Da Nicholas Green a Dodò Gabriele: i bambini uccisi dalla ‘ndrangheta ricordati dal Garante per l’Infanzia – di Biagio La Rizza
Da Nicholas Green a Dodò Gabriele: i bambini uccisi dalla ‘ndrangheta ricordati dal Garante per l’Infanzia
di Biagio La Rizza
Fonte: ilmeridio.it
Articolo del 6 maggio 2019
«Come la Campania, anche la Calabria conosce da vicino il ferimento e la morte di bambini a causa di ‘pallottole vaganti’, come l’indimenticato Nicholas Green, colpito a morte a 7 anni mentre transitava sulla Salerno-Reggio Calabria con i genitori e la sorellina, e quel che è peggio conosce l’atrocità di piccolini volontariamente e barbaramente trucidati come Cocò Campilongo, bruciato vivo perché testimone dell’omicidio del nonno, quando aveva appena 3 anni».
È quanto ricorda Antonio Marziale, sociologo, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
«L’elenco è lungo – continua Marziale – ed è il caso di ricordare, sia pur sommariamente:
Domenica Zucco, 3 anni, colpita all’addome nell’agguato contro il padre;
Concetta Lemma, 16 anni, uccisa a colpi di lupara;
Cosimo Gioffré, 12 anni, ammazzato mentre dorme nel letto con la mamma;
Giuseppe Bruno, 18 mesi, colpito da due pallettoni alla testa nell’agguato contro il padre;
Salvatore Feudale, 10 anni, ucciso insieme al fratello;
Michele e Domenico Facchineri, 9 e 10, anni massacrati a colpi di lupara;
Giuseppina (Utano) Pangallo, 3 anni, assassinata mentre era in auto con la madre;
Graziella e Maria Maesano, 9 anni, morte nell’agguato contro uno zio;
Rocco Corica, 7 anni, sfigurato nell’agguato contro il padre;
Pasqualino Perri, 12 anni, ammazzato in un ristorante in un agguato contro il padre;
Giovanni Canturi, 13 anni, trucidato mentre accudisce gli animali insieme con lo zio vittima designata;
Domenico Cannatà, 11 anni, e Serafino Trifarò, 14 anni, morti in agguato destinato a congiunti pregiudicati;
Gianluca Canonico, 10 anni, ferito a morte in un conflitto a fuoco mentre gioca a pallone nel cortile di casa;
Michele Arcangelo Tripodi, 12 anni, sequestrato e ritrovato morto dopo 7 anni per vendetta trasversale;
Marcella Tassone, 9 anni, freddata con otto colpi in pieno volto in un agguato contro il fratello;
Andrea Bonforte, 15 anni, ucciso in un agguato contro il fratello;
Letterio Nettuno, 15 anni, sequestrato torturato e sgozzato;
Domenico Catalano, 16 anni, ucciso davanti ad un bar;
Arturo Caputo, 16 anni, finisce sulla traiettoria di una pallottola vagante destinata a un pregiudicato mentre mangia una pizza in un locale;
Saverio Purita, 11 anni, ammazzato e semicarbonizzato;
Francesco Pugliese, 13 anni, e
Luca Cristello, 14 anni, scomparsi e forse vittime di “lupara bianca”;
Elisabetta Gagliardi, 9 anni, ammazzata insieme alla madre con due colpi di pistola in testa perché i killer cercavano il padre e non lo hanno trovato;
Mariangela Ansalone, 9 anni, ammazzata insieme al nonno;
Paolino Rodà, 13 anni, morto insieme al padre;
Dodò Gabriele, 11 anni, ucciso da una pallottola vagante mentre sta giocando a pallone in un campo di calcetto».
«Questo lungo elenco – continua il Garante – dovrebbe indurre la società a riflettere su quanto efferata sia la criminalità, che non ha mai risparmiato i bambini e le donne a dispetto di certa falsa letteratura tendente a riconoscere “valori” a sigle, come mafia, ndrangheta, camorra, sacra corona unita, che nei fatti hanno dimostrato solo sprezzo e crudeltà verso inermi piccolini e mamme.
Dovrebbe bastare questo elenco ad indurre i più giovani a rifuggire da logiche sub-culturali ingannevoli che nel cammino di vita assicurano soltanto galera o morte. Dovrebbe infine bastare ai legislatori affinché rivedano certi garantismi che finiscono per agevolare chi uccide e non a riconoscere giustizia a chi viene ucciso».