arrabbiata o triste, è la sua valvola di sfogo. Anche da piccola, quando nuotava, era felice. Uscite dalla piscina, le due ragazze, mentre si dirigono verso la casa di Carmela, si ricordano che devono comprare il regalo per il loro amico. Hanno scelto un completo sportivo che avevano già visto: una felpa nera con disegni arancioni, un pantalone nero e una maglia arancione, con il disegno di un pallone nero. Quel giorno, però, i negozi sono chiusi. È domenica. Giovanna e Carmela tornano a casa a prepararsi, la festa è a casa del loro amico ma desiderano essere eleganti, forse balleranno o semplicemente mangeranno qualcosa. Il regalo per il loro amico lo compreranno un’altra volta. Vanno alla festa: una festa con pochi amici, si divertono molto, ballano e mangiano in compagnia. Alla fine della festa, Giovanna e Carmela fanno ancora gli auguri al festeggiato e tornano a casa scherzando e ridendo.

In realtà, quella giornata non è andata esattamente così.
La giornata di Giovanna si è fermata a metà.
Al ritorno dalla chiesa, infatti, Giovanna e Carmela sono state coinvolte in uno scontro a fuoco tra due mafiosi. In questo scontro, Giovanna è stata colpita alla gola da un proiettile vagante. Carmela era con lei ma, quando Giovanna è stata colpita, stava scappando per rifugiarsi in un bar lì vicino. Quando si è accorta che la sua amica non era più al suo fianco, si è voltata e ha guardato indietro: ha visto Giovanna per terra qualche metro prima del bar, è accorsa nel punto in cui si trovava Giovanna e si è messa ad urlare. Giovanna probabilmente neanche sentiva le sue grida, era svenuta. Dopo essere stata trasportata in ospedale e operata d’urgenza, Giovanna è morta. È morta per sbaglio.

Il killer è scappato, non ha esitato neanche un secondo; poteva fermarsi, controllare se quella persona che era stata colpita per sbaglio dalla pistola fosse stata ancora viva. Se non ci fosse stata quella sparatoria, come se fosse qualcosa di normale, Giovanna sarebbe ancora viva e Carmela non avrebbe visto la sua migliore amica morire.
La vita di Giovanna è finita, ma quella di Carmela Bruno no. È andata avanti senza una persona, la persona con cui aveva vissuto i momenti migliori, la persona che conosceva da quando era nata, la persona con cui aveva condiviso i segreti più nascosti del suo cuore, la persona che probabilmente non è riuscita neanche a salutare perché è morta, è morta perché è stata colpita da un proiettile per caso. Erano le 13.15. Giovanna è morta dopo circa un’ora e mezza di agonia e sofferenza in quel maledetto 29 dicembre 1991.

Sara D’Alessandro e Alessandro Ricupero (Studenti del Liceo Tito Livio di Martina Franca – Progetto Cosa Vostra)

 

 

 

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